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19 Dicembre 2007 07:38

La CURA dei MEDIA: siamo arrivati tardi tutti, caro trasgender...

926 visualizzazioni - 1 commento

di Doriana Goracci

Loredana ha lasciato una lettera a sua madre e ad un amico per dire perchè moriva, con la sua sciarpa stretta intorno al collo per impiccarsi: ha incontrato spesso, troppo spesso il male di vivere, si chiamava all'anagrafe Paolo e aveva 16 anni. L'Italia ha conquistato il suo seggio, come dice Paolo Garimberti, per la battaglia vinta sulla moratoria per la pena di morte.C'è altro di cui parlare... Ma non è indifferente uno come monsignor Sgreccia o Monsieur Veltroni. Ai due personaggi ieri 18 dicembre è stato molto a cuore andare d'accordo in materia di unioni civili. Con molto buonsenso, uno non c'era e l'altro ha annunciato che per gli omosessuali ci saranno terapie adeguate. E' soddisfatto il monsignore di come ieri si è espresso il Consiglio comunale di Roma, l'altro il monsieur I care, se n'è diplomaticamente fregato, non c'era. Nessuno oggi osa denunciare per vilipendio alla religione quel "corpo di peccatori" a cui sta a cuore la sorte della "naturale" famiglia italiana, anzi a tempo pieno ormai la chiesa dimostra di avere a cuore la sorte dei puri italiani e romani, come il sindaco l'uomo del nuovo partito. Battersi per cambiare le leggi, come diceva Don Milani, può costare caro oggi, in tutto questo affollamento di a me me ne importa, mi è caro, io me ne frego... Certe tendenze sessuali vanno regolarizzate con terapie adeguate per poi essere condotte, loro le tendenze, al matrimonio. Loredana-Paolo nel frattempo si è suicidata:una "bella spallata", come quella di cui parla il monsignore, ha portato un minorenne di 16 anni, originario della provincia di Catania, a suicidarsi all'interno della comunità 'Alice' di Palma di Montechiaro (Agrigento) dove si trovava da tre mesi con 35 clandestini nordafricani tutti tra i 15 e i 17 anni, su disposizione del Tribunale dei minorenni . Viveva a Giarre, si chiamava Paolo, ma si sentiva donna e si faceva chiamare Loredana,era un transgender. Alcuni giorni fa, di notte un' operatrice ha aperto la porta della sua stanza e l'ha trovata impiccata alla finestra . La Procura di Agrigento, ha avviato una indagine e riconsegnato il corpo ai familiari senza disporre l'autopsia. "Loredana - dice ad Apcom Paolo Patanè - presidente regionale di Arcigay-Sicilia e responsabile nazionale giuridico dell'associazione - la conoscevo personalmente. Dopo uno scontro con il padre aveva subito una denuncia e gli era stata inflitta la pena alternativa del trattenimento presso una comunità". Loredana aveva percosso il padre fratturandogli delle ossa. Aveva anche presentato una denuncia nei confronti del padre per presunti atti di libidine ma la stessa è stata poi ritirata da Loredana. "Quando noi siamo intervenuti con i servizi sociali aveva 15 anni ma alle spalle aveva solitudine, denigrazione e non era accettata dalla scuola". Noi ci siamo interessati del caso da subito ... Noi abbiamo cercato in tutto il territorio nazionale una comunità idonea, abbiamo contattato anche i valdesi. Tante comunità, però, non l'hanno voluta. Alla fine si era trovata questa comunità di Palma di Montechiaro che era, comunque, di minori". "Quando è morta - ricorda - io ho pianto perché ho avvertito un senso di impotenza. La verità vera è che in Italia non esiste una struttura adeguata a questo tipo di persone. Mandarli dai tossicodipendenti è improprio. E' una materia molto delicata e complessa". "Noi - continua - avevamo scelto di rispettare la sua morte e segnalare attraverso Vladimir Luxuria l'inadeguatezza del sistema riservandoci di pubblicare una lettera per rendere omaggio a questa persona stritolata da una vita troppo complessa. Vivere da trans e con una identità diversa è difficile. Loredana era una persona di grande sensibilità. Siamo arrivati tardi tutti". Qualcuno invece ha molto a cuore tutte queste faccende, non se ne frega e alterna presenze e assenze, dichiarazioni e silenzi, manovre e azioni ad effetto nel meraviglioso mondo della Cura dei Media. http://reset.netsons.org/modules/news/article.php?storyid=1286

COMMENTI

20 Dicembre 2007 13:01

Giovani lgbt senzatetto a New York - Mi è appena arrivata questa notizia. Credo sia tristemente in tema con quanto ho scritto ieri in merito a Loredana-Claudio trasgender siciliana di 16 anni, suicidata. L’agire localmente e pensare globalmente... cos’è altrimenti l’uso della notizia, oltre l’uso che ne viene fatto di noi? Un nuovo studio, condotto dall’ Empire State Coalition of Youth and Family Services, e commissionato dalla municipalità di New York, dice che nella città ci sono almeno 3800 persone sotto l’età di 25 anni senzatetto, che vivono in strada, dormendo nella sotterranea, in ripari improvvisati o in edifici vuoti; quasi il 30% di essi sono lesbiche, gay e trans. Un numero tre volte superiore alla percentuale stimata della comunità lgbt a New York. Il risultato dello studio conferma le percentuali allarmanti denunciate dalla National Gay and Lesbian Task Force e dalla National Coalition for the Homeless all’inizio di quest’anno, in una loro indagine. Queste associazioni avevano anche denunciato vari episodi di discriminazione nei confronti delle persone lgbt senzatetto avvenuti nei rifugi finanziati dallo stato; e avevano sottolineato che circa un adolescente lgbt su quattro viene buttato fuori casa dai genitori dopo la scoperta del suo orientamento sessuale, spesso dopo essere stato oggetto di violenze fisiche. Una volta buttati sulla strada, questi giovani sono più vulnerabili degli altri rispetto ai problemi di salute mentale e abuso di droghe. http://www.365gay.com/Newscon07/12/121707hm.htm

Doriana Goracci

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