289 utenti


Libri.itCIOPILOPI MARZO 2024 – SULLA MORTE E SULLA VITAI DUDÙ VANNO A SCUOLA?IL CAVALIER IDEALETILÙ BLU VUOLE BENE ALLA SUA MAMMAAMICHE PER LA VITA - Nuova edizione
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

11 Settembre 2007 16:32

Sono una veterana della scuola...

2866 visualizzazioni - 5 commenti

di Concetta Centonze

Sono una veterana della scuola, in pensione dal I settembre 2007, ma, sarà abitudine, sarà curiosità, continuo a seguire le vicende dell’istituzione a cui sono appartenuta e le esternazioni del Ministro Fioroni. Per forza di cose durante la mia carriera, di quasi 40 anni, di ministri ne ho visti passare tanti diversi, ma tutti accomunati dai pronunciamenti punitivi nei confronti degli insegnanti. L’attuale ministro non è da meno: il male che serpeggia nella scuola è individuato e va combattuto; i docenti! Gli alunni sono giuggioloni che non vanno mai contraddetti; i dirigenti scolastici sono minotauri con diritto di sacrifici umani tra gli insegnanti. Poiché possiedo un alto senso civico e del dovere, la prima reazione è l’indignazione! Poi subentra la noia. Possibile che non ci sia mai niente di autentico da dire da parte di un ministro che ha il dovuto livello culturale e quella “certa” età: due cose che gli avrebbero dovuto fare comprendere che in tutti i mestieri e professioni ci sono competenti e non? Che la superficialità dei giudizi non può accordarsi con la giustizia né con la verità? Io oserei dare qualche indicazione pratica: Ingaggiare, al posto dei docenti, intrattenitori televisivi: questi sanno parlare senza dire nulla e, quindi, non stancherebbero gli alunni; sarebbero in grado di percepire la caduta dell’audience e correre ai ripari immettendo una indispensabile componente di pettegolezzo. All’avvicinarsi dell’intervallo ammannirebbero qualche manicaretto che terrebbe impegnata la bocca e la digestione dei discenti per il resto dell’orario scolastico. Le interrogazioni dovrebbero consistere in domande del tipo -Quanti anni hai? Come ti chiami?- E così tutti promossi, tutti contenti, tutti bravi: persino gli intrattenitori-professori in questo fantomatica scuola di cuccagna. Caro ministro per costruire la cultura occorre lentezza, pazienza, empatia: tutte qualità che non si possono misurare quantitativamente; ma l’idea della scuola azienda è penetrata così profondamente, dal ministro Moratti in poi, che l’efficientismo, viene spacciato per efficienza e i professori trasformati in tanti Fantozzi spaventati di fronte al Dirigente Scolastico megagalattico corredato dal diritto di ghigliottinare i docenti Caro ministro non è minando l’autorevolezza degli insegnanti che si migliora la scuola, né abbassando il livello culturale, né trasformando tutti i docenti in precari sotto la spada di Damocle del gradimento del Dirigente. Il fatto che le sue ultime esternazioni abbiano avuto l’approvazione di giornali bacchettoni, mostra quanto obsoleta sia la strada da Lei imboccata. Pari a quella di certi sindaci che il potere o la vecchiaia ha usurato al punto di infierire contro i lavavetri. Ditemi che è uno scherzo, uno spunto per un poema eroicomico! Concetta Centonze Via Jesolo 32 San Donà di Piave (VE)

COMMENTI

15 Settembre 2007 12:51

cara professoressa, sono un ex studente che ha militato in una dele più grandi associazioni studentesche italiana; non sono del tutto daccordo con l'analisi che fa leì per uqanto riguarda i docenti. Se la scuoa oggi è arrivata al punto di non trasmettere nulla allo studente è per causa di tutto il sistema scolastico e in primis dei professori che nn riescono a coinvolgere lo studente in un processo di formazione che sia alternativo a aquello standard. La scuoa purtroppo ha bisogno di molte innovazioni dal punto di vista culturale e tecnologico. Nel 2007 nn ci ci può limitare semplicemente a inseganre la storia o l'italiano senza contestualizzare il tutto in questi anni. Voi inseganti avete questo compito, ovvero queello di coinvolgere o studente con una didattica alternativa e con un diverso approccio.NOn è possibile che la scuoa italiana nn riesce a recuperare tutti quei soggetti provenienti da famiglie disagiate, non è possibile questo. NELLA SCUOLA ITALIANA MANCA QUELL'EDUCAZIONE CHE PERMETTA A NOI RAGAZZI DEL 2007 DI ESSERE CITTADINI. poi mi sembra offensivo propnendo lei stessa gli animatori al posto degli inseganti. Le ricordo che devono essere gli studenti a formare la scuola e nn la scuola a formare gli studenti!!!!!!1

mauro

13 Settembre 2007 13:50

Io sottoscrivo la lettera alla scuola con indicati nodi psico-didattici e modalità operative. Parole mirate e indicazioni concrete. Non nuove, ma sempre valide. Se il sistema scuola mi lasciasse lavorare in quel modo potrei recuperare (quasi) tutti i miei studenti problematici (insegno nei professionali da 22 anni), appassionare di più tutti alla cultura e aiutarli ad essere attivi e autonomi. Purtroppo il sistema è rigido e formalista, e fa il gioco dei miei colleghi (troppi) che non sanno tenere le classi, che non sanno come si tratta con gli adolescenti, che non sanno cosa significhi lavorare in modo cooperativo, che fanno quasi solo lezioni frontali, che sono una lamentela continua e che di fronte a qualsiasi difficoltà in classe propongono: "cambiamoli di posto". E che parlano continuamente della paradisiaca scuola "seria" di una volta. Quella che puntava ai "migliori" e buttava fuori gli altri. Comodo. Così non si parla (quasi) mai che la nostra società italiana (con genitori parte attiva), pressapochista e televisiva, tritura sempre più i cervelli delle nuove generazioni per cui sono proprio gli adolescenti (già "ben" avviati fin da bambini) ad essere soggetti attivi della propria schiavitù intellettuale. Vogliamo badare alle cose concrete e sostanziali (qualcuna la dicono anche i ministri a volte), da fare subito senza ordini dall'alto, invece di dare fin troppa importanza e contribuire al baraccone mediatico sulla scuola? Fabrizio, tra un paio d'anni in pensione

Fabrizio Eva

13 Settembre 2007 05:55

Non mi considero un Minotauro... e potrai trovare informazioni su di me in http,//www.scuolacreativa.it. La mia risposta a quello che dici è una Lettera alla Scuola che insieme ad altri amici abbiamo proposto un po di mesi fa. -------- Lettera alla scuola Diciamolo. Uno dei nodi fondamentali da sciogliere della scuola italiana è la situazione che vivono i ragazzi che la frequentano dagli 11 ai 14 anni. E’ la stagione della loro maturazione. Germina il loro corpo. Si avverte la fame di relazioni interpersonali profonde e autentiche. L’amicizia diventa la questione capitale. Si scopre la sessualità. Si vivono i primi conflitti forti con i genitori. Il gruppo dei pari diventa il vero punto di riferimento. In tale contesto, l’attuale scuola media italiana (o secondaria di 1° grado), anello logoro e tagliente, mostra tutta la sua inadeguatezza. I contenuti restano prioritari, diventando perfino la ragion d’essere di ogni “prova di verifica”. Prima di conoscere i ragazzi, si prevedono batterie di “prove di ingresso”. Gli insegnanti spesso - loro malgrado - finiscono per ridurre la loro funzione a quella di informatori. È così che la logica dei contenuti si trasforma, facilmente, nella somministrazione di nozioni e di test di valutazione, specialmente ai ragazzi segnalati dalle certificazioni. Quale logica? Mentre i ragazzi continuano a nuotare nel mare del non-senso, la centralità dei programmi fa capolino ad ogni proposta riformatrice. La scuola media appare fondata sulla frattura fra lezioni e vita reale. I ragazzi non comprendono quale sia l’incidenza – e, dunque, l’importanza - della formazione scolastica per il loro futuro! La centralità del ragazzo necessita di percorsi rallentati e, soprattutto, di uno spazio ben più ampio da conferire all’ambito affettivo-relazionale. Non è un caso che il cosiddetto ‘bullismo’ cresca a vista d’occhio e faccia seguaci principalmente nella fascia d’età della prima adolescenza e vada a colpire i più deboli. Non abbiamo dedicato un punto esclusivo per gli alunni disabili, i giovani stranieri, i portatori di culture e religioni diverse, perché, dal punto di vista dell’inclusività, auspichiamo che tali alunni siano considerati una risorsa e parte attiva del processo educativo, il quale non può essere delegato alla sola insegnante di sostegno. Edoardo Martinelli (allievo della Scuola di Barbiana) Gianfranco Zavalloni (dirigente scolastico - Sogliano al Rubicone) Eugenio Scardaccione (dirigente scolastico - Bari) Mario Lodi (maestro - Drizzona) Renato Ciabatti (Comune di Prato) Antonio Avitabile (Comune di Prato) Vincenzo Altomare (insegnante - Cosenza) Mimma Visone (insegnante - Napoli) Adele Corradi (Scuola di Barbiana) Maria Miceli (dirigente scolastico – Lamezia Terme) Romolo Perrotta (Università Cosenza) Fiamma Bellandi (Comune Prato) Franco De Santo (insegnante - Cosenza) Lella Giornelli (Rivista Paesaggi Educativi - Cesenatico) Daniela Mammini (dirigente scolastico - Prato) Stefania Vannucchi (Centro territoriale Handicap – Prato) mons. Giovanni Catti (Università della Pace - Bologna) Aldo Bozzolini (allievo della Scuola di Barbiana) Nanni Banchi (Centro Documentazione sulla Scuola di Barbiana - Vicchio) Nevio Santini (allievo della Scuola di Barbiana) Paola Zilianti (Comune di Prato) Gianni Cerasoli (maestro elementare - Forlì), Massimo Nutini (Comune di Prato) Brunetto Salvarani (Direttore Rivista CEM Mondialità) Angela Dogliotti Marasso (docente del Centro Sereno Regis di Torino) Biagia Cobianchi (docente - Argenta di Ferrara) Lorena Montesi (docente di Urbino) Silvia Sera (docente Scuola media Gambettola) Linda Corradi (redazione del sito www.tecnologieducative.it) Marta Falcioni (Supervisore Università di Urbino) Chiara Michelini (dirigente scolastico Università di Urbino) Daniele Novara (Centro Psico Pedagogico per la Pace - Piacenza) Raffaello Saffioti (docente di filosofia -Palmi) Gianpaolo Petrucci (docente-Bari anche a nome del GEP/Gruppo Educhiamoci alla pace) Rosaria Ammaturo (docente -Bari) Anna Tomasicchio (docente-Bari) Daniele Novara (Direttore Centro Psicopedagogico per la Pace - Piacenza) Pasquale Iannamorelli (responsabile rivista QUALEVITA-Sulmona) Bruno Iannamorelli (docente -Sulmona) Anna Sarno (docente-Sulmona) Collegio Docenti Istituto Comprensivo “Gandhi” di Prato) Giancarlo Garoia (insegnante - Forlì) Paola Paolucci (insegnante - Gambettola) CAMBIARE LA SCUOLA DAVVERO SI PUÒ 1. LA SCUOLA È IL LUOGO PER IMPARARE AD APPRENDERE, A PENSARE CON LA PROPRIA TESTA, A ESSERE RESPONSABILI. Educare ad essere cittadini sovrani e non sudditi. 2. A SCUOLA, COME NELLA VITA, NON POSSIAMO DISGIUNGERE L’APPRENDERE DAL FARE. SI IMPARA CON IL CERVELLO, CON LE MANI, CON TUTTI I SENSI E CON IL CUORE. In ogni scuola sono fondamentali i laboratori della manualità da svolgere anche all’aperto. Il laboratorio non è il luogo “extracurricolare” dove “si fa e si apprende altro dai saperi e dai programmi”. 3. LA SCUOLA È IL LUOGO IN CUI SI APPRENDE INSIEME, NON “DA SOLI”. È importante “perdere tempo” perché una classe indistinta diventi un “gruppo-comunità”. Ci vogliono mesi per formare il gruppo, discutendo e raccordandosi sulle finalità, sulla necessità di regole condivise, sulle metodologie e le tecniche da utilizzare insieme. 4. PER CREARE BUONE RELAZIONI È FONDAMENTALE ESSERE UN PICCOLO GRUPPO. POCHE FIGURE DI DOCENTI DI RIFERIMENTO PER CLASSE, AIUTEREBBERO L’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA. Le metodologie innovative possono essere praticate solo con un numero ridotto di ragazzi, dai 15 ai 20 per classe, e di insegnanti di riferimento. Se per diminuire il numero fosse necessario formare gruppi variegati di ragazzi o le cosiddette pluriclassi, lo si faccia perché è, oltretutto, una grande opportunità per sviluppare la cooperazione e il mutuo sostegno. 5. GLI INSEGNANTI NON SONO DEI TUTTOLOGI, MA DEVONO SAPERE “DOVE STA DI CASA LA CULTURA”. I libri di testo non sono gli unici sussidi didattici, possono essere sostituiti dagli incontri diretti con la vita e le persone e poi da una buona biblioteca di classe, vocabolari, atlanti, giornale, stazione multimediale, accesso a internet, collegamento satellitare, supporti di memorie esterne, videoproiettore digitale e analogico, che complessivamente riducono di una buona percentuale le spese a carico delle famiglie. 6. I SAPERI NON SONO UN BAGAGLIO DA TRAVASARE, MA VANNO COSTRUITI INSIEME. LA CONOSCENZA NON VA DEPOSITATA O ETICHETTATA, MA VA RIELABORATA CRITICAMENTE PER DIVENTARE STRUMENTO DI FORMAZIONE E NON SOLO DI INFORMAZIONE. I saperi minimi di base, quelli essenziali e utili alla vita, non possono essere spezzettati e inseriti in programmi rigidi definiti nei minimi dettagli. È importante lavorare sui nuclei fondamentali e sull’apprendere per schemi logici. La formazione è questione di coscientizzazione, di maturazione attraverso la riflessione critica e di elaborazione di mappe concettuali, dove le discipline si contaminano reciprocamente. 7. L’EDUCAZIONE, COME L’APPRENDIMENTO, È UN PROCESSO DINAMICO CHE PARTENDO DAL MOTIVO OCCASIONALE, OSSIA DALLA REALTÀ, CONDUCE ALLA CONOSCENZA. Tale percorso, “l'arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio”, come definito da don Lorenzo Milani, va compiuto tenendo conto dei saperi, delle abilità e delle competenze indispensabili all’allievo della scuola di base per comprendere, ad esempio, l’articolo di fondo del giornale, come avrebbe “verificato” la Scuola di Barbiana. 8. LE ORE CHE SI TRASCORRONO A SCUOLA DEVONO AVERE CARATTERE UNITARIO. A ben poco servono la rigida suddivisione delle discipline in unità didattiche o di apprendimento, a seconda delle riforme, nonché i ritmi di apprendimento scanditi da orari cronologici fissi. Ma… per chi suona la campanella? 9. SBAGLIANDO SI IMPARA. PER PROVA, PER ERRORE E PER GIOCO. È così che la scuola, lungi dall’essere l’anticamera di una azienda, potrà diventare il luogo della lentezza, del “non assillo”, funzionale all’apprendimento creativo e al gioco. A scuola si va anche per divertirsi nel senso etimologico della parola, ossia “scantonare e fare cose sempre diverse”. 10. SI CAPISCE BENE COS’È UNA SCUOLA QUANDO LA VIVIAMO COME SE FOSSE IL LUOGO DOVE SI ENTRA COMPETITIVI, AGGRESSIVI, RAZZISTI E, DOPO AVER LAVORATO E STUDIATO INSIEME PER BISOGNI COMUNI, SI ESCE RISPETTOSI DEGLI ALTRI, AMICI, TOLLERANTI. La scuola è un concentrato di esperienze, una “grande avventura” che può essere vissuta come se fosse: un viaggio, un libro da scrivere insieme, uno spettacolo teatrale, un orto da coltivare, un sogno da colorare…. Cesena 08 dicembre 2006

Zavalloni Gianfranco

12 Settembre 2007 15:04

Cara Concetta, sono un ex-studentessa fresca fresca di diploma di maturità. Pensa che anch'io sono costretta a darti ragione. Ciò che ha incattivito così tanto i professori - e, di conseguenza, gli alunni - non è la difficoltà del compito a loro assegnato, cosa che pure non andrebbe sottovalutata, quanto l'abbandono completo da parte dello Stato, il desolante vuoto in cui sono lasciati.

Gaia

12 Settembre 2007 12:42

Ciao Concetta. Complimenti per l'analisi e per il brio. Condivido al 100% e concludo con una proposta: affidare il Ministero non solo ad una persona competente (che sarebbe già una bella novità) e ad un docente (che sarebbe il massimo) ma proprio ad un ex docente come te, che ha la capacità, la visione d'insieme e, il che non guasta affatto, l'autoironia necessaria. Prima o poi accadrà. le cose non possono andar storte in eterno... Ne frattempo goditi la tua pensione con la stessa creativa intelligenza. Un saluto da un collega mario

mario

COMMENTA