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13 Settembre 2007 00:38

Solidarietà alla FIOM

790 visualizzazioni - 0 commenti

di pierluigi dattis

Ex dipendente, anzi, ex risorsa umana commerciale (cioè prendere dai clienti gli ordinativi e le commesse in Italia all'estero) Metalmeccanico: Solidarietà totale alla decisione della FIOM. Da tempo,ormai, spremuti come limoni per far arricchire gli altri senza reinvestire in formazione,tecnologia , sicurezza nelle fabbriche ed espansione commerciali nei vecchi e nuovi mercati. Managament disastroso incompetente con alti stipendi dirigenziali e che quando vengono liquidati dopo i disastri commerciali o amministrativi di un'azienda metalmeccanica si sistemano per tutta la vita dopo aver fatto "il vigliacco e Cerebroleso"mestiere del tagliatore di teste. Tagliare e sfruttare e facile, da vigliacchi. Espandere un'azienda contando sulle qualità dei propri collaboratori trattati dignitosamente, è da imprenditori coraggiosi e strategici, intelligenti e di successo. La Federazione Italiana Impiegati Operai Metallurgici è il sindacato dei lavoratori operanti nelle imprese metalmeccaniche che fa capo alla Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL). È il più antico sindacato industriale italiano. L'attuale segretario generale è Gianni Rinaldini (2006). Nel 2004 gli iscritti erano 363.326. Nacque a Livorno il 6 giugno 1901 con il nome di Federazione Italiana Operai Metallurgici . Nel 1906 partecipò alla fondazione della Confederazione Generale del Lavoro (CGdL, oggi CGIL). Firmò nel 1919 il primo accordo nazionale con i rappresentanti degli industriali, che prevedeva, tra l'altro, la riduzione dell'orario di lavoro a 48 ore settimanali (8 ore al giorno per sei giorni alla settimana). Dopo il fascismo fu rifondata, nell'ambito della nuova CGIL unitaria, con il IX Congresso che si tenne a Torino nel 1946, presieduto da Giovanni Roveda, e durante il quale cambiò il proprio nome in Federazione Impiegati Operai Metallurgici, lasciando invariata la sigla ma allargando la propria rappresentanza. Il primo contratto nazionale del dopoguerra venne firmato nel 1948, ma il contratto più importante della sua storia è quello del 1970, con il quale l'orario di lavoro passò da 44 a 40 ore alla settimana e il sindacato acquistò piena legittimazione all'interno delle fabbriche. In più di un secolo di storia, la Fiom è stata guidata da alcuni dei più importanti sindacalisti italiani, tra i quali Bruno Buozzi, Giovanni Roveda, Luciano Lama, Vittorio Foa, Bruno Trentin, Sergio Garavini e altri. Nei primi mesi del 2006 è riuscita insieme con la FIM (che fa capo alla CISL) e la UILM (che fa capo alla UIL) a concludere la difficile trattativa per il rinovo del contratto collettivo nazionale della propria categoria, contratto già scaduto da oltre un anno. La decisione sull'accordo sul welfare passa ai lavoratori: gli esecutivi unitari di Cgil, Cisl e Uil hanno dato via libera al protocollo con una grandissima maggioranza (solo tre i voti contrari su circa 400 membri del parlamentino unitario) e fissato il referendum tra i lavoratori e i pensionati sull'intesa tra l'8 e il 10 ottobre. Dopo il no all'accordo del Comitato centrale della Fiom e il sostegno a questa posizione da parte di Rifondazione e dei Comunisti italiani, il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani ha chiesto ai partiti di "fare un passo indietro" sottolineando che "la parola sta a lavoratori e pensionati" che è bene facciano le loro riflessioni in autonomia. "La posizione della Fiom è fortemente minoritaria, legittima, ma tale secondo me da non rappresentare la maggioranza dei lavoratori e dei pensionati", afferma il sindacalista, mettendo in evidenza la necessità "di riscrivere la norma sui contratti a tempo determinato", che è stata "svuotata" nell'accordo sul welfare. "Il ministro Damiano - aggiunge Epifani - ha detto che nel tradurre il protocollo in legge cambieranno tale norma. Mi aspetto coerenza su questo impegno". E se il no della Fiom spacca la maggioranza e in particolare la 'Cosa rossa', sarà dentro la Cgil che si aprirà una vera e propria resa dei conti subito dopo la consultazione dei lavoratori. Epifani ha sottolineato che "siamo di fronte a un fatto del tutto nuovo" (lo strappo della Fiom rispetto a un accordo interconfederale condiviso dalla Cgil non era mai avvenuto dal dopoguerra) e che dopo la consultazione di lavoratori e pensionati si aprirà dentro la Cgil "una verifica su quanto è successo". Il leader della Fiom Gianni Rinaldini non accetta la messa all'angolo e afferma che "quando si vota ognuno è libero di esprimere un parere positivo o negativo. Se c'é una discussione la faremo - ha detto - ma non c'é un problema di regole". Rinaldini ha aggiunto che la Fiom "rispetterà rigorosamente le regole" e che quindi nelle assemblee rappresenterà "le posizioni di Cgil, Cisl e Uil", quindi quelle per il sì all'accordo, ma che "si apre un problema di prospettiva della rappresentanza sindacale e sul futuro della Cgil". Rinaldini ha anche assicurato che nel corso del referendum la Fiom non farà alcuna campagna per il no. Ora il passaggio fondamentale saranno le assemblee nei luoghi di lavoro che si terranno tra il 17 settembre e il 6 ottobre. In alcune di queste assemblee parleranno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil anche se il calendario degli interventi arriverà nei prossimi giorni. Sarà fondamentale per la lettura del voto non solo il risultato (atteso per il 12 ottobre) ma anche la partecipazione al voto. "Per come si è svolta la trattativa - sottolinea Rinaldini - senza il coinvolgimento dei lavoratori, il primo problema sarà portare i lavoratori a votare". I leader di Cgil, Cisl e Uil si augurano che la partecipazione al voto sia ampia e si dicono convinti che l'accordo sarà approvato dai lavoratori (potranno votare anche i pensionati, i precari, i cassaintegrati e i lavoratori in mobilità). "L'alternativa a quell'accordo - ha detto il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni - sarebbe un disastro per i lavoratori". "Ai lavoratori dobbiamo chiedere - ha aggiunto il leader della Uil, Luigi Angeletti - non un giudizio sul Governo o i sindacati ma su quello che abbiano negoziato". "Penso e spero che le ragioni generali di questo accordo - ha affermato Epifani - convinceranno la maggior parte delle persone che rappresentiamo a sostenere questo accordo".

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