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6 Ottobre 2007 19:45

Bocconi AVVELENATI

1110 visualizzazioni - 0 commenti

di Doriana Goracci

“Gettai i pezzi nella pentola, aggiunsi 7 chili di soda caustica che avevo comprato per fare il sapone, rimescolai il tutto finchè il corpo sezionato si sciolse in una poltiglia scura e vischiosa con la quale riempii alcuni secchi che vuotai in un vicino pozzonero. Quanto al sangue aspettai che coagulasse, lo feci attaccare al forno, lo macinai e lo mescolai con farina, zucchero, cioccolato, latte e uova, ho aggiunto un po’ di margarina, impastando il tutto. Feci una grande quantità di pasticcini croccanti e li servii alle signore in visita, ma ne mangiammo anche Giuseppe ed io”. E' Leonarda Cianciulli, una sventurata morta nel 1972 che racconta, mi è venuta in mente quando stamattina camminando per la strada principale di Capranica mi hanno detto più persone delle morti di quei "pets", animali domestici, quelli vale a dire che si tengono a casa o lì dappresso, morti per via di bocconi avvelenati. Qualcosa già sapevo su queste morti a catena, non denunciate e deprimenti, e qualcosa avevo meditato di dire quando ho saputo degli orsi avvelenati nel parco nazionale d'Abruzzo. Io vado avanti nella vita per analogie e una cosa me ne chiama un'altra, mi si aprono spesso quinte e scenari fino al punto di non sapere se sono in poltrona o nel camerino, non so più in quale casa-teatro devo andare, per ritrovare serenità. Allora scrivo per riordinare le idee, da casa su un treno per strada, prendo appunti. E' così che pur non avendo animali di sorta, se non alle volte zanzare mosche un topo trovato nell'orto e altri insetti non definibili, che penso a queste morti per veleno, non tanto ai morti in quanto tali ma ai vivi che comprano cucinano agghindano ...il boccone avvelenato. Sono passati i tempi del caffè alla Sindona, che ti fa dormire a vita, ma accade che mentre facciamo passeggiate in campagna o nei parchi cittadini o anche (a me è capitato) per la strada, ci potremmo imbattere in colli di pollo, pezzi di carne e lardo, salsicce, uova e altri residui di alimenti. Possono essere rifiuti scaricati senza civiltà o invece amorosamente manipolati e contenenti sostanze velenose e mortali, come la stricnina, sostanza che uccide in pochissimi minuti, trovata nei bocconi che hanno ucciso più di una decina di gatti e tre cani quì a Capranica, paese del viterbese. Migliaia di animali, domestici e selvatici, protetti e non, sono uccisi ogni anno dai bocconi avvelenati lasciati nelle campagne e nei boschi: le vittime sono cani e gatti - domestici e liberi - e animali selvatici come volpi, tassi, donnole, faine, e molte specie rare, come lupi, orsi, aquile, falchi, gufi, civette, corvi imperiali, faine, martore, aironi, cormorani. I bocconi avvelenati vengono rilasciati soprattutto per eliminare le specie considerate "nocive". In prossimità delle aree faunistiche, il lancio di bocconi avvelenati avviene in primavera, periodo di ripopolamento della selvaggina, in attesa dell'apertura della caccia.La pratica dei bocconi avvelenati viene usata anche dagli allevatori in pascoli e campagne, che abbandono carcasse di animali riempite di veleno per attirare lupi, volpi e rapaci. Il veleno viene anche usato per uccidere i cani da tartufo dei proprietari concorrenti, animali che possono valere fino a 2-3 mila euro. I bocconi avvelenati assumono la forma di polpette, biscotti o resti di animali infarciti di veleno. Le esche contengono cocktail micidiali a base di pesticidi e veleni di ogni tipo: erbicidi, metaldedide, fosfuro di zinco, anticoagulanti usati di solito come veleno per topi, fino alla potentissima stricnina di cui bastano 50 grammi per uccidere 1000 uomini e 3000 cani e la cui la libera vendita è vietata dalla legge. E ditemi, cosa aspettarci da chi avvelena la terra i corsi d'acqua con i veleni, i rifiuti nocivi e da chi amministra i comuni le province le regioni il Paese e si attarda con le parole e i pensieri e le opere non vengono mai effettuate o non potranno mai esserlo? E' stato fatto ad esempio un recente studio da due scienziati modenesi in collaborazione con Beppe Grillo, in cui si dimostra che vi sono prodotti alimentari regolarmente venduti in Italia e nel mondo, che contengono particelle di metalli pesanti altamente cancerogene, provenienti dal fumo di "termovalorizzatori ", che altro non sono se non inceneritori di rifiuti, microparticelle molto più pericolose delle macroparticelle dei gas di scarico delle auto, (le quali si depositano nei polmoni e comportano tosse e asma) perchè entrano nel nostro sangue e si annidano negli organi rimanendovi per sempre e provocando purtoppo gravi forme di cancro.I veleni ci circondano e non sono solo abominevoli bocconi avvelenati. Tornando alla cronaca, quella nazionale che viene letta e guardata magari solo per un giorno, cinque orsi, due lupi e una capra sono morti nel centro Italia per avvelenamento, tranne due cuccioli - che sarebbero stati uccisi dai genitori durante una disputa nel periodo degli amori - tutti gli altri sono stati avvelenati.Questo matricidio tra animali, mi aveva ricordato all'inizio la Cianciulli, nota come saponificatrice, che invece per amore dei figli uccise tre amiche nel tentativo di allontanare il malocchio. Si era convinta, parliamo della fine degli anni 40 che sua madre avesse gettato il malocchio sui figli, quindi uccise le sue tre anziane amiche perchè sembra che le ricordavano la madre. I resti delle sue vittime erano trasformati in saponette che regalava ai conoscenti. Gli inquirenti dell’epoca erano assai dubbiosi del fatto che la Cianciulli avesse potuto fare questi crimini da sola e perciò venne processato anche il figlio. Leonarda venne condannata a trent’anni di manicomio criminale e il figlio venne assolto. L'ultima vittima, Virginia Cacioppo, ex cantante lirica cinquantatreenne Virginia, il 30 settembre 1940 si recò a casa di Leonarda dove: «Finì nel pentolone, come le altre due (.); la sua carne era grassa e bianca, quando fu disciolta vi aggiunsi un flacone di colonia e, dopo una lunga bollitura, ne vennero fuori delle saponette cremose accettabili. Le diedi in omaggio a vicine e conoscenti. Anche i dolci furono migliori: quella donna era veramente dolce». Di quella folle donna se ne parlò per anni, io nata nel '50 carpivo discorsi come la storia di santa Maria Goretti in quanto canonizzata nel 1950 da Papa Pio XII ma in effetti morta nel lontano 1902 dopo un tentativo di stupro.Pare che i crimini fossero assai di meno in quella seconda metà del novecento, mentre ero giovane. Ho pasticciato un po' le storie di veleni che capitano dalle mie parti, che so ripetersi anche dalle vostre, lontane dalle mie. In questo la velocità della comunicazione ha del miracoloso ma nulla toglie alla tristezza di poveri corpi di bestie e persone e al territorio devastati dal veleno che uccide, come la parola e la spada. Il rimedio sembra solo diffidare e isolarsi, si ha paura. In effetti quei registi dei bocconi che ti fanno diventare tutti buoni per terra da ceci, quei compratori di carne e veleno, quei delinquenti che per soldi compiono crimini sull'umanità, pensano un po' ogni giorno a propinarci dosi letali. Stiamo forse diventando come Mitridate che alla fine chiese il colpo di grazia perchè oramai resistente ai più potenti veleni, prendendone un po' ogni giorno. Un antidoto anche quello. Doriana Goracci Capranica 6.10.2007 http://reset.netsons.org/modules/news/article.php?storyid=830

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