325 utenti


Libri.itLINETTE – COMPAGNO DI GIARDINOIL RIPOSINOBIANCO E NEROIL CIMITERO DELLE PAROLE DOLCIMIRA
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

10 Gennaio 2008 15:07

Un problema globale

962 visualizzazioni - 4 commenti

di Lucio Garofalo

UN PROBLEMA GLOBALE La questione dei rifiuti non riguarda solo Napoli e la Campania, anzi. Il problema non è semplicemente locale o regionale, e nemmeno solo nazionale, ma è di portata globale. Esso investe la natura e la struttura stessa di un intero modo di produzione, eccessivamente energivoro e consumistico, un sistema economico imposto a livello planetario che, per produrre merci di consumo su scala industriale e soddisfare le richieste di un mercato di massa in costante crescita (basti pensare, ad esempio, al mercato cinese in fase di netta espansione), brucia e divora ogni giorno ingenti risorse energetiche, alimentari ed ambientali che non sono inesauribili, generando una quantità abnorme di rifiuti, scarti, ciarpame, ma anche scorie e sostanze altamente tossiche che l'ambiente stenta a smaltire. Lo stesso processo di smaltimento dei rifiuti è diventato una vera e propria merce, un "business", un affare d'oro che ha assunto proporzioni gigantesche, un'attività estremamente lucrosa e redditizia che consente l'accumulazione di colossali fortune economiche a vantaggio di organizzazioni economico-imprenditoriali di stampo criminale. Il problema mette dunque in luce tutti i limiti, i conflitti e le contraddizioni sociali e strutturali del sistema complessivo, ponendo seriamente in discussione la validità e la razionalità dell'attuale modello di sviluppo (e sottosviluppo) che possiamo definire tardo-capitalistico. Le drammatiche vicende di questi giorni hanno fatto emergere dalle macerie sociali e dai cumuli di spazzatura, dove qualcuno intendeva tenerle sepolte, le gravissime responsabilità storico-politiche, locali e nazionali, che hanno condotto all’attuale situazione di esasperazione, rabbia e rivolta popolare. E' necessario spiegare e far comprendere all’opinione pubblica le ragioni che hanno spinto (e spingeranno) la gente a ribellarsi. Occorre contrastare con fermezza gli squallidi tentativi mediatici di disinformazione e di criminalizzazione di una giusta vertenza di massa. Altrimenti si rischia di tacere le reali responsabilità politiche (che sono criminali) assecondando il meccanismo di propaganda che punta ad affermare la linea (filo-camorrista) degli inceneritori come soluzione della “emergenza”. Un problema esploso drammaticamente negli ultimi anni, ma che affonda le sue radici in tempi indubbiamente più remoti. Pertanto, è ovvio che il problema riguarda tutti, non solo le popolazioni di Napoli e della Campania, non solo le comunità meridionali, e nemmeno solo gli italiani, ma tutti gli abitanti del pianeta. La questione non può essere ridotta ad un ragionamento circoscritto che asseconda gli istinti più egoistici e particolaristici, per cui nessuno vuole la spazzatura altrui, in questo caso l'immondizia di Napoli, ma è necessario vincere ogni campanilismo e localismo, per promuovere ed impostare, invece, un discorso di solidarietà, di educazione e di sensibilizzazione culturale, morale e civile, di natura sovracomunale e intercomunitaria. Oltretutto, la spazzatura in questione non appartiene solo ai napoletani, ma probabilmente proviene in gran parte da fuori, anche e soprattutto dal Nord Italia e dal Nord Europa. Per decenni il territorio di Napoli e della Campania ha ospitato (ed ospita tuttora) numerose discariche abusive, gestite come tutti sanno dalla camorra, discariche dove vengono riversati i residui e i veleni più nocivi e pericolosi, di tipo chimico e persino nucleare, provenienti dalle zone più sviluppate e industrializzate del Nord Italia e del Nord Europa. Questa piaga decennale è una delle conseguenze e degli scotti che paghiamo a causa di un processo di sottosviluppo storico coloniale favorito dall'occupazione militare e politica del Regno delle Due Sicilie da parte dello Stato "unitario" italiano, sorto in seguito alle cosiddette "guerre di indipendenza" (o "guerre risorgimentali") che furono guerre di conquista e di rapina economica e culturale, condotte dalla monarchia sabauda con la complicità di alcune potenze europee (Francia e Inghilterra in testa), della massoneria anglo-francese e piemontese, nonché grazie all'apporto decisivo di squallidi e ambigui personaggi tra cui il pirata-massone-carbonaro Giuseppe Garibaldi, esaltato come "eroe nazionale" dalla falsa e mistificante mitologia filo-risorgimentale. La soluzione estrema escogitata dal governo Prodi per rispondere al problema che ormai sembra essergli sfuggito di mano, è stata la nomina del "prefetto di ferro" Gianni De Gennaro (famigerato "manganellatore" responsabile della mattanza di Genova nel luglio 2001) in qualità di "Commissario straordinario per l'emergenza", dotato di superpoteri e delegato a "risolvere" il problema così come è stato abituato a fare finora, ossia ricorrendo alla brutalità poliziesca. Insomma, se ancora ci fossero dubbi, la risposta adottata dal governo è precisamente una reazione di segno colonialista, che si traduce nell'invio dell'esercito guidato da un "uomo forte", così come fanno da sempre tutti gli Stati colonialisti di fronte ad una rivolta che esplode in una colonia. L'uso della forza e della repressione militare è esattamente nello stile, nella natura e nella storia dello "sbirro" De Gennaro. Infatti, come hanno riportato diverse fonti ufficiali di stampa, il premier Romano Prodi, al termine di un vertice tenuto a Palazzo Chigi e durato oltre tre ore, ha annunciato che per superare "l'emergenza" dei rifiuti in Campania "ci si avvarrà del concorso qualificato delle Forze armate per le situazioni di straordinaria necessità e urgenza". Tradotto in altre parole, c'è da aspettarsi una nuova mattanza sociale, come quella vista a Genova durante le "roventi" giornate del G8? Come ha scritto Franco Berardi, in arte Bifo, in un bell'articolo apparso su vari siti web, "la scelta di spedire De Gennaro a Pianura trasforma il governo dell’impotenza in un governo di polizia". A questo punto, con tale scelta scellerata cade anche l'ultima differenza che si poteva scorgere, benché faticosamente, con l'esperienza del governo Berlusconi. Lucio Garofalo

COMMENTI

19 Gennaio 2008 16:57

Ciao Pier, mi chiamo Lucio non Luca. Comunque, mi pare che stiamo dicendo più o meno le stesse cose. Come mai non riusciamo ad intenderci? Anch'io, come te, sostengo che bisogna muoversi ed attivarsi immediatamente, senza indugi e senza perdite di tempo, senza attendere invano il risveglio di masse popolari dormienti, timorose o servili, ognuno secondo le proprie reali capacità e possibilità, magari ricorrendo anche allo strumento della pirateria informatico-elettronica via Internet, o mediante altre battaglie ed iniziative da promuovere e organizzare utilizzando la Rete. Il resto l'hai spiegato tu...

Lucio Garofalo

19 Gennaio 2008 12:57

caro Luca, parli di tempi lunghissimi... saranno eterni se nessuno si muove! Io non credo più alla rivoluzione con le armi, anche perchè noi abbiamo solo le pietre e "loro" hanno le atomiche! ... ci sono altri mezzi, c'è internet, ci sono regazzi in-gamba a manipolare la "rete" ed entrare ovunque, ... ci sono molti mezzi non cruenti ma assai più efficaci... e c'è già la "struttuta" che potrà reggere e gestire questa Patria Terra, fatta di amore, rispetto, giustizia sociale, suddivisione equa dei beni e dei doveri, rispetto ecologico dell'ambiente, della natura, del cielo, l'abolizione delle proprietà private, delle guerre per accapparrare le materie prime, del libero mercato che uccide ed impoverisce, ecc ... La struttura sono le Nazioni Unite, magari con adattamenti e metodi più etici e morali... magari con un Ugo Chavez, un Fidel Castro, un Alex Zanotelli al vertice ... Se aspettiamo le masse, la gente, i popoli allora CAMPA CAVALLO! Son tutti pecoroni! La storia la fanno i leader carismatici, i "folli", la gente con le palle di ghisa e il cervello pesante e pensante, nel bene e nel male.

pier

11 Gennaio 2008 19:25

Ciao Pier. Sono in gran parte d'accordo con te. Tu hai tracciato e indicato una prospettiva di soluzione nel lungo (forse lunghissimo) periodo storico, che si potrà costruire nell'arco di tanti (mi auguro che non siano troppi) lustri, per cui non so se la nostra generazione o quelle immediatamente successive avranno la fortuna di assistere alla sua realizzazione concreta. Il Comunismo, inteso come come sistema di governo mondiale transnazionale, frutto di una rivoluzione palingenetico-sociale dell'umanità, che ristabilisca (con la forza, se necessario) la giustizia sociale globale e redistribuisca le ricchezze su scala planetaria, è un orizzonte non solo possibile, ma certamente necessario, pena l'autodistruzione dell'intero genere umano (anche solo per cause demografiche) e l'estinzione di altre importanti fome di vita terrestre. Ma nel breve e medio termine, cosa dobbiamo fare? Di fronte agli scempi e ai crimini commessi oggi in tante parti del pianeta, anche in casa nostra, dobbiamo restare inerti ed immobili, in attesa della palingenesi rivoluzionaria? Io penso che dobbiamo attivarci e impegnarci quotidianamente, ognuno secondo le proprie possibilità e capacità (magari anche scrivendo fiumi di parole pesanti come pietre, apparentemente inutili, che forse nessuno leggerà), per preparare il terreno all'avvento di una nuova epoca di rivoluzioni e di riscatto in senso progressista e comunista-popolare, per far compiere alla storia umana quei giganteschi balzi in avanti verso un sistema di organizzazione dei rapporti di lavoro e di produzione, più equi e più umani. Per abolire finalmente il più atroce dei delitti contro l'umanità: lo sfruttamento e l'asservimento del lavoro sociale! Lucio

Lucio Garofalo

10 Gennaio 2008 17:11

... è inutile, e lo sai benissimo, che lettere, parole, denuncie, sensibilizzazioni, colpevolizzare i borboni ed il sistema, denunciare i camorristi, i corrotti ed i corruttori, dare spiagazioni antropologiche, sociologiche e culturali e ... bla, bla, bla, non serve a nulla! Occorre un regime mondiale forte, duro, intransigente e razionale per portare ad ognuno, a tutti e dappertutto la GIUSTIZIA GLOBALE, cioè un COMUNISMO intransigente e senza scrupoli che possa imporre per almeno 3/4 generazioni la parità più assoluta dei diritti e doveri di ognuno. Poi, speriamo, il tutto potrà diventere "cultura" e potremo vivere in pace, in gioia, aver cibo ed acqua per tutti, ... e senza pattumi e cattivi odori. Muoviamoci per questo...senza cazzeggi, stupidaggini o soluzioni provvisorie ...

pier

COMMENTA