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11 Settembre 2007 14:53

REFLESSIONI DEL COMANDANTE IN CAPO

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di paolo

W e l’APEC. Le riunioni importanti si succedono ad un tale ritmo ed a tanta velocità vola e parla Bush che è quasi impossibile tenerne il conto. Nel viaggio verso Sydney ha fatto uno scalo di diverse ore niente meno che in Iraq. Non posso affermare se sia avvenuto due o tre giorni fa, perché, quando a Sydney è giovedì, con il sole che batte quasi a picco sulla Terra, all’Avana è ancora mercoledì, con l’aria fresca della notte. Il pianeta Terra globalizzato cambia e trasforma concetti. Soltanto una realtà rimane inalterata: la rete di basi militari, aeree, navali, terrestri e spaziali dell’impero, sempre più poderoso ed al contempo sempre più debole. Non è necessario fare un particolare sforzo di persuasione. Lasciamo che parli la stessa agenzia stampa nordamericana. “SIDNEY, Australia (AP) – Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha chiesto mercoledì ai paesi del Bacino del Pacifico di lottare insieme contro il riscaldamento globale dell’atmosfera, e ha detto che la Cina ed altre nazioni responsabili della contaminazione ambientale devono formare parte di un’efficace soluzione. “Bush ha appoggiato una proposta australiana affinché i paesi dell’APEC (sigla in inglese del Asia-Pacific Economic Cooperation, ossia Forum di Cooperazione Economica Asia-Pacifico), sostengano un nuovo approccio di fronte alla sfida del cambiamento climatico. “Questo nuovo approccio, a differenza del protocollo di Kyoto, che gli Stati Uniti e l’Australia si sono rifiutati di firmare, esige un’azione più ferma da parte della Cina e degli altri paesi in via di sviluppo.” “Affinché esista una efficace politica nei confronti del cambiamento climatico, è necessario che la Cina si sieda al tavolo dei negoziati”, ha dichiarato Bush durante una conferenza stampa con il primo ministro australiano John Howard. Bush ed Howard hanno emesso un comunicato congiunto in cui si difendono l’energia nucleare, le nuove tecnologie alternative ed un nutrito dialogo per diminuire il riscaldamento globale dell’atmosfera.” “Viceversa, circa trecento manifestanti, molti dei quali studenti delle superiori, hanno effettuato una manifestazione di protesta contro Bush, contro la guerra in Irak e contro l’appoggio di Howard sia a Bush che alla guerra. “È trapelato, tra l’altro, che nella bozza della dichiarazione finale, che sarà diffusa dal vertice il prossimo fine settimana, si fa un breve accenno al problema del cambiamento climatico. L’Associated Press ha ottenuto mercoledì una copia di tale bozza.” I paragrafi tra virgolette, ripresi dalla nota d’agenzia, sono testuali. Le altre tradizionali agenzie di stampa internazionali riportano, con maggiore o minore ampiezza, gli stessi fatti. Non è tuttavia l’unica notizia che arriva dall’inarrestabile fiume di parole di Bush. L’agenzia DPA, per esempio, informa che a Sydney Bush ha tracciato le linee guida su ciò che si deve fare nel Myanmar, antica colonia britannica della Birmania, di 678.500 chilometri quadrati e 42.909.464 abitanti. “Sydney, 5 settembre ’07 (DPA) – Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha oggi duramente criticato la giunta militare del Myanmar (l’antica Birmania) ed ha richiamato i leader che parteciperanno questo fine settimana nella città australiana di Sydney al Vertice del Forum di Cooperazione Asia-Pacifico, a fare la loro parte. “È inammissibile che in Asia esista un comportamento tirannico di questo tipo. È inammissibile che persone che manifestano per la libertà siano trattate così da uno Stato repressivo”, ha affermato oggi nelle sue prime dichiarazioni pubbliche da quando è giunto a Sydney, in attesa di partecipare al Vertice dell’APEC. “Conle sue parole, il presidente statunitense si è riferito alla violenta repressione delle manifestazioni di protesta verificatesi a Myanmar alla fine agosto. ‘Noi che viviamo comodamente in una società libera dobbiamo alzare la nostra voce contro questo tipo di violazione dei diritti umani’, ha ribadito Bush. È noto che in Iraq sono morti circa un milione di persone e due milioni sono state costrette ad emigrare da quando il paese è stato invaso dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, tra cui l’Australia. Nessuno di questi due due paesi ha firmato il protocollo di Kyoto, trasformando in rari volatili i rappresentanti permanenti dei loro governi alle Nazioni Unite, dove il rigetto è quasi unanime. È altrettanto noto che il sostituto di Blair ha in programma il ritiro delle truppe britanniche di stanza in Iraq. In questi tre paesi, compresi ovviamente gli Stati Uniti e l’Australia, esiste una crescente resistenza all’avventura in Iraq, a cui s’aggiunge oggi l’avventura in Afghanistan, dove i campi si sono riempiti di papaveri, con cui si può produrre il novanta per cento dell’oppio mondiale. In Afghanistan, paese di tradizione indipendentista e ribelle, non si era mai verificato un fenomeno di questo tipo. Nasce ora, sotto l’occupazione straniera. La maggioranza dei suoi abitanti, l’84 per cento, sono di credo mussulmano sunnita. Lì, tutti i giorni, i soldati e le armi degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO, uccidono donne e bambini. Come se non fosse sufficiente, Bush ha minacciato il Pakistan di riportarlo all’età della pietra, ha dichiarato terroristi i Guardiani della Rivoluzione, un contingente di milioni di uomini legati all’esercito iraniano, e fa forti pressioni, con la stessa scusa di lottare contro il terrorismo, il primo ministro del governo iracheno, sostenuto finora dagli eserciti invasori. Lasciamo che ciascuno mediti sull’atroce missione dei governi repressivi che per decenni gli Stati Uniti hanno creato in America Latina formati nelle scuole di tortura nordamericane, e sul ruolo della droga, che trova le sue basi nel mercato della società consumistica dell’impero. Questa è la democrazia che W predica nell’APEC. Marca e brevetto interamente nordamericani. Si vuole punire il popolo di Myanmar come quello di Cuba. Perché non gli si accorda una Legge d’Aggiustamento, affinché i suoi emigranti qualificati, come infermieri, medici, ingegneri e le persone capaci di produrre una plusvalenza per le multinazionali, abbiano diritto alla residenza negli Stati Uniti? La riflessione s’estende e devo concludere. Visto che nel nostro paese ogni istituzione, o avvenimento importante, compierà un’altro anno di vita, o cinque, dieci, fino a cinquanta ed oltre, approfitto dell’opportunità per condividere l’onore con gli abitanti di Cienfuegos per la celebrazione avvenuta due giorni fa, del 50° Anniversario della rivolta dei marinai del Distretto Navale di Cayo Loco, diretti dal Movimento 26 Luglio, e di quello della creazione dei Joven Club d’informatica, il cui 20° Anniversario ricorre proprio domani, sabato. Giungano a tutti, i miei più calorosi auguri. Fidel Castro Ruz 7 settembre 2007 Ore 18:14

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