20 Ottobre
Per il rinnovamento della Chiesa italiana - convegni come quello di Verona sono del tutto insufficienti E Benedetto XVI contribuisce più alla linea della chiusura che a quella della speranza Il portavoce nazionale di "Noi Siamo Chiesa" Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione sulla conclusione del Convegno ecclesiale di Verona : "Il quarto Convegno ecclesiale di Verona, oggi concluso, ha mostrato nella sua preparazione e soprattutto nel suo svolgimento, la sua insufficienza come sede di elaborazione collettiva e di decisioni per la vita ed il rinnovamento della Chiesa cattolica italiana. Dopo il primo positivo Convegno del 1976, i cui esiti -che volevano continuare la linea del Concilio- sono poi stati disattesi, e dopo i convegni di Loreto e di Palermo, siamo, mi sembra, arrivati al capolinea di un?esperienza. I fatti sono chiari : il Convegno è stato preparato con un forte controllo da parte della gerarchia sia nella selezione dei delegati che nelle relazioni, nella sua struttura "spettacolare", nell?esclusione -di fatto- dalla partecipazione di una consistente area di cattolicesimo "conciliare", nel poco tempo lasciato alla discussione e soprattutto nel divieto di votare sulle proposte emerse dai gruppi di discussione che, considerate tutte sullo stesso piano, saranno accettate o bocciate tra qualche mese dalla Conferenza Episcopale. Nonostante questi limiti, a quanto si è potuto sapere, nelle discussioni si è manifestata, a volte con forza, una realtà vivace, critica e concreta nella sua volontà di un nuovo impegno sociale e politico e di un vero rinnovamento della pastorale. Il complesso discorso di Benedetto XVI meriterà una riflessione approfondita. A una prima lettura esso (e, a ruota, quello del Card. Ruini) mi sembra abbia sostanzialmente ignorato l? avvio di una nuova ricerca ed i problemi posti durante il convegno. La posizione del Papa poi, mi sembra, sia intrisa del consueto pessimismo sulla cultura europea ed occidentale, sul suo relativismo e preoccupata di una rinnovata presenza cristiana che non rifiuti l?abbraccio con i "teocon" ; essa ignora problemi come quello degli extracomunitari o dell?illegalità violenta e diffusa (mafia) emersi nel convegno, accenna solo ed in modo rituale alle questioni della guerra, della pace, del rapporto Nord-Sud del mondo e ripete con enfasi la rigidità "non negoziabile" sulle questioni della vita, della famiglia, dell?omosessualità, dei Pacs, ignorando la ricca elaborazione teologica e pastorale degli ultimi anni in merito. Infine mi sembra che il Papa debba spiegare meglio cosa intende per "secolarizzazione interna alla Chiesa" di cui ha parlato. I responsabili di questo peccato siamo forse noi, cristiani critici, che ci richiamiamo sempre, con determinazione e pazienza, al Concilio Vaticano II, che veniamo esclusi da questi incontri e che siamo fermamente convinti che, invece di proclamarsi cristiani bisogna cercare di comportarsi da cristiani ?"