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15 Luglio 2007 18:23

NON HAI NEANCHE AVUTO I COGLIONI PER PICCHIARMI!

840 visualizzazioni - 0 commenti

di Maria

NON HAI NEANCHE AVUTO I COGLIONI PER PICCHIARMI! E no, non hai neanche avuto i coglioni per picchiarmi, non ci sei riuscito, tu l’eroe, quello che si muove solo quando è strasicuro di essere assolutamente in maggioranza. Dunque di me avevi paura? Sì! Per questo non mi hai affrontato, ti sarebbe piaciuto picchiarmi, vero? Dopo avermi asservito a te ai tuoi amici eroi, dopo che per mesi ho lavato pentole e fatto da mangiare, dopo mesi… mi sono resa conto! Io che avevo giurato di non farmi mai asservire da un uomo… io per amore… che stupida… certo… come tutte le donne… certo… ma io no! Io che ero nata per fare la serva, la contadina, al massimo l’operaia… io che faticosamente ero riuscita a sottrarmi al mio destino… io che dopo aver visto il sangue versato da mia madre per mano di mio padre avevo giurato a me stessa che mai nessuna mano maschile mi avrebbe picchiata! Io! Che stupida! Che stupida donna! Innamorata, stupidamente innamorata… sottomessa… subordinata anche nell’intervento politico… E quando ho compreso… quando guardandomi attorno ho visto altre donne che nonostante i loro livelli culturali molto più alti dei loro uomini subivano… come e forse di più delle loro madri… almeno quelle erano consapevoli e attivavano la loro furbizia! Allora dopo aver compreso, dopo aver rifiutato il valore di essere la compagna del compagno, dopo aver riflettuto e preso coscienza che molte delle parole che ti avevano permesso di essere quello che eri erano mie… dopo… ho deciso di andarmene! Disgraziata! Come mi sono permessa? Come nei tempi passati… marchiata malamente: la stronza… quella che parla troppo… bisogna tapparle la bocca! Perché io parlavo o meglio scrivevo… niente altro quello che era giusto scrivere… ma non si può… no! Sapete perché non si dice la verità? Semplice: perché le bugie coprono interessi… dei forti… dunque non vanno contrastate… altrimenti sono danni! E tu non potevi permetterti che io, oltre all’onta di averti lasciato, raccontassi come avevi usato l’ideologia per sfruttarmi, io la cretina che aveva creduto! Ma ditemi chi è più colpevole: chi crede o chi inganna? Quando te l’ho chiesto tu mi hai risposto “ Se hai creduto probabilmente hai qualche problema altrimenti ti saresti accorta che mentivo.” Addirittura riuscivi a rigirarmi le colpe: io ero responsabile delle tue malefatte, io ti avevo permesso! Io urlavo e tu ti arrabbiavi “ Donna di merda” mi urlavi e io sapevo che la prossima volta non avresti solo urlato… lo sapevo… infatti ci hai tentato a picchiarmi… ci hai tentato ma sarà stato l’odore del sangue di mia madre che mi fatto imbestialire o non so cosa che non solo mi sono difesa ma ho anche reagito! E lì hai capito che era meglio agire diversamente, pensiero poi pianificato quando ho lasciato la tua casa! Via, lontano da te, in realtà, purtroppo, non abbastanza… ma io stavo chiusa in casa… non volevo vederti… non volevo… lo sapevo che qualcosa sarebbe successo, lo sapevo… Fino a quando dopo una lunga opera di mala connotazione nei miei confronti, a proposito nelle tue parole ti sei mai ricordato di inserire che eri stato a casa mia per anni e che mai avevi pagato né affitto… né luce… né gas… e che solo negli ultimi tempi ti ricordavi di fare la spesa riducendomi alla fame! Ti sei ricordato? Certo che no! Ti sei ricordato nelle tue male parole che il tuo fare l’amore era più simile ad un abuso sessuale e che mai in tutti gli anni che siamo stati assieme ti sei ricordato di me nonostante io ti avessi spiegato… oh già ma da un eroe simili attenzioni… certo che no! Troppo impegnato in altro! Certo che sì! Ma di questo, anche se non lo hai inserito, tutti ugualmente ne sono a conoscenza non per altro l’unica stupida che ti è rimasta accanto per anni… forse avevi ragione sono una stupida… ma io credevo che… quello che tutte le donne credono… che ti avrei cambiato… che avresti prima o poi capito… Sì, hai ragione sono una stupida! E tu che questa stupida non se ne sarebbe andata ne eri convinto, certo non mi tenevi vicino per amore, no, mi mostravi come a dire” Vedete una ce l’ho anch’io, oddio non è un gran bellezza, certo mi piacerebbe averne una più giovane….” Era forse per questo che cercavi disperatamente di farti accreditare anche storie non vere… poveretto… poveretto! Talmente angosciato dalle apparenze! E quando anch’io ti ho lasciato ti sei veramente arrabbiato, anch’io che insomma non ero un gran che! Cosa avrebbero detto gli altri? No, dovevi farmela pagare! E hai continuato… ti è bastato spargere un po’ di veleno, attentamente qua e là, aggiungendo al veleno anche una buona dose di vittimismo… Poveretto tu… che stronza io! E il fine è stato raggiunto! Soprattutto dove c’è precarietà c’è poca capacità di riflessione e tanta rabbia, ancora di più c’è la ricerca spasmodica della preda, chiaramente debole, su cui scaricare la rabbia… e tu sapevi che era solo questione di tempo e il tempo è arrivato… disgraziati… di quelli lasciati ai margini… che credevano di ingraziarsi i favori del capo: te… Senza motivo o meglio con uno stupido motivo… caricati da un bisogno di sfogarsi entrano nella mia casa e finalmente fanno quello che tu avresti tanto voluto fare ma di cui non sei stato capace… cioè azzittire la stronza spaccandogli la bocca… loro certo sono stati la mano ma tu ne sei stato l’artefice… Lo sai… E sai anche che io so… lo leggi nei miei occhi ogni volta che mi incontri… Ma ora io non ho più paura di uscire di casa… Forse un altro tempo è iniziato! LE PAROLE DELLE DONNE Tratto da una storia vera. Maria Dilucia

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