24 Maggio
a proposito degli intoccabili Gentile dottoressa Gabanelli, Le scrivo da un lato per esprimere la mia ammirazione per il suo coraggioso programma, dall'altro per esprimere la mia opinione. Ho cinquantotto anni e sono docente di lettere presso il locale liceo scientifico. Vorrei dire la mia come statale: nel farlo parlerò di soldi, ma non solo, anche di dignità. Ebbene questo governo per cui , nei cinque anni di regime berlusconiano, mi sono spesa e che ho votato fiduciosa, persevera nel voler succhiare sangue sempre alla categoria a cui appartengo. Certo é un segno dei tempi: lo stato unitario conosce una profonda crisi e, di conseguenza, ne sono investiti i suoi servizi con un occhio di "riguardo" per la scuola. D'altra parte anche tale accanimento é un segno dei tempi: il fare per il fare prevale sul sapere per il sapere: il capitalismo infierisce contro gli intellettuali alla pari dei regimi marxisti. Sarò più esplicita: lei, dottoressa, "appare" lavorare due ore a settimana: la durata , più o meno, della trasmissione domenicale, quindi otto ore al mese. E questo vale per tutti i giornalisti ed i conduttori di trasmissioni a scadenza settimanale. Io, tuttavia, sono persona di esperienza e colta per cui comprendo che dietro le "apparenti" otto ore mensili lei e la sua équipe spenda altre ore di lavoro preparatorio e non mi scandalizzo per il suo badget. Questo vale anche per noi insegnanti: le ore apparrenti sono la punta di un icesberg poiché tante di più sono quelle impegnate nella preparazione delle lezioni, dei compiti con tipologie varie, prove comuni e loro correzione; mi "limito" a questa enumerazione per tacere delle ore di riunioni che si svolgono anche in luglio. Quindi sfatiamo sia la leggenda metropolitana, valida forse per la scuola di quando io ero giovane, dei quattro mesi di vacanze e rifacciamo i conti su quanto in realtà veniamo pagati noi docenti. Io, con 38 anni di sevizio, vengo pagata mensilmente 1750 euri; mio marito, maestro elementare, ha da poco superato i 1500: abbiamo due figli di cui una ingegnere alle prime armi a Milano che aiutiamo a pagare l'affitto; il secondo, studente a Padova, di cui paghiamo il mantenimento e l'affitto e, infine, paghiamo il nostro affitto. Che gliene pare, dottoressa? Le sembra o no, come avevo premesso, che si tratta di dignità e non di mere cifre? Quanto poi al parallelo con le scuole in Inghilterra esso non regge poiché nel mondo anglosassone non esiste la lezione frontale, non esistono i contenuti, ma solo tecniche e valutazioni con le crocette: il divario con la qualità della scuola italiana é evidente. Ben venga il licenziamento per i professori, come quello di cui ha raccontato l'iter, con il doppio lavoro, ma manteniamo la capacità di riconoscere che l'aziendalismo non é onniapplicabile. Il grottesco é che persone che di mestiere fanno i politici e con il lavoro vero, con le sue scadenze, le sue richieste, l'investimento emotivo che reclama, non hanno alcuna dimestichezza giudicano noi statali un peso morto per l'economia nazionale! E se fosse proprio il "palazzo" troppo costoso a schiacciare noi cittadini? Gli insegnanti, poi, che per loro statuto hanno la capacità critica di comprenderlo sono oggetto di questa caccia alle streghe. La saluto cordalmente augurando, almeno a lei e a suoi collaboratori, buon lavoro. Concetta Centonze Via Jesolo 32 San Donà di Piave (VE)