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18 Aprile 2006 15:42

Perchè non abbiamo perso le elezioni ma non le abbiamo nemmeno vinte

862 visualizzazioni - 0 commenti

di Michela Vitturi

PERCHE? NON ABBIAMO VINTO LE ELEZIONI. (A livello Nazionale e nel Settentrione in particolare). Sì, lo so che l'Unione poi alla fine ce l'ha fatta e governerà. Però ha davvero fatto di tutto per perdere sul serio. Quelli che elenco credo siano errori che saltano agli occhi anche di una cieca politica come me. 1. Primo errore: credere nei sondaggi, nei sondaggisti e negli exit poll. Ma quando mai si è visto che chi votava una volta per la Democrazia Cristiana e ora per Berlusconi lo ammettesse? 2. Errata strategia comunicativa. La sinistra ha fatto un sacco di sbagli, ma l' ?agenda setting? l'aveva dettata Berlusconi da un anno a 'sta parte. Non ci si poteva sottrarre, eravamo in campagna elettorale, quindi in competizione: la teoria del porre fine alla escalation violenta sottraendosi al "gioco" dell'avversario non era applicabile. Dunque, che fare? Direi che i toni da sacrestia, sommessi e ipnoinducenti, del leader della sinistra non ci stavano proprio e non hanno pagato. E questo è soltanto un errore di comunicazione commesso, ma fatale. Gli altri sono venuti giù a cascata. L?ultimo nel tempo, ma non nell'ordine, è stato quello di stare in retroguardia a difendersi sulla questione delle tasse sbandierata da Berlusconi come la misura antipopolare che la sinistra avrebbe messo in atto una volta al governo. Il primo, in assoluto, è stato quello di non capire che la telecrazia berlusconiana andava combattuta su altri terreni e con altri mezzi. La solita campagna elettorale fatta con manifesti, volantoni e volantini cartacei, spot radiofonici eccetera, era chiaramente inadeguata e mostrava la corda; a tutti, tranne che ai nostri leader politici che si sono comportati come se Berlusconi non avesse il potere televisivo che aveva. O ci mettiamo in testa che con la televisione si manipolano alla grande coscienze, menti, cuori, e voti, oppure possiamo andare tutti a casa. E? impensabile il parlare di contenuti reali e concreti, impossibile il comunicare un programma politico serio alle persone che stanno volentieri davanti ad una televisione, che li imbonisce da mane a sera, spedendoglielo nella cassetta della posta. Sapete qual è la fine che fa qualsiasi comunicazione ?extra? ricevuta in forma di lettera cartacea? Finisce strappata nella spazzatura senza nemmeno esser letta, qualunque sia il mittente, figuriamoci se è un partito politico! 3. Troppa frammentazione. La gente è insicura e impaurita. La gente ha il bisogno (ammettiamo pure che sia stato indotto con una propaganda da regime) di stabilità e di sicurezza. Chi può garantirle ciò? Una coalizione in cui non ricordo nemmeno più quanti simboli c?erano? Nove, undici? Ma anche a destra sono almeno in quattro, mi si obietterà. Vero, ma non in almeno nove! Questa considerazione è confortata dal voto espresso alla camera dai giovani per il centro-sinistra, in particolare anche qui a Venezia. I giovani hanno preferito votare ULIVO perché per avere stabilità, sicurezza, lavoro e casa si rivolgono ad una forza politica più grande. Proprio a fronte di una estrema precarietà e frammentazione della loro vita privata, i giovani rivendicano nella vita politica unione e unità. Questo può non piacerci, ma tant?è: o ne prendiamo atto alla svelta e ci regoliamo di conseguenza, oppure seguiamo i compagni che stanno dando vita alla VERA rifondazione comunista, al VERO partito comunista di opposizione dei lavoratori, convinti come sono di avere loro, piccola avanguardia rivoluzionaria (sì, è una storia già nota che si sta giustamente ripetendo in farsa) che possiede il VERBO della lotta di classe e del futuro dell?Umanità, perché è ?notorio? che ?nel futuro è deterministicamente inscritto il socialismo?. Credo, invece, che nel nostro futuro ci sia innanzitutto la catastrofe per l?intera comunità umana (quella ambientale sicuramente se andiamo avanti di questo passo); e in secondo luogo il non riuscire da parte di rifondazione a costituire quella sponda politica e necessaria anche per il movimento altermondialista. Perciò mi auguro e auguro a tutto il partito che quanto prima si avvii un processo di comprensione profonda della realtà che ci circonda e di rinnovamento e cambiamento autentici che, messi in cantiere nel congresso dell?anno scorso, mi pare facciano un po' di fatica a vedere la luce. E tutto questo non per rincorrere gli avversari politici ed essere più bravi di loro, ma per fornire fin da subito teorie e pratiche realmente e quotidianamente alternative che per essere credibili hanno da essere vissute innanzitutto da noi, proprio perché le proponiamo, in prima persona. Tutto il resto sono chiacchiere da salotto. Michela Vitturi. Venezia, 15 aprile 2006.

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