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19 Agosto 2007 01:53

Da vicino nessuno è normale

773 visualizzazioni - 1 commento

di pierluigi dattis

Quelli perbene, quelli che non si esprimono, quelli silenziosi, tutto casa, lavoro, chiesa e amante. Quelli che si sentono normali, ma che appena vengono lasciati dalla fidanzata o dalla moglie, uccidono.Quelli che vanno a messa ogni domenica e che credono di purificarsi dei loro "peccati". Quelli insospettabili che predicano la morale annacquata e che poi sono deviati, pedofili,stupratori. Le così dette persone normali, solari, gioiose, simpatiche, perbene,tranquille, i vicini di casa gente perbene, nessun problema, nessuna macchia, lavoratori e simpaticoni o troppo riservati. Questi sono i giudizi di chi crede di averne il diritto dopo i drammi e le tragedie familiari delle persone "normali" forti" e "sicure di se" e " perbene". "Matti da slegare, sani da legare". Da vicino nessuno è normale. Qual'è il confine fra normalita e pazzia? Questa domanda non ha risposte. Forse, solo la psichiatria. Una cosa è certa. L'irrazionalità consapevole è una buona cosa. La razionalità nascosta, repressa, silenziosa e opprimente, può sfociare nell'attacco di follia. Vale a dire omicidi e reati gravi verso il prossimo. Altro che disturbi del comportamento! Qualcuno volò sul nido del cuculo è un film di Miloš Forman, che ha segnato la storia del cinema nella trattazione innovativa di un argomento molto delicato come il disagio relativo agli ospedali psichiatrici. Uscito nel 1975, il film è tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962. L'autore scrisse il libro in seguito ad una profonda esperienza all'interno di un ospedale psichiatrico dove aveva lavorato come operatore. Il film riesce a trasmettere in maniera efficace l'intento di denuncia verso una società che ammette la presenza di strutture ospedaliere legalizzate nell'esercizio di "metodi di cura" disumani nei confronti dei pazienti, verso cui vige un sentimento razzista alimentato dalla paura del diverso. La psichiatria è un ambito argomentativo che ha influenzato spesso la storia del cinema. La tecnica cinematografica, infatti, avvalendosi delle immagini è il mezzo migliore per la rappresentazione diretta dei molteplici aspetti della psiche umana. La follia di per sé è un aspetto della natura umana che continua a suscitare interrogativi circa la natura profonda dell'uomo. La domanda di fondo che il film suscita riguarda l'esistenza di una base certa che funga da parametro nello stabilire la linea di demarcazione che separa il mondo della normalità da quello della follia. Nel film, la pazzia è vista come un "non luogo", come un qualcosa che il protagonista ha dentro di sé e vuole portar fuori, quasi un voler dire "in fondo siamo tutti un po' pazzi".

COMMENTI

19 Agosto 2007 07:07

CARISSIMO, questo argomento è da sviscerare , spero si apra davvero un dibattito di dove e come stiamo pazzi. comincio col dire che oggi ricorre l'anniversario della morte di un povero uomo che dalla vita ebbe solo ricoveri e dosi da cavallo.. allora ero già ammalata -senza diagnosi precisa- da dieci anni . .. lui vedendo come ero generosa e disinteressata, dispiaciuto mi disse " lei è troppo buona e si fida troppo delle persone amiche .." non fece nomi ed io non li chiesi; nel tempo seppi chi erano e imparai a mie spese. il 20 agosto 96 quel poveretto morì, lo captò il suo magnifico cane che , allungato il collo a mò di cavallo, lanciò un urlo di dolore. quel cane amò tanto anche me, mi sapeva sola come il suo padrone,così mutato, così meno pazzo come lo vedeva la gente deridendolo.. uscito un giorno nel mondo scoprì le auto, belle, le donnine facili e povere in cerca di amore e lui le portava a pranzo come signore.. cercava l'amore, come tutti e trascriveva le parole più belle delle canzoni del tempo , le teneva custodite per rileggerle. MOLTI COSIDETTI PER BENE, I "FURBI DI CLASSE "DELLA VALLE GLI SFILAVANO I SOLDI DALLE BRAGHE e LO INCITAVANO A FARE "COSE DA PAZZI". accanto a questo piccolo uomo ho compreso ancor meglio che la pazzia non esiste. è semplicemente una stazione della nostra vita O DI TUTTA LA VITA ! (VISSE COSI' 71anni) dove ci dobbiamo fermare per tirare le somme. se qualcuno ci aiuta e nel caso del poveretto mi prodigai in ogni modo ,tanto che un medico mi chiese " come ha fatto?" io risposi .. l'ho solo trattato come uomo nel pieno diritto del rispetto.. il cosidetto "pazzo", o almeno chi si trova in un momento di scompenso simile -semplicemente perchè a volte bussa (vedi parenti,medici,chiesa,amici) ma difficilmente succede che chi vede si esponga gratuitamente. nel passato per ca. 20 anni io ho avuto addosso questa etichetta poi tolta ,poichè la verità è da domani ancor più che lampante ,,cammino male come allora e vi assicuro che questo già sposta il baricentro del giudizio degli imbecilli, categoria più dannosa dei pazzi !. ma coloro che la piazzarono(intendo quelli pieni di moine, perbenismi, religiosi,bigotte, idioti ecc:) CONTINUANO LA CROCIATA CONTRO DI ME e si beffano del mio diritto alla vita e alla privacy. e neppure posso e voglio ! mettere manifesti di diagnosi accertate in Italia e Estero. Tuttavia , esasperata ormai da tanto male gratuito , comincio a pensare che essere tanto pazienti non è poi tanto costruttivo, non insegni nulla , a che serve ?.. e poichè comincio a capire quando quel poveretto esasperato iniziava a menare...(ma si sa LUI ERA PAZZO e gli altri per bene!) uscita dall'ospedale andrò lontano, tanto lontano che non vedano neppure più la mia polvere...la PACE .. se non il recupero della salute , di già che il marchio e i bla bla infuenzarono la vera diagnosi e oggi è tardi !..... quindi devo fuggire dalla PAZZIA COLLETTIVA DEGLI ALTRI, sicura tuttavia che altra PAZZIA imberbe mi attende dietro l'angolo.... ma io sono nomade per natura. EBBENE, PROPRIO IERI SONO ANDATA ALLA TOMBA A CHIEDERE AIUTO A QUEL PICCOLO UOMO CHE MI CAPI' COME IO CAPII LUI, (rispettoso saliva da noi e con la scusa di misurare la pressione si sedeva sul sofà e sostava a parlare., STAVA COMPOSTO COME UN BIMBO ALLA PRIMA ELEMENTARE ed io mi commuovevo ogni volta. da lui soltanto ebbi il vero rispetto, a sua volta si sentiva un uomo normale, AMATO come tutti desideriamo essere accolti. Sono andata da lui a chiedere aiuto , come si usa fare con DIO e con I SANTI, perchè quel piccolo uomo ha avuto una vita da martire e come lui molti altri viventi o andati. forse lo troverò un giorno insieme al fedele cane.. il magnifico pastore tedesco che con occhi buoni ogni volta mi diceva grazie.. con il quale piansi tanto abbracciata, dovevo necessariamente abbandonare quella casa. NATURALMENTE CI POSSONO ESSERE PATOLOGIE SPECIFICHE,ORA E SOLO ORA !STUDIANO IL CERVELLO E CI SANNO DIRE UN CAMPO LI' UN CAMPO LA'.. come se fosse un campo arato o mal arato.. ma per me il cervello è colui che io chiamo il "GRANDE AMORE MIO" è quello che mi ha aiutata a combattere per la verità di molto e per risposte di poco.. l'importante è attendere , senza ferire l'altro o peggio uccidere come sempre più succede. non dobbiamo confondere l'ira con la pazzia, la depressione con la noncuranza o pelandronite.. in fondo la sottospecie della pazzia, la applichiamo noi, nelle nostre case, nei nostri percorsi di vita, dimentichi di chi accanto attende (moglie,mariti,figli,amanti!)solo un poco di surrogato di quanto ara il cervello altrui,sperando che sia cosa buona e giusta. checchè si dica senza amore non si tira avanti.. questa la mia piccola testimonianza. ..BEN FELICE DI ESSERE "PAZZA" COME SONO. aspettatemi, torno.. adriana

adrianabattist

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