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16 Febbraio 2007 08:53

La memoria del computer

1489 visualizzazioni - 1 commento

di Maurizio Chierici

Non è mai troppo tardi, sospira Enzo Betiza sulla Stampa nel commentare le parole chiare del presidente Napolitano a proposito di silenzi ed ambiguità che hanno oscurato le foibe. Potrebbero annunciare i giorni dell?onestà. Difficile districarsi nel risentimento delle ideologie tramontate, ma se gli applausi riflettono un?indignazione sincera, d?ora in avanti l?impegno è il non nascondere una sola ombra. I giochi della vecchia Europa sono finiti: io denuncio chi hai ucciso tu e tu denunci cosa ho rubato io, oppure ci mettiamo d?accordo e continuiamo a far finta di niente seppellendo i documenti negli armadi della vergogna. E? stata la furbizia del ministro degli esteri di un?altra Italia, Martino padre, anni cinquanta, per non turbare l?ingresso nella Nato della Germania post nazista. La guerra era finita, meglio non parlarne più. E poi indagare sui massacri delle SS in Italia non serviva a nessuno. Piccoli morti che infastidivano le grandi alleanze; meglio pensare ai vivi lasciando perdere la memoria. Omertà politica oggi impossibile. La memoria elettronica garantisce la conoscenza rafforzando la democrazia. Lo giurano gli spot. Per i mostri randagi sembra proprio finita, consolazione degli storici ma anche della gente rasserenata dal poter vivere in un mondo trasparente. Sappiamo tutto di tutti, impossibile nascondere le pagine nere. I lampi del computer distribuiscono informazioni pronto cassa. Dove è nato Pippo Baudo ? Stampo, leggo. Undici secondi. Tanto per allargare l?aggiornamento: quanti sono stamattina i morti di Fallujia, città irachena bruciata dalle bombe al fosforo ? Il computer balbetta. Il sito di un medico inglese reduce dall?aver curato i superstiti fino a quando gli americani non lo hanno espulso, risponde < tra 25 e 31 mila >. Al Jazeera, 22 mila. Dipartimento di Stato, 1071 più 2173 dispersi < che potrebbero aver trovato rifugio nei campi profughi >. Se è difficile tener dietro al ritmo delle foibe di Bagdad, i numeri della Mosca che risplende dovrebbero essere precisi a proposito della Cecenia. Purtroppo i computer del Cremlino non danno informazioni. La democrazia del presidente Putin, guida spirituale dell?amico Berlusconi, è impegnata a intiepidire col suo gas l?Europa o a vender centrali nucleari a Teheran. Considera gli eccidi ceceni il brontolio isterico di giornalisti per caso assassinati. Massacri ancora vicini nel tempo, meglio sfogliare il passato prossimo raccolto in archivi ormai stabilizzati. I ragazzi che all?università preparano una tesina sull?aereo caduto a Ustica ventisette anni fa, si smarriscono nelle informazioni dimezzate. Come mai si sono tolti la vita i marescialli dell?aeronautica che avevano registrato le tracce radar degli aerei impegnati a giocare alla guerra travolgendo il Dc9 Itavia cin un temporale di fuoco ? Da un processo all?altro le voci d?accusa non cambiano, eppure il mistero assolve i due generali protetti dai segreti Nato. Hanno taciuto e meritano la pensione. Ecco il problema che l? elettronica non può sciogliere. La ritrosia del terminale uomo non é cambiata dagli anni del ministro Martino padre, e la memoria resta il pozzo nel quale governi e militari continuano a nascondere ogni pagina imbarazzante. Non è solo debolezza mediterranea. La signora Bachelet, presidente del Cile, prova a chiedere alle sue forze armate la mappa delle foibe nelle quali giovani colonnelli e alte uniformi ormai a riposo, hanno disperso le tremila vittime di Pinochet. Non ricordano, non sanno, ma promettono di razionalizzare le informazioni sui cimiteri clandestini. < Faremo sapere >. Da 35 anni la risposta non cambia. Una buona notizia viene dall?Argentina: ha ritrovato la memoria e i generali finiscono in prigione. E il dolore della gente comincia a consolarsi. Perché ricordare aiuta a capire e forse a non ricadere nella violenza. Forse, ma i ragazzi dovrebbero sapere per non crescere nella nebbia delle ipocrisie ufficiali: questa la preoccupazione del presidente Napolitano. A proposito di Slovenia: chi ha voglia di scavare nel dolore del campo di concentramento attorno ad Anghiari dove i fascisti brava gente hanno trascinato i partigiani sloveni colpevoli di contrastare la nostra invasione ? < Le aggressioni fasciste alla Jugoslavia monarchica e le dure persecuzioni fasciste nei Balcani già inziate vent?anni prima nel retroterra istriano, furono in parte, anch?esse, all?origine dell?odio per gli italiani autoctoni >. Lo ricorda Betiza testimone di quella realtà. Nel 1942, centoventi partigiani muoiono nel lager toscano: torture e plotoni d?esecuzione. Giustiziati dopo quale processo ? I gulag alla Guantanamo cominciano fra gli ulivi della Toscana. Povero computer superveloce, gli è difficile aiutare la storia. E quando le voci la raccontano può essere pericoloso raccoglierle. Quel massacro di un milione di armeni é oscurato per legge nella Turchia sulla porta d? Europa. Niente nei testi di scuola, proibito farlo sapere dai giornali. Chi ne parla è condannato all?emarginazione e alla paura. Ma la memoria non è quotata in borsa, bisogna tener conto della congiuntura. Attenti a non frugare troppo nel passato, è la risposta preoccupata dei manager italiani di ritorno da Istanbul dopo una tournée d?affari. La dinamicità bizantina può rassodare la nostra economia con la disinvoltura di imprenditori tuttofare: famiglie impegnate a imbottigliare vino, vendere latte, esportare buldozer o a lanciare nel mercato carri armati della quarta generazione. Sempre con lo stesso nome, sempre con la stessa faccia. Famiglie piglia tutto. Un modo per interpretare la globalizzazione nella modernità. Lasciamo perder gli armeni. Birichinate di un secolo fa, il futuro non ha bisogno di fantasmi e il ricordo diventa l?illusione degli illusi. Se gli affari non girano che interesse c?è a rispolverarlo ? Ecco perché la lettera sfiduciata del professore di Mestre fa sapere che i suoi allievi hanno cominciato un diario nel quale ogni mattina prendono nota delle notizie dei giornali. Le mettono in fila nel computer a fine settimana. Di mese in mese compongono la piccola storia quotidiana della loro vita in mezzo alla vita degli altri. Non hanno voglia di diventare oggetti marginali della realtà; prigionieri dei gadgets che non fanno pensare. Vogliono capire da soli nel sospetto che i computer siano soltanto le dita delle solite vecchie mani. mchierici2@libero.it Cortesia dell'Unità

COMMENTI

19 Febbraio 2007 18:09

Che letterona ! Quanta ridondanza di un " sapere " sciorinato quale limpido bucato . Per un' esternazione d' un datato e serio , bisogna dirlo , " comunista " . Ma il " j'accuse " non mi convince .. Vediamo un po :... e la triste fine della Signora Petacci ..e mettiamoci pure lui ..il Dux A proposito delle Foibe ..quanti sanno che tale Junior Valerio Borghese con la sua X MAS epurata aiutò proprio le genti " furlans " e triestine ? Come mai la Bonino va tutt'eccitata in Turchia per condurla per mano nell'UE ..mica chiede un autodafè ..e l'ammissione del genocidio degli armeni.. La gente della nostre montagne ben conoscono i partigiani della G...i detti da " bur e formai " . Ma a che vale quando la cultura dell'italiano medio risulta tendente ai -273 C°.. E ce ne sarebbe da dire ..e dire .. e dire .. Adesso vediamo cosa fa quel tale con i DICO ..la TAV ..e quel paese degli Afgani .. Ricordando le parole di un'imbolsito che mai ha lavorato ..ed ora manteniamo .." il terrorismo si combatte con la diplomazia " ..spero che vada in quel paese dove gli ultimi universitari dissidenti sono spariti ..e non se ne sa nulla .. Maddai.. A se vedem Walter

Walter

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