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31 Luglio 2007 02:41

Caro Diario di Nanni Moretti: dopo 10 anni, in Italia ancora attualissimo!

1043 visualizzazioni - 0 commenti

di pierluigi dattis

Caro Nanni Moretti, uno dei tuoi capolavori da te scritti e diretti come, "Cario Diario", strutturato in tre capitoli, dimostra come resta attualissimo.Agosto 2007: quella tua Italia descritta e rappresentata nella tua Grande Opera, non è cambiata, purtroppo!!! Capitolo I. In Vespa. Una cosa che a Nanni Moretti piace davvero fare è caracollare a bordo della sua Vespa per la città. Armato di casco e occhiali da sole, Nanni vagabonda per un Roma estiva e solitaria, quasi a misura d'uomo. E annota, naturalmente, come d'estate, in città, i cinema siano prevalentemente chiusi e che quei pochi paerti programmino o film pornografici o film italiani oppure film americani di serie B come "Henry. Pioggia di sangue". I film italiani, per di più, si somigliano tutti: un salotto con quattro-cinque amici che piangono il consueto fallimento generazionale ("siamo tutti colpevoli...siamo tutti imbruttiti"), fotografia emaciata, macchina da presa fissa, recitazione vetero-naturalistica. Il sogno di Nanni è sempre stato quello di saper ballare bene ma ha dovuto regolarmente accontentarsi di rimanere a guardare. Ferma la Vespa in uno spiazzo dove alcuni giovani danzano un ballo caraibico, corre sul palco e canta anche lui al microfono. Flashdance è stato il film che gli ha cambiato la vita: quando finalmente incontra Jennifer Beals che passeggia con il ragazzo cerca di spiegarle il perché del suo amore non corrisposto con il ballo ma lo fa a suo modo e l'attrice americana, impaurita e divertita allo stesso tempo, confida al compagno che pensa che Nanni sia "speciale, particolare, verso pazzo ma non ancora...quasi scemo". Monta di nuovo in Vespa e raggiunge prima Spinaceto (quartiere periferico a Roma sud) quindi Casal Palocco (quartiere residenziale tra Roma e il mare) dove, interrogando un abitante, cerca di capire le ragioni che negli anni '60 hanno spinto molti romani ad abbandonare la capitale ("...ma Roma all'epoca era bellissima") per andare a vivere in quartieri tranquilli ma anonimi. Ultima tappa del suo breve tour è il prato dove, nel 1975, venne ucciso lo scrittore Pasolini. Il monumento a lui dedicato, scrostato e decadente, si confonde tra le cartacce e l'incuria del luogo. Capitolo II. Isole. Il mare, una nave. Nanni solca le acque verso l'arcipelago delle Eolie. A Lipari, infatti, vive da 11 anni il suo amico Gerardo: sta lì, senza televisione e studia l'Ulisse di Joyce. Anche Nanni cerca la pace e la solitudine per scrivere il copione del prossimo film. Ma a Lipari sembre esserci ancora più traffico e caos di Roma e i due decidono di spostarsi in un isola più tranquilla: Salina. Qui tra figli unici viziati e genitori iperprotettivi, Gerardo scopre, e per lui sarà la fine della meditazione, la televisione, le telenovelas, Beautiful. In una costante ricerca della vera pace, approdano a Stromboli, dove la presenza del vulcano li spinge spesso a litigare. Il sindaco dell'isola, con le sue idee geniali ("la colonna sonora dell'isola scritta da Morricone e la fotografia a Storaro") è inviso alla popolazione e, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, è costretto ad indicare a Nanni e Gerardo un'altra isola sulla quale trovare finalmente alloggio. Scartata Panarea per incompatibilità con l'ambiente eccessivamente mondano, i due raggiungono Alicudi, l'isola più selvaggia, priva di acqua, elettricità e naturalmente senza televisori. Mentre Nanni finalmente sembra aver trovato il posto giusto per lavorare, Gerardo, ormai definitivamente posseduto dal demone televisivo, abbandona precipitosamente l'isola imprecando contro Hans Magnus Ensesberger e la sua teoria sulla negatività dei nuovi media. Capitolo III. Medici. "I medici sanno parlare ma non sanno ascoltare". Questa frase pronunciata da Nanni al termine dell'episodio riassume la rabbia per l'atteggiamento superficiale e presuntuoso di molti medici. Sofferente per un forte prurito che via via aumenta d'intensità, Nanni si rivolge a molti centri specialistici e a titolati luminari ("il principe dei dermatologi") ma, a parte la quantità di medicine, sempre diverse non riesce a risolvere il problema. Finalmente dopo un ennesimo ed inutile tentativo presso un centro di medicina orientale, Nanni, su consiglio di una amico medico, decide di farsi fare una serie di controlli radiografici dai quali sembra emergere non un problema di tipo dermatologico bensì un cancro. Più tardi, Nanni si sottopone ad una biopsia durante la quale uno dei medici, esaminando un pezzo di tessuto, si dice convinto che in realtà si tratta di un tumore al sistema linfatico, curabile. La scoperta dell'estrema riconoscibilità della malattia che lo aveva colpito attraverso i sintomi che lui aveva tante volte descritto ai medici (sudorazione, insonnia e prurito), lo renderà scettico sulle reali capacità dei medici di dare il giusto ascolto alle indicazioni fornite dai pazienti. Il capitolo si chiude con Nanni che circondato da decine di scatole di medicinali beve, con uno sguardo che sembra irridere al pericolo corso, un "salutare" bicchiere d'acqua.

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