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10 Gennaio 2007 11:13

Allarmanti notizie & pessime abitudini

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di Carlo Mariano Sartoris

Questo strano inverno ci sta mettendo a disagio, ci si rende conto che davvero c'è qualcosa che non va, ma da ieri sera il popolo della TV ne è quasi certo. La prima notizia del TG2 annunciava che: se non si fa qualcosa per limitare l'effetto serra i costi del disastro ambientale prossimo venturo saranno elevatissimi e nel 2050 non si potrà più tornare indietro. Poi seguiva l'inquietante immagine dell'Adriatico che risaliva fino a Torino. Io inorridivo per tre motivi: il primo è che, ancora una volta si monetizza ogni cosa. Il secondo risale a un giorno d'estate del 1981. Uscivo dalla facoltà di Architettura con una laurea sotto il braccio; una laurea che mi era costata fede, speranza e tanto sudore. Avevo discusso una tesi dal titolo: "Integrazione dei sistemi passivi negli edifici già costruiti", e come obiettivo aveva di contribuire al risparmio energetico. Era una tesi che analizzava costi e sprechi della nostra società in generale e, grazie a due anni di studi in un istituto della Facoltà, ne ipotizzava molte soluzioni, le medesime che si implorano adesso. La crisi energetica del '73 non aveva insegnato nulla perché a quel tempo, finita l'emergenza petrolifera dovuta alla guerra del Kippur, tutto il mondo aveva ripreso il folle cammino verso l'autodistruzione che si sta puntualmente avverando. Io lo sapevo e lo dicevo, offrendo i miei servigi a chi non aveva nessun interesse a farne uso, poiché andavano contro gli interessi di tutti, dal piccolo geometra di paese che continuava a far villette con il suo stampino inconsapevole, brutto e vetusto, fino alle multinazionali che producono tutto ciò che inquina realizzando guadagni siderali ammazzando il mondo. Oggi l'Italia si fa promotrice di una moratoria della pena di morte, ma già da allora qualche "pezzo grosso" avrebbe dovuto impegnarsi per una moratoria contro la pena di morte del pianeta Terra. Fu così che vagai quasi deriso. Erano i tempi in cui presentarsi come Architetto voleva dire essere confuso con uno di quei bizzarri individui che vogliono arredare le case con piastrelline rosa e mobili a forma di funghetti. Fu molto umiliante. Diventai designer, persino abbastanza apprezzato, mentre la mia cultura giaceva inutile nel mio cervello, del quale sono molto fiero. Sono passati 27 anni, durante i quali ho sempre tentato di farmi spazio parlando di inerzie e scambio termico, di "delta T", di coefficiente liminare, di raggi infrarossi e ultravioletti, di ombre proprie e portate, di inclinazione dell'asse terrestre, di esposizione degli edifici e di materiali coibentanti. Parole come foglie secche portate dal vento. Nel 1986, un incidente stradale ha drasticamente diminuito le mie forze persuasive sedendomi su una sedia a rotelle, dalla quale il mio cuore Architetto ha continuato come poteva a mandare messaggi di vita, parlando, scrivendo libri, proponendosi. Ieri sera mi sono arrabbiato. Semplicemente so come salvare il mondo, lo so dal 1979, e oggi, sentire parlare di certe cose da chi, a quel tempo aveva ancora i calzoncini corti; politici rampanti che non hanno certo studiato matematicamente l'argomento per anni, mi fa del male. Se qualcuno mi legge, sappia che il problema esiste e lo si poteva evitare, sappia che, ogni appartamento costruito male, da quel dì ha contribuito a spaccare tutto, sappia che ogni autoveicolo di grossa cilindrata produce anidride carbonica quanto un vulcano, sappia che ogni centimetro quadrato di prato venduto per trasformarlo in un centro commerciale o in un proficuo capannone ha cambiato il clima, allontanando nebbie, nevicate e piogge. Ognuno sappia che se oggi sta un po' più al calduccio nella sua nuova, sproporzionata casa, domani arrostirà di sete. Siamo tutti colpevoli perché nessuno ci ha mai spiegato nulla di quello che stavamo facendo correndo dietro a un progresso che andava senza sapere dove. E io che sapevo, lo giuro, ne soffrivo, piccolo uomo sconosciuto e informato, inutile cervello d'Architetto che non vuole conquistare il mondo, ma che conosce l'ABC per salvarlo. Occorre sapere, comprendere, agire, iniziare a rinunciare cambiando in meglio mille cattive abitudini della nostra opulenta vita sprecona. Qui finisce questo mio sommesso sfogo, può essere l'unico, oppure può essere un inizio, perché se qualcuno si è messo paura l'altra sera, sappia che si può aprire un dibattito partendo da qui, da poche righe di un Architetto paralitico che sa quello che dice e tanto altro è disposto a condividere ancora. Se qualche imperatore del mondo o se qualche suddito volesse salvarlo, forse è ora di pretendere di sapere come fare e farlo subito. Nel mio grande o nel mio piccolo qualcosa so, ammuffito da 27 anni, ma ancora buono, almeno per i nostri figli. Se il discorso pare serio, lo si vuole approfondire con un tono più professionale? Partirebbe dal terzo motivo che mi ha fatto inorridire. Fine prima puntata, non importa se non sarà mia, l'indispensabile è che ve sia un'altra, purché redatta da chi ha conoscenze tecniche e non fatta di demagogia e solite parole. Carlo Mariano Sartoris Corso Bra 10 - 12051 Alba CN Tel. 335232431

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