148 utenti


Libri.itLA REGINA DELLE NIAGARA FALLSLINETTE – COMPAGNO DI GIARDINODINO PARK vol. 2BELLA BAMBINA DAI CAPELLI TURCHINIJUMANJI
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

15 Maggio 2006 14:27

Un virus che uccide il pianeta

1032 visualizzazioni - 1 commento

di Francesco Salistrari

Un virus che uccide il pianeta. Il sogno più grande dell'umanità è sempre stato quello di dominare il mondo, di assoggettarne le leggi alle proprie, alle sue creazioni fittizie, alle sue convenzioni e convinzioni. Fin da quando per la prima volta una piccola scintilla scaturita dallo sfregamento di due pietre ha dato vita al fenomeno del fuoco (il fenomeno per così dire "indotto" del fuoco), l'uomo primitivo ha cominciato a cullare il proprio sogno. Il sogno di dominare il fuoco e gli eventi, di dominare le fiere voraci e non aver più paura di esse ma fare in modo che fossero loro ad averne di lui. Il sogno di inventare, di scoprire, di immaginare, di creare il mondo plasmandolo a propria somiglianza, rendendolo docile, sicuro, proprio. Da quel giorno, cioè da quando l'uomo prese coscienza (seppur inconsapevolmente) di se e delle proprie potenzialità, cominciò la ricerca, spasmodica, ossessiva, lenta come lo scorrere stesso del tempo, della perfezione. Il tentativo di riprodurre la perfezione, in ogni sua cosa, in ogni sua invenzione o scoperta, in ogni sua impresa o pensiero, in ogni più piccolo atteggiamento, è ciò che fa dell'uomo l'unico essere vivente al mondo a connaturarsi come presuntuoso. Potrete trovare l'ingordigia nel cane o nel maiale, la malvagità nella iena o nel dingo, la furbizia e la codardia nel furetto, la vanità nel gallo cedrone. Troverete il coccodrillo insensibile, l'aquila terribile, lo squalo spietato. Potrete ritrovare l'ingegno nelle formiche, una perfetta divisione del lavoro nelle api, la riverenza e la lealtà nei confronti del potere costituito nei leoni e nei lupi, la maestria e l'abilità tecniche e ingegneristiche negli uccelli che costruiscono i propri nidi o nei ragni che tessono tele perfette, potrete ammirare la bontà delle mamme e il sacrificio dei padri per i cuccioli di procione, la fedeltà eterna delle lupe per i propri mariti, la tenerezza nei koala. Potrete sorridere della pigrizia del tasso o dell'avarizia dei condor, dell'ipocrisia dei gatti o della codardia dei conigli. Troverete tutto questo e molto altro nel regno animale che assomigli al fare e all'atteggiarsi umani. Quello che di sicuro non troverete è la presunzione. Cioè quella propensione dell'animo a credere di essere capaci di tutto, perfino di sopravvivere alla morte. La presunzione è essenzialmente umana, è l'illusione propria dell'intelligenza. E' la convinzione di essere qualcosa di speciale tra il regno animale, di possedere facoltà particolari, inimitabili. E' l'illusione di essere al vertice di una qualche scala gerarchica, è l'illusione dell'intelletto umano di essere unico. Così, l'abilità nel plasmare la materia a proprio piacimento, l'abilità tecnica nel costruire opere imponenti, la maestria nella ricerca del bello attraverso le arti, la musica, la poesia e la letteratura, l'inconfondibile attitudine alla speculazione intellettuale, la mirabile facoltà della fantasia e dei suoi voli pindarici, la propensione alla comunicazione attraverso intricatissimi e articolatissimi meccanismi linguistici e fonetici, vengono tutte fraintese e credute dall'uomo essere sinonimo e segno distintivo d'intelligenza. E la presunzione dell'uomo risiede proprio in questo e cioè nel credere di possedere facoltà intellettive superiori a tutti gli altri organismi complessi solo per il fatto di distinguersi appunto da essi grazie a queste stesse facoltà. Le domande che ci poniamo (che dovremmo porci!) sono dunque proprio queste. L'essere umano è davvero così intelligente come si crede? Ovvero, si conoscono davvero così bene le altre specie viventi che popolano la terra da riuscire a sintetizzare una scala gerarchica in base a qualsivoglia criterio metodologico? Se ne conoscono davvero a fondo i processi mentali e comunicativi distintivi? Sono state veramente sondate al dettaglio le abilità e le attitudini di tutti gli essere viventi non umani? Si conosce qualcosa della visione che essi hanno del mondo, dei sentimenti che riescono a provare? Allora perchè l'uomo è convinto di essere superiore agli altri esseri viventi? Da cosa deriva realmente questa consapevolezza illusoria? Appartenendo alla razza umana, anch?io, nel porre queste questioni non lo faccio per ostentare la mia intelligenza o arguzia o qualsiasi altra mia attitudine o pregio. Pongo queste domande perché mi viene molto difficile credere che l?essere umano sia davvero così intelligente. Proviamo a ragionare sull?argomento. Tutti gli esseri viventi che popolano la terra, per istinto instaurano un rapporto di reciprocità e rispetto nei confronti dell?ambiente in cui vivono in modo tale da riceverne il giusto sostentamento e sono così lontani dall?idea di sfruttare il proprio ecosistema fino alla distruzione per una ragione semplicissima e che riguarda la natura stessa di questi esseri viventi: l?istinto di sopravvivenza. L?uomo, che nella scala biologica dovrebbe appartenere alla classe dei mammiferi, al contrario saccheggia e distrugge l?ambiente in modi barbari e poco lungimiranti e instaura un rapporto di dominazione non solo sulle materie inerti (materie prime, fiumi, laghi, mare ecc.), ma anche sugli altri esseri viventi fino a renderli totalmente funzionali al suo sistema di vita. Le creazioni più mostruose dell?uomo, il capitalismo ed il denaro, non distinguendosi funzionalmente da questa condotta inoltre introducono un altro elemento terribile che è quello della dominazione dell?uomo sull?uomo e dell?annichilazione di quell?istinto all?uguaglianza e alla fratellanza che normalmente accompagna quasi tutte le altre specie viventi terrestri. Rispetto a queste ultime quindi, l?uomo, si distingue in maniera assolutamente marcata non per quello che è capace di produrre, creare e plasmare, ma per il suo irrazionale comportamento distruttivo. In natura esiste un altro essere vivente che si comporta allo stesso modo e questo essere vivente in gergo biologico viene definito virus. Un virus, similmente alla razza umana, tende a sfruttare le risorse del proprio organismo ospitante fino al completo esaurimento di esse per poi passare, mutando il più delle volte pelle, da un organismo all?altro per perpetuare la propria sopravvivenza. Noi esseri umani stessi, difficilmente siamo portati ad ammirare un qualsiasi virus, soprattutto quelli mortali, anzi li temiamo e cerchiamo di difenderci da essi, ma soprattutto non riusciamo ad ammirarne i grandi progressi genetici che ne fanno dei campioni biologici o le mirabili proprietà di adattamento che riescono ad acquisire. Al contrario ci sentiamo minacciati e inorriditi da tanta cinica perfezione. Noi esseri umani dovremmo essere davvero così orgogliosi dei nostri progressi tecnici e scientifici, delle nostre grandi opere o della nostra poesia, del cinema, del nostro grado così alto di cultura e specializzazione? O al contrario non dovremmo, reputandoci così grandemente intelligenti, vergognarci per le nostre nefandezze? Per la nostra barbara intromissione nei delicati equilibri biologici ed ecologici del nostro pianeta. Per la distruzione costante e sistematica di risorse e riserve naturali. Per l?incomprensibile, se guardato al di fuori di qualsiasi logica di profitto, saccheggio e autodistruttivo avvelenamento dell?aria, dell?acqua e del suolo. Siamo esseri davvero così intelligenti come ci riteniamo? Non credo assolutamente. Il punto è che al di sopra di ogni urgenza, di ogni priorità e dignità nei nostri stessi confronti e dell?ambiente in cui viviamo, abbiamo anteposto l?artifizio più stupido, inutile e dannoso che mai l?essere umano sia riuscito a concepire nella sua lunghissima storia evoluzionistica: il denaro; e di aver costruito intorno a questo mostruoso artificio tutto un sistema (quello capitalista), tutta una serie di meccanismi, di convenzioni, di imposizioni e di concezioni del mondo e della vita, talmente funzionali al denaro e a quella intima degenerazione che è capace di generare in noi, che in definitiva abbiamo snaturato la nostra vera essenza: quella di esseri viventi pensanti. Marx disse che è la religione ad essere l?oppio dei popoli. Fu vero fino a che la religione era assolutamente necessaria e funzionale al mantenimento di uno status quo in cui l?essere umano per accettare determinate imposizioni aveva bisogno di una giustificazione trascendentale agli orrori che aveva intorno. Oggi il vero oppio è il denaro, cioè quell?elemento, esso sì quasi trascendente della nostra esistenza, che ci rende incapaci di guardare al mondo e alla vita nella loro giusta dimensione e prospettiva. Allora penso proprio che non dovremmo ritenerci così intelligenti ed evoluti, se affidiamo la nostra esistenza a qualcosa di artefatto e perverso e rinunciamo ad essere quello a cui la natura, al contrario, ci aveva destinato: Esseri Superiori per uno sviluppo del pianeta Superiore. Se la distruzione rappresenta uno sviluppo superiore, allora senz?altro siamo gli esseri più intelligenti che la storia dell?evoluzione abbia mai conosciuto.

COMMENTI

15 Maggio 2006 17:40

la terra ha una pelle, e questa pelle ha delle malattie. Una di queste malattie si chiama 'uomo' - Nietzsche

Nietzsche

COMMENTA