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28 Ottobre 2007 19:49

LE TEORIE DELLO SVILUPPO

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di LAURA TUSSI

LE TEORIE DELLO SVILUPPO di LAURA TUSSI Alla fine dell’800, Hall intuisce che il mondo mentale del bambino si discosta totalmente dalla struttura psichica adulta. Durante gli anni ’80 del ‘900 nasce la psicologia del ciclo di vita, secondo cui si deve considerare il soggetto in tutto l’arco dell’esistenza. Negli anni ’40 Piaget diviene il teorico della psicologia dello sviluppo cognitivo, seguendo un’impostazione biologico-genetica che si differenzia da Vygotskij. L’intelletto –secondo la teoria piagetiana- rende possibili sequenze di adattamento nei bambini, tramite l’assimilazione e l’accomodamento di schemi mentali cognitivi. Piaget diviene il teorico della teoria stadiale dello sviluppo cognitivo. Gli stadi sono: -sensomotorio (caratterizzato dall’interazione con l’ambiente e dalla creazione di rappresentazioni simboliche. Il pensiero è egocentrico caratterizzato da animismo, realismo e finalismo. -concettuale (preoperatorio, preconcettuale con rappresentazioni interne e gioco simbolico) - intuitivo (operazioni mentali, operazioni concrete, operazioni formali) Il bambino con la rappresentazione mentale dell’oggetto supera l’egocentrismo. Vygotskij si discosta da Piaget perché non si riferisce ad un modello stadiale, ma ammette anche involuzioni. Le funzioni psichiche dipendono da fattori socioculturali in cui cresce il bambino. La relazione parte dal primario rapporto con la madre, per cui si supera la fase dell’egocentrismo. Bowlby elabora la teoria dell’attaccamento, per cui sono importanti i primi legami affettivi nell’acquisizione del comportamento sociale e dell’adattamento nel bambino. Negli anni ’50 Bruner conosce Piaget e Vygotskij. La percezione non consiste in una risposta a uno stimolo, ma è un processo interno influenzato da valori, motivazioni, credenze personali. L’uomo possiede intenzioni e aspettative nei confronti della realtà. L’elaborazione di informazioni presuppone una categoria, inferendola dalla realtà. Da dove viene questa capacità? Dalla svolta narrativa. Il pensiero narrativo, che si differenzia da quello paradigmatico, permette di vivere i rapporti interindividuali tramite la comunicazione sociale. La narrazione consiste nella capacità di attribuire senso e significato alla realtà. La psicologia dello sviluppo che si è venuta a determinare negli ultimi decenni, prima era connotata come psicologia dell’età evolutiva (evoluzione, stabilità, involuzione) per cui il bambino era considerato come l’adulto imperfetto. Così, attualmente, l’età adulta non è stabile ma subentrano continui cambiamenti ed involuzioni nel processo di crescita, quindi lo sviluppo avviene in un lasso di tempo maggiore. Con la progressione delle scienze umane, si sviluppano modelli deterministici unicausali, per cui si individuano le cause comportamentali nell’ambiente o in fattori biologici, si determina la corrente del comportamentismo basata sul modello stimolo-risposta e le teorie psicanalitiche fondate sul determinismo psichico, in quanto il comportamento deriva dalla pulsione istintiva. I modelli probabilistici multicausali affrontano la visione sistemica delle variabili nel tempo e la visione dinamica dell’evoluzione di sé nel tempo. Il modello probabilistico olistico, con l’interazione costruttivista, mutuata dalla psicanalisi contemporanea, individua nella relazione individuo e ambiente un sistema integrato e dinamico. Si determina così lo studio della complessità della situazione e dell’individuo in interazione con l’esosistema e non più isolato. Lo sviluppo cognitivo è la modalità con cui il bambino conosce e percepisce il mondo e la realtà. Si individuano 6 riflessi neonatali che scompaiono con la crescita: -rotazione del capo -suzione dito -marcia automatica -abbraccio virtuale -ritrazione dita del piede La Gestalt, corrente psicologica fondata da Wertheimer, spiega la percezione come modalità che viene prima dell’esperienza. La teoria comportamentista di Skinner, negli anni 30 negli Stati Uniti, sosteneva che determinati rinforzi potevano sviluppare il linguaggio del bambino che era imitazione del linguaggio dell’adulto. A questa teoria si contrappone Chomsky per cui l’espressione vocale e poi verbale è un sistema complesso appreso tramite un dispositivo innato, ossia il language acquisition device, grazie a cui il bambino diviene in grado di padroneggiare gli enunciati. Il linguaggio è un processo attivo e creativo secondo Chomsky e non imitazione come per Skinner. Lo sviluppo delle emozioni è parallelo allo sviluppo sociale e cognitivo. La teoria dell’attaccamento esplicita un sistema motivazionale di interazione tra individui in un contesto ambientale, mediante stimoli, segnali e scatenatori sociali. La motivazione parte da uno stato interno all’organismo di carattere -biologico -emotivo -cognitivo La motivazione è la guida dei comportamenti complessi finalizzati ad una meta, per esempio, tra le motivazioni primarie vi è l’alimentazione, il riposo, la sessualità, mentre fra i sistemi motivazionali complessi elenchiamo l’accudimento, l’agonismo, la cooperazione. L’attaccamento che appartiene ai sistemi motivazionali complessi, è la relazione con una figura significativa di riferimento che presiede all’accudimento. Secondo Freud l’affetto del bambino per la madre rientra in una motivazione secondaria perché la figura genitoriale provvede ai bisogni fisiologici. Bowlby ritiene che l’attaccamento avviene per una motivazione intrinseca e implicita, ossia la necessità del contatto. L’attaccamento si manifesta in base ad un processo omeostatico con l’ambiente. Il bambino quando avverte un pericolo esterno, immediatamente, per istinto, cerca la madre. Le caratteristiche dell’attaccamento sono: -sicuro -evitante -resistente -disorientante L’indice di un attaccamento sicuro consiste nell’accentuata ansia di separazione e nel conforto della madre. Quando il bambino cresce l’attaccamento non dipende più dalla distanza fisica, ma dalle qualità astratte interiorizzate, nel rapporto primario. Le rappresentazioni interne di relazione, sono i modelli operativi interni che influenzano nuove esperienze e strutturano la personalità. Lo stile di attaccamento è influenzato dal tipo di relazione che da bambina la madre ha instaurato con i propri genitori. Lo sviluppo sociale è un processo di cambiamento della relazione in tre principali contesti: -convenzionale -storico -biologico -sociale e si suddivide in: -età prescolare, la vita sociale si svolge nella scuola dell’infanzia -età scolare, in cui si svilppano progressi sociocognitivi -età preadolescenziale, la conflittualità in famiglia porta alla gruppalità. Si manifestano comportamenti a rischio con conseguenti crisi d’identità -fase adulta, il lavoro occupa un ruolo importante nell’equilibrio dell’identità. Si sperimenta la separazione dal nucleo famigliare ed il continuum apicale della generatività. LAURA TUSSI

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