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23 Settembre 2007 15:13

Né con il grillo, né con il Gatto e la Volpe

2006 visualizzazioni - 21 commenti

di Lucio Garofalo

I partiti e i (nuovi) arrivati ed arrivisti Tutti conoscono (magari solo vagamente, per averla ascoltata, letta e studiata a scuola, o semplicemente vista al cinema o in televisione) la storia de Le Avventure di Pinocchio, la celebre fiaba inventata dall'estro creativo di Carlo Lorenzini (questo era il suo casato iscritto all'anagrafe), in arte Carlo Collodi. Sarà che io non ho mai ammirato il noioso ed invadente personaggio del Grillo (s)Parlante, profilo allegorico di tutti i perversi moralisti e i bacchettoni che si ergono a difesa dell'ordine costituito, di tutti i falsi e pedanti predicatori, paladini del buon costume, sempre pronti a sentenziare, a dispensare consigli al prossimo, ad impartire norme e precetti che loro sono i primi a violare. Né ho mai amato e stimato il ritratto dello stesso Pinocchio (tanto caro a Roberto Benigni), un tipo ingenuo e facilmente influenzabile, emblema di tutti gli sciocchi zimbelli e i burattini in genere. Tanto meno ho apprezzato la maschera di Mangiafoco, crudele metafora dei burattinai, degli aguzzini e dei carcerieri del sistema. Parimenti ho detestato e disprezzato quei birboni e farabutti che sono il Gatto e la Volpe, divertente allegoria dei numerosi imbroglioni, furfanti e mascalzoni in circolazione, sempre pronti a raggirare e derubare gli sprovveduti, anch'essi vaganti in gran copia. E ancor meno ho gradito il gendarmi, i codini e i forcaioli di ogni tempo, diffusi in ogni angolo del mondo. Invece, ho sempre preferito e seguito il ritratto allegro e strepitoso di Lucignolo, effigie simbolica dei giovani ribelli e disobbedienti, inguaribili sognatori, figura tipica dell'anarchico utopista e anticonformista, all'eterna ricerca della libertà e della felicità inseguite nell'immaginario ed onirico "Paese dei balocchi"... Sarà anche per questo (ed altro ancora), ma francamente non riesco a nutrire una sincera simpatia verso il comico-mitico-arcicarismatico-sclerotico-leader-antipolitico-né-di-destra-né-di-sinistra Beppe Grillo. E ancor meno provo attrazione verso quell'ambiguo ed enigmatico-magmatico-paradigmatico-pragmatico-programmatico movimento che i mass-media hanno già battezzato con il nome (davvero originale e fantasioso, eh eh eh!) di "grillismo". Certo, anch'io avverto un moto istintivo e irrefrenabile di avversione-repulsione-rabbia e disprezzo nei confronti di un sistema pseudopolitico sempre più laido, corrotto ed affarista, nel quale i (presunti) furbetti, impostori e ciarlatani, i peggiori carrieristi e gli arrivisti più cinici e spregiudicati la fanno da padroni assoluti e incontrastati. Per non dire cose peggiori... Comprendo (anzi, mi meraviglio che non sia sopraggiunta ancor prima) l'ondata di rigetto, di protesta e sdegno popolare, che si è manifestata in modo dilagante in occasione del V-Day, il mega-evento-nel-vento-mamma-mia-che-spavento, svoltosi lo scorso 8 settembre (data storica scelta non a caso) a Bologna e in altre città italiane, con collegamenti in alcune postazioni all'estero. Fidando e attingendo nella memoria storica collettiva e nell'esperienza diretta, ho sempre coltivato e mantenuto una profonda, legittima diffidenza verso i movimenti di questo tipo, sebbene mi sforzi di comprendere e spiegare le cause che li producono. In passato, abbiamo già conosciuto altre manifestazioni e movimenti (ben più vasti e potenti) di rigetto antipartitocratico-antiburocratico-antiaristocratico-antiplutocratico-antidogmatico-ecc. Abbiamo assistito ad altri "fenomeni" del genere, quali: quasi all'indomani della seconda guerra mondiale e nel pieno svolgimento del clima ancora infiammato della guerra civile scatenata dall'insanabile contrasto tra il fascismo e la Resistenza partigiana, apparve il Fronte dell'Uomo Qualunque, fondato a Roma nel 1944 dal commediografo, giornalista e (guarda caso) uomo di spettacolo Guglielmo Giannini; successivamente si affacciarono i Radicali liberi(sti) di Marco Pannella ed Emma Bonino, veri cani da guardia dell'ultraliberismo capitalistico-massonico-mafioso di stampo anglosassone; molti anni dopo (in)sorse la Lega Nord-Sud-Est-Ovest del pagliaccio-sovversivo-pistolero-bandito-e-fuorilegge Umberto Boss-i, dei vari Castelli (di sabbia), dei Maroni (rotti) & soci cabarettisti-disfattisti-lucio-battisti (su tutti vorrei citare il grande showman e capocomico della compagnia, l'ex ministro-clown Roberto Calderoli). Insomma, l'elenco è ben nutrito. Tutti i suddetti movimenti, (in)sorti con premesse più o meno analoghe, mossi da ispirazioni e motivazioni abbastanza affini, sono infine approdati al medesimo sbocco finale: inserirsi nell'alveo della tanto agognata-accerchiata-blindata-ristretta-maledetta Casta partitocratica. Infine, rammento che lo stesso Cavaliere (rossonero) Silvio Berlusconi-Dux-in-fundo si presentò in illo tempore con le fattezze del "nuovo che avanza", quale monumento simbolico dell'Antipolitica. Egli seppe interpretare ed incarnare in modo magistrale il diffuso malcontento popolare diretto contro i partiti, cavalcando abilmente l'onda (anomala) sentimentale dell'Antipolitica, ergendosi ad emblema e paladino dell'Antisistema e della battaglia antipartitocratica, per poi diventare l'esponente negativo per eccellenza del potere (bi)partitico-istituzionale, oltre che di quello economico-plutocratico e finanziario, nonché del "quarto potere", quello mass-mediatico. Insomma, un superconcentrato di poteri. Di tutti i poteri riassunti nella sua persona divinizzata-demonizzata. Un Dio Uno e Trino? Macché, Uno e Quartino (o Quintino)! Insomma, un vero superman-straUnto-del-Monsignore... Tuttavia, mi chiedo se tali accostamenti storici possano davvero servire ad inquadrare e comprendere fino in fondo un movimento che per certi versi risulta "inedito", quantomeno perché generatosi attraverso la rete web. Certo, gli stereotipi e i pregiudizi ideologici incombono sempre, annidati (come avvoltoi) dietro l'angolo-concavo-convesso-piatto-giro-ottusangolo, pronti ad emergere nelle menti conformiste-trasformiste aduse a ragionare mediante facili categorie convenzionali. Dunque, prima di esprimere giudizi affrettati ed errati, occorrerebbe capire ed afferrare le radici più oscure e profonde del fenomeno. Un fenomeno storicamente determinato (e su questo non possono esserci dubbi) dalla grave crisi di consensi e credibilità in cui versa da tempo l'apparato del potere politico (ri)costituitosi in Italia dopo la "bufera" politico-giudiziaria di Tangentopoli che investì i partiti della Prima Repubblica durante la prima metà degli anni '90. Un fenomeno le cui radici probabilmente affondano in eventi risalenti in parte a tempi abbastanza remoti (mi riferisco alla demolizione per via giudiziaria della Prima Repubblica e alla nascita della Seconda, tramite riciclaggio e ri-conversione dei rifiuti e degli scarti politici: si pensi ai vari Casini, Mastella e Rutelli, ossia ai portaborse e ai "delfini" dei Forlani, De Mita e degli altri pezzi da novanta del ceto politico legato al Pentapartito), in parte a momenti e ad esperienze a noi più recenti. Ma il parallelismo che mi pare più logico e scontato (che sovviene spontaneo e inevitabile), indubbiamente corretto dal punto di vista storico-politico, è quello con il "leghismo", di cui il "grillismo" si configura come il più degno erede, ancorché in una versione inedita di "sinistra", vale a dire come un revival delle istanze forcaiole e leghiste sorte negli anni '80 e '90, spostate e proiettate a "sinistra", in quanto adottate da una piazza popolare che è orientata prevalentemente a "sinistra", vale a dire collocata nell'area della "sinistra scontenta e delusa" dal governo in carica. In tal senso, se posso azzardare un'audace definizione, il "grillismo" si rappresenta come una sorta di "leghismo di sinistra", ovvero un "leghismo di marca girotondista". Ma qui vorrei soffermarmi per invitarvi a riflettere meglio su un punto. Il massiccio movimento di protesta che Grillo è riuscito a radunare e catalizzare attorno a sé, benché possa pretendere di aver ragione, accampando una serie di giuste rivendicazioni e motivazioni contro un (a)ceto politico assolutamente inadempiente, inetto, corrotto, inadeguato ed inefficiente (ma, aggiungo io, servile e subalterno rispetto ai poteri forti), tuttavia non riesce ad occultare e camuffare la sua vera natura autoritaria-codina-reazionaria, moralista-inquisitoria-poliziesca, populista-qualunquista e (s)fascista. Mi spiego meglio facendo un esplicito richiamo a quell'ipotesi di riforma che è diventata il principale cavallo di battaglia del movimento "grillista". Mi riferisco esattamente al disegno di legge popolare articolato in tre punti per un “Parlamento Pulito”. I tre punti della proposta sono: - NO AI PARLAMENTARI CONDANNATI. No ai 25 parlamentari condannati in Parlamento - Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado e in attesa di giudizio finale. - DUE LEGISLATURE. No ai parlamentari di professione da 20 e 30 anni in Parlamento - Nessun cittadino italiano può essere eletto in parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente. - ELEZIONE DIRETTA. No ai parlamentari scelti dai segretari di partito - I candidati al parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta. Ebbene, soffermiamoci a ragionare un pò sulla condizione (sine qua non) che per fare parte delle liste civiche occorre (oltre a non avere tessere di partito) essere "incensurati". Questo piccolo, all'apparenza insignificante dettaglio è estremamente rivelatore, è una spia che denuncia la reale natura (reazionaria e poliziesca) del movimento "grilliano-grillino-grillista". Questo è senza dubbio un elemento essenziale che conta molto più del folclore, delle manifestazioni di protesta, delle boutade, delle battute ad effetto e dei "vaffanculo" urlati contro la Casta partitocratica. Nel postulare una norma tanto rigida, il progetto "grillista" esprime e denota non solo un eccessivo timore reverenziale, un deferente e ser-vile ossequio nei confronti dell’azione classista e repressiva della magistratura, bensì tradisce un rigoroso e farisaico perbenismo piccolo-borghese, un legalitarismo e un giustizialismo "giacobino-girotondino" a dir poco inquietante. Nelle società classiste, la Legge, la Giustizia e il Diritto non sono mai imparziali. La Legge non è affatto "uguale per tutti", anzi. In un ordinamento giuridico-politico ed economico-materiale strutturato sulla divisione sociale del lavoro, incentrato sullo sfruttamento delle mansioni produttive ridotte e costrette in un regime salariale, costruito sull'esistenza e sulla tutela della proprietà privata, le leggi dello Stato non sono mai asettiche e neutrali, ma sono viziate e pregiudicate, dunque corrotte e compromesse, schierate ed applicate a beneficio del più forte, del ricco e del potente di turno, sono il prodotto storicamente determinato dai rapporti di forza e di potere insiti in una data formazione sociale in un dato momento storico. Oggi si può incappare facilmente ed ingiustamente nelle maglie della (in)Giustizia repressiva borghese, per cui si può essere "censurati" per molteplici e diverse ragioni, tra cui i "reati d'opinione", i"delitti" contro la proprietà privata e contro l’ordine costituito. La conseguenza immediata e drammaticamente concreta del disegno di legge proposto dal movimento "grilliano-grillista" è proprio quella di bollare come "colpevoli", "rei" o"delinquenti", tutte le vittime del sistema carcerario e repressivo della (in)Giustizia di classe, negandogli ogni diritto politico, espellendoli e segregandoli dalla "comunità politica", ossia escludendoli dall'alveo della cittadinanza. In tale progetto di esclusione-discriminazione-repressione si rivela la natura autenticamente autoritaria, oppressiva e poliziesca, classista e fascista del "grillismo". Per tali (ed altre) ragioni, ho deciso di schierarmi apertamente contro un simile movimento. Affermo ciò non senza un lieve rammarico, nel senso che malgrado io non sia un servo dell'ordine costituito, ossia un funzionario di partito, per cui anch'io avverso e combatto tenacemente il sistema politico vigente, tuttavia non riesco a simpatizzare per l'iniziativa e la polemica di Grillo. Una battaglia che reputo disfattista, (s)fascista e qualunquista: vorrà dire che mi beccherò una valanga di critiche, di ingiurie e di offese da parte dei "grillini-grillisti-grilletti". Dirò di più. Io credo che il tema della corruzione non appartenga solo e semplicemente alla vita politica italiana, non investa solo la classe politica "digerente" (ahimè, mi son concesso una comoda e banale battuta di stampo qualunquista) del nostro paese, ma costituisce una questione più ampia e complessa (direi globale) della politica così come viene concepita e praticata negli attuali ordinamenti tardo-post-neo-capitalistici. La corruzione è ormai un tratto costituzionale complessivo e distintivo di tutti gli Stati borghesi, un aspetto organico ed insito negli assetti politico-statali contemporanei. Ridotti ormai a veri e propri comitati d'affari. La corruzione non è una prerogatica esclusiva dei partiti politici italiani, ossia del Parlamento italiano pieno zeppo di inquisiti, di gente spregiudicata e senza scrupoli. In realtà, la corruzione è una "malattia" che infetta l'intero corpo sociale, una caratteristica fondamentale e fondante del sistema economico-imperialistico incentrato sull'ingerenza e sullo strapotere globale esercitato dalle corporation multinazionali. Che sono molto peggio dei partiti politici, nella misura in cui altrove dirigono e tiranneggiano direttamente i governi, senza filtri o mediazioni di sorta. Si tratta di colossali associazioni a delinquere legalizzate che operano su scala planetaria e che violano apertamente e ripetutamente i diritti umani e civili dei popoli e dei lavoratori del Sud del mondo, in Africa, in America Latina, in Asia. Del resto, lo stesso Lenin scrisse quasi un secolo fa "Stato e rivoluzione", un'opera classica del pensiero marxista e rivoluzionario in genere. Un libro formidabile in cui Lenin si propose di indagare e conoscere la reale natura dello Stato, partendo da un'analisi scientifica delle forme e dei meccanismi che regolano la "democrazia capitalistico-borghese", intesa e definita come "dittatura di classe della borghesia". Con vero furore anarchico Lenin riuscì ad esprimere e sviluppare una critica radicale volta a spezzare ed abbattere la macchina statale della borghesia imperialista, non solo nella veste della "Repubblica democratico-parlamentare", ma dello Stato capitalistico tout-court. Un apparato statale criticato e rifiutato integralmente, nella sua totalità, quindi da capovolgere e rovesciare, se necessario, anche con metodi violenti. Che non sono certo quelli del "grillismo". Lucio Garofalo

COMMENTI

3 Ottobre 2007 17:25

Questa replica è specificamente dedicata al signor Pietro Fois. Il quale dimostra di non aver capito un bel nulla, visto che mi accomuna a "quelli" della compagnia comica capeggiata da Emilio Fede & soci... Non aggiungo altro. Credo di aver spiegato abbastanza chiaramente (anche troppo) la mia posizione. Persino nel titolo, che mi pare davvero eloquente: "Nè con il Grillo, né con il Gatto e la Volpe"... Nell'allegra combriccola del Gatto e della Volpe sono da annoverare anche "quelli" a cui si riferisce ottusamente il signor Fois. Il quale accusa un palese limite di comprensione. Saluti scortesi anche a lei!

Lucio Garofalo

1 Ottobre 2007 22:19

Caro Garofalo. mi sembra che lei abbia sbagliato sito ..sicuramente sarebbe più apprezzato e compreso fra "quelli" della tv presenziata da "emilio fido". Saluti ....per niente cordiali ! p.fois

pietro fois

27 Settembre 2007 20:05

Caro Garofalo, che le nostre lettere non siano degne di una tua risposta mi sembra comprensibile, da parte tua. Che tu ci chiedi di fare un trattato di come vorremo lo Sato, di come riorganizzeremmo la formale democrazia italiana, di cosa c'è di sbagliato etc. etc. (perché sembra questa la richiesta, visto che parli di contenuti e questi lo sono) beh, abbi pazienza, ci vuole un trattato, non un articolo, se si vuole scrivere qualcosa di giustificato e non apodittico. Non credo sia lo spazio e il luogo adatto. Se, delle cose di Grillo, è il cosiddetto "giustizialismo" che ti dà più fastidio (ma non dimenticare che nel 1992 la Sinistra, AN e la Lega - per elencarli tutti - non sono andati troppo per il sottile; la Sinistra!!! Che oggi è diventata garantista!!!! Almeno gli altri due continuano a non essere tali!), non ho problemi a dirti che è evidente che nel quadro più pacato di una legge, il divieto dovrebbe essere circostanziato a certi reati. Ovviamente per te è sempre giustizialismo, per me e molti altri no. Pazienza! Infine, che tu non abbia tessera di partito non dimostra niente. Ti risulta che Mieli abbia la tessera del fantomatico Ulivo et similia? No, ma il "suo" giornale ha apertamente appoggiato il voto a Sinistra. La tessera non è più necessaria. Ciao Garofalo. Graziano

grazfois

26 Settembre 2007 14:23

Ex gregis Lucio Garofalo, semplicemente delirante. Grazie

vittorino albenga

26 Settembre 2007 14:15

Allora, a parte i vari vaffa (che lasciano il tempo che trovano e che io restituisco al mittente), i vari insulti gratuiti e villani (poi vedremo esattamente quali) ed altri termini, toni ed accenti non certo pacati e misurati, ma a dir poco rabbiosi ed aggressivi (che a mio parere confermano e tradiscono ulteriormente la natura autoritaria e violenta - per non dire peggio - del movimento), tra tutti i "commenti" ricevuti non ho letto alcuna critica davvero giusta, valida e costruttiva, quindi degna di nota e di menzione, ossia meritevole di una mia replica. Pertanto, il mio intervento è puramente retorico e superfluo. Nel contempo vorrei subito esternare il mio convincimento, rafforzato e ribadito dal livore, dall'astio e dalla stizza con cui sono stato assalito (verbalmente, anche perché se mi scontrassi con voi fisicamente ne uscireste con le ossa rotte, come minimo), ingiuriato e provocato, senza nemmeno conoscere il sottoscritto, né supporre chi io possa davvero essere e senza tener conto del fatto che il sottoscritto non è assolutamente (né lontanamente) un esponente della Casta, tanto meno un suo servo, lacchè o funzionario, anzi. Vi confesso che la cosa mi fa solltanto ridere, poveri, miseri "grillini", "grilletti" da quattro soldi che non siete altro!... Il fatto è che la mia opposizione alla classe politico-economica dirigente di questo sventurato Paese (sventurato anche per i movimenti di "rigetto" e di "protesta" che periodicamente produce, a partire dal fascismo negli anni '20 del secolo scorso, per finire alla Lega Nord...) non si estrinseca, né si limita, ad un generico ed inconcludente "vaffa", che non serve a nulla, non risolve nulla, e che chiunque è in grado di urlare all'indirizzo di un ceto politico composto da corrotti, affaristi, inetti, imboscati, evasori, inquisiti e chi più ne ha ne metta. Un dato di fatto talmente evidente che io non mi sogno certo di negar o mettere in dubbio, anzi sono il primo a contestare e criticare aspramente, duramente, radicalmente l'attuale sistema politico-economico dominante. Ma con altri metodi, altri contenuti ed altre forme, soprattutto con altre finalità ed intenzioni, con altre risposte ed altre ipotesi di soluzione. Che non hanno nulla a che vedere con la proposta grillista di l'esclusione dalla cittadinanza e dai diritti politici (seppure connessi e concessi ad una democrazia puramente formale e rappresentativa come la nostra) di tanti poveracci, precari, disoccupati, lavoratori, operai che, in seguito ad un licenziamento, decisono di protestare e ribellarsi, rischiando l'arresto e la galera, quindi la censura e un precedente penale. Perdendo, di conseguenza, ogni diritto a candidarsi ed essere eletto. Insomma, oltre al danno la beffa! Detto ciò, passo ad elencare sommariamente e disordinatamente gli appellativi che mi sono stati "gentilmente" attribuiti. Allora, procedendo alla rinfusa e cercando di rammentare e citare solo i "concetti" più gravi ed offensivi, mi avete dato del: servo della Casta partitocratica (io che non detengo alcuna tessera di partito, né sindacale), addirittura prezzolato a suon di dollari ed euro; servo dell'informazione di regime (proprio io!), ossia di certa stampa potente e ben pagata, al servizio della Casta; moralista (senti chi parla di moralismo!) intellettuale e pseudo-comunista, quando chi cavalca l'onda del moralismo e del giustizialismo siete proprio voi "grillini" (a cominciare dal Grillo sparlante che si erge a paladino della moralità e della legalità pubblica, spacciandosi anche per uomo di sinistra, al solo scopo di accativarsi le simpatie della piazza e del popolo della "sinistra" scontenta e delusa); cretino ed altro ancora, soltanto perché ho compreso ed ho avuto l'ardire e l'audacia di smacherare la reale natura (codina e forcaiola) di tale movimento, benché camuffato sotto mentite spoglie "sinistre". Per ora mi fermo qua. La polemica ve la siete cercata e, visto che amate tanto certi epiteti ed improperi, vi mando tutti aff...

Lucio Garofalo

25 Settembre 2007 21:53

Grande Graziano!!!

tamara

25 Settembre 2007 21:02

Carissimi,in riferimento alla lettera di Lucio Garofalo "nè con il grillo..."vi ringrazio per i vostri commenti che condivido e sottoscrivo .Vi ringrazio anche per avermi evitato lo sforzo di formulare il mio pensiero cosa che dopo una snervante giornata di lavoro mi risulta particolarmente gravoso. Caro Lucio Garofalo per educazione civica e morale non ti mando a ... ma ti esorto ad adottare un atteggiamento più empatico e meno pregiudizievole...almeno fino al punto da renderti conto che con le tue seghe mentali ti fai solo del male e dai spago ai vari politici che se la ridono sotto i baffetti intanto ci pensiamo noi poveri tapini a mantenere i loro privilegi e a mandare avanti l'Italia.Ti sei mai chiesto perchè i politici quando esternano si rivolgono agli italiani con formula che li esclude dalle varie dichiarazioni, programmazioni di governo ecc...? E loro ? Non sono italiani loro? quando e se troverai la risposta forse riformulerai i tuoi pensieri...

flavia stella

25 Settembre 2007 20:40

Caro Garofalo, a parte indirizzare il ragionamento verso vaghi territori, mettendo tutto e tutti nello stesso calderone, sei hai tanta paura del moralismo piccolo-borghese, perché ci dovremmo scandalizzare del saccheggio Berlusconi? Perché i cari tuoi amici non parlano di moralismo quando si parla dei suoi processi, ma parlano di giustizia? Tu meni il can per l'aia, tu ragioni e sragioni per arrivare alle solite categorie da post-sessantottino: qualunquismo. Chi non approva una parte e l'altra è un qualunquista. Sei uno stereotipo di storia passata. Poi ti piace Lucignolo, l'inutile anarchico, l'inutile sognatore, colui che fa casino ma non nuoce ai potenti perché è solo disobbidiente ma ludico e quindi invece di accorgersi delle malefatte va a giocare al paese dei balossi. Lascia stare Collodi, tieniti le tue categorie datate 1968, sei un garzone di bottega, critica il padrone, ma gli sei sempre fedele. Graziano

grazfois

25 Settembre 2007 17:23

certo che ha portato una marea di esempi,citato tantissimi personaggi,senza arrivare a nulla. è quindi giusto che il parlamento sia il rifugio di tanti lucignoli,gatti,volpi e furbastri vari.o i sbaglio?per quanto riguarda grillo,ritengo che lei sia invidioso.la saluto

micci sergio

25 Settembre 2007 10:41

Caro Garofalo, una delle regole che di base in un sistema democratico è quello di essere chiari e concisi per consentire a tutti di esprimere il proprio pensiero. e capire quello degli altri. Ora gli sproloqui come quello da te partorito mi sembrano inutili e fuorvianti. Essere critici è alla portata di tutti, difficile rimane essere propositivi. Ma per piacere...!!!

Enzo

25 Settembre 2007 10:29

Lettera senza nè capo nè coda, stereotipo vero del qualunquismo tanto affibbiato a Grillo. Da leggere in periodi di stitichezza.

luca assirelli

25 Settembre 2007 07:35

Non sono d'accordo con Garofalo. La magistratura ha svolto un'azione importante contro la prepotenza dei partiti nell'ambito di uno Stato che si regge o dovrebbe reggersi su una Costituzione democratica molto avanzata. Diversa era la Russia degli zar, dove operava Lenin. Io la penso come Grillo. Non devono esserci neanche delle ombre su coloro che ci devono rappresentare in Parlamento. Se queste ombre ci sono,si tratta di persone indegne di rappresentarci.

Frank

25 Settembre 2007 01:41

E bravo invece il nostro moralizzatore intellettuale pseudo comunista, è facile fare quelli con la verità in tasca,soprattutto quando si ha essa piena di soldi....ma quando arriva qualcuno ad intaccare i privilegi che si puntano ad ottenere dalle parlamentari strade ritrovate, tutta la sinistra istituzionale (ed in quanto istituzionale è un'istituzione e quindi non cambiera mai un bel niente,farà solo l'interesse della sua bottega) è in subbuglio perchè rischia di perdere subito il seggiolone su cui si è seduta peraltro da poco. Mi chiamo gianluca,sono sempre stato comunista mai giustizialista ed antipoliziesco....a favore però della giustizia uguale per tutti e della polizia non solo per i poveri cristi, cosa esattamente contraria a quello che sta facendo la nostra bella sinistra istituzionale, tutelando le rendite finanziarie, i parlamentari inquisiti approvando un'indulto che si è fatto per liberare i politici corrotti inquisiti(e gli anni 70?),continuando ad appoggiare guerre nelle varie parti del mondo ed avvallando le politiche liberiste di un governo eletto dalle banche,cioè espressione del potere finanziario....questa sinistra non ha i titoli per criticare Grillo,anzi dovrebbe essere entusiasta e farsi promotrice delle sue battaglie.....spero anch'io che non entri in politica,perchè corromperebbe il suo sano attivismo con le dinamiche malate di questa falsa democrazia clientelare, ma spero che aumenti l'astensionismo alle elezioni politiche e la pratica della democrazia diretta,in qualsiasi forma possa manifestarsi....stando così le cose ,all'oggi non rimane altro che ringraziare Beppe Grillo per la rumorosa sveglia che sta dando ad un'Italia incancrenita ad una deriva consociativa,clientelare,lobbistica dove tutti stanno trovando il loro comodo posticino.

gianluca

25 Settembre 2007 01:03

sig. Lucio Garofalo, la sua lunghissima lettera mostra una confusione rilevante sul "movimento" e sul significato delle azioni di Beppe Grillo, dei grillini e del popolo del VAFFA day. Circa un milione di persone ha condiviso il VAFFA day e quindi, per correttezza e rispetto almeno, non insulti un milione di suoi concittadini. Ma piuttosto cerchi di ascoltare se proprio non vuole partecipare. Lei non si cura della coerenza di molte affermazioni, mette insieme fascismo e comunismo, dichiara come verità alcune sue convinzioni, fa affermazioni apodittiche senza alcuna relazione causa -effetto e potrei proseguire. Mostra una notevole carenza di informazioni su Beppe Grillo, i grillini , le azioni fatte ed i risultati ottenuti. Valutare dall'esterno, non partecipare e criticare sono pessime abitudini di molti cittadini e lei si allinea a questo stile così inconcludente e dannoso, forse all'origine di molti malfunzionamenti del sistema ITALIA. La sua lettera è piena di pregiudizi di ogni tipo e davvero molto molto lunga. Ci racconti del suo impegno civile in qualche progetto per aumentare le libertà politiche o economiche dei cittadini. Ci racconti di qualche suo contendere col "potere", ci faccia capire lei che cosa ha fatto per gli altri. Sarà molto più interessante e positivo sapere che cosa lei ha fatto per noi, per gli altri, piuttosto che leggerla nei suoi pensieri "contro".

Renzo Provedel

25 Settembre 2007 00:15

Ma sei pagato da dollaretti o eurini strisciantidi certa informazione pilotata? Concordo. Sei più sfascista tu con questa pseudocritica senza controproposte. Se avevo qualche dubbio, le tue parole semivuote mi hanno convinto a sostenere Grillo. E anch'io torno a fare qualcosa di utile. Ciancione.

Roby Ferremi

25 Settembre 2007 00:05

Caro Garofalo, sono d'accordo con Lei. Grillo è solo un pericoloso "qualunquista antipolitico" che ha problemi di schizzofrenia bipolare e isterismo volgare. Come i fascisiti. Ma, non confondiamo Grillo con la strategia politica e di vera Lotta Rivoluzionaria Politica con le Brigate Rosse, Autonomia Operaia, Prima Linea gli Autonomi e gli Anarchici e sopratutto dell' Autonomia non violenta della FIOM. Perfavore!!! IL cabaret fa ridere, l'impegno politico, è una cosa seria. Caro Grillo, sii più specifico!!! Perchè non chiedi di rispondere alle proprie responsabilità di sfascio politico,economico e di sviluppo delle infrastutture, ai 50 anni di democrazia cristiana e a 5 anni di Berlusconi?

pierluigi dattis

24 Settembre 2007 18:36

Mi sembra un discorso un po' strano...Dobbiamo scegliere i nostri rappresentanti tra milioni di cittadini e quindi è necessario che queste persone siano le "migliori". Ma quali devono essere i principi ai quali ispirarsi per selezionarle? Il problema maggiore della società non è per caso la moralità? E come possiamo giudicarla se non chiedendo di eleggere persone incensurate? Mi sembra che il suo discorso non stia molto in piedi.. Come anche Garofalo ammette è un problema di tutte le democrazie quello della corruzione e allora perchè accanirsi contro le condanne??

marco m

24 Settembre 2007 18:35

non mi sembra sia una lettera degna di attenzione.

daniele

24 Settembre 2007 16:46

Caro Lucio, Io trovo Grillo un comico impareggiabile, una persona di notevole onesta', che si e' mostrato capace di un impegno personale che pochi (nessun che io conosca) sanno dimostrare. Ho delle perplessita' su certe sue forme di espresione, mi chiedo se non siano a voltre controproducenti e vorrei invitarlo ad essere piu' prudente. Ma il ricordarci che "NOI SIAMO LA STORIA", ciascuno di noi, in prima persona, rimane un'opera assolutamente valida. Sta a noi pretendere che le reglole del gioco siano rispettate, che le regole non siano cambiate in corso d'opera per interessi particolari! Basta con i politici come Semiramide .."Ell'e' Semiramis lussuriosa che libito fe' lecito in sua legge".. diceva DANTE. Basta con le deleghe in bianco a "politici" che, una volta votati, diventano sempiterni semidei. Hai ragione, il problema e' ubiquito e connaturato alle societa' (umane?) ma il mettere dei paletti a quello che viene accettato e quello che non lo e' e' un problema di NOI, ORA e QUI. E Grillo e' l'unico che lo dice e fa, con tre semplici paletti. La regola di cercare di tenere lontani dall'esercizio dell' amministrazione della cosa pubblica le persone che hanno manifestato la loro inadeguatezza al punto di farsi condannare per reati contro lo stato, la persona, l'ambiente, il patrimonio e' sacrosanta! Anche questo principio puo' essere disorto, dare origini ad abusi, ma questi altri abusi saranno combattuti a parte: non devono esserci "reati di opinione", e la legge DEVE essere applicata "erga omnes" (uguale per tutti), deve rispettare i principi del diritto e la costituzione. I mezzi ci sono applichiamoli e pretendiamo che siano applicati, invece di elevare alcuni gli abusi a giustificazione di altri! E' buono anche stimolare un vero ricambio della classe politica, sapere che dopo dieci anni devi fornire un erede puo' solo far bene! crera' un vivaio, un ambiente di crescita e di discussione con qualche speranza in piu'! E poi: elezioni in cui, prima di tenerle, gia' si conoscono i nomi dell'ottanta per cento di quelli che saranno eletti (come e' stato per le passate elezioni) eletti scelti a priori dai partiti , NON SONO ELEZIONI SONO FARSE DA DITTATURA!! Poi scusami sai, ma se vedi delle somiglianze tra GRILLO e BOSSI (anche con quello di prima che gli rubassero la macchina blindata nel garage di casa, avvertimento nel piu' puro stile mafioso che il Senatur recepi' subito allineandosi immediatamente e per sempre ai dettami del potere vero), se per te davvero GRILLO =BOSSI, allora e' chiaro che: o non hai capito in che mondo vivi, o che stai cercando di svolgere un lavoro per qualcuno. nel primo caso e' la maledizione della sinistra: il sacro fuoco ideale fa perdere di vista chi sono i veri nemici e chi i compagni di strada... come a Grillo quando attacca (troppo) PRODI in questo frangente storico, o come te, che attacchi Grillo, o, piu' tragicamente, la sinistra radicale degli anni '20 che per poter continuare a distinguersi dai riformisti, al'insegna del "tanto peggio, tanto meglio", si addossarono l'oggettiva responsabilita' storica di aprire le porte del parlamento alle camice nere del DUCE. In ogni caso piu' di 2000 parole, anche se tutte attaccate o quasi, non mascherano una mancanza di visione politica, di cosa e' oggi fattibile e cosa non lo e' nel contesto globale, che e' resa ancor piu' stridente da altre tue lettere che tale visione sembrano invece manifestare. Oltre tutto facciamo attenzione: gia' sono cominciate le manovre per distruggere Grillo: possibilmente una distruzione politica, presentandolo come un disonesto, forse anche sospetto di terrorismo (con le relative leggi speciali gia' in atto in tutta europa, leggi regalateci dall'11/9 ed abbracciate da troppi politici conniventi e antidemocratici, i discorsi di MAZZA assumono l'aspetto di una plumbea cappa). Ma la logica del potere potrebbe gia' aver pensato anche ad un meccanismo piu' fisico, una "coincidenza" che rendesse vittima di un "incidente", o di qualche "terrorista" o "criminale" che non sara' mai preso e che dara' anche l'opportunita' di dare un altro giro di vite all'ordine pubblico, o magari droga od armi si materializzeranno inspiegabilmente in qualche sua proprieta'... Non possiamo impedire che i referenti di AN in RAI lo facciano. Capiamo che lo facciano "i sinistri ora al governo" (anche solo per paura di perdere il posto). Non si capisce perche' dovremo farlo noi! Eppure...

Alessadnro Argentini

24 Settembre 2007 16:20

Quali sarebbero questi "giusti" delitti contro la proprieta' privata e contro l'ordine costituito che farebbero incappare nella (in)Giustizia repressiva borghese? qui non si parla di censura (o volevi dire condanna?) ma si parla di non permettere a gente condannata "in via definitiva" di andare in Parlamento. Uno dei reati di opinione per cui oggi si vada (o si rischi di andare) in galera e' apologia del fascismo o vogliamo depenalizzare anche questo? Concordo con lei quando dice che oggi si puo' essere censurati "preventivamente o punitivamente" (aggiungo io) o accusati (in)Giustamente proprio come fa lei quando definisce i sostenitori di Grillo "grillini-grillisti-grilletti": grilletti, proprio come il pensiero del direttore del Tg2. Complimenti.

Carlo Migoni

24 Settembre 2007 14:26

Vabe' quindi? Tante sciorinate parole per dire?... Se vuoi fare qualcosa fornisci almeno un'alternativa; altrimenti niente, grazie. Ora torno a fare qualcosa di utile.

Luca Fagioli

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