27 Marzo
di paolo
VILE ATTENTATO IN CASA NOSTRA Come ogni venerdì mattina stavamo preparando la copertina per la nostra edizione domenicale, questa settimana dedicata ai morti ammazzati della Locride, quando è arrivata la notizia che giovedì a Siderno qualcuno nel buio aveva sparato a Rosario Iannì. Rosario detto Sarino, amico a noi carissimo, che ora si dibatte tra la vita e la morte, è uno degli agenti della raccolta pubblicitaria de la Riviera. Un uomo tranquillo, attivo e instancabile, una persona che vive esclusivamente del suo lavoro, un individuo lontano da beghe di ogni genere. Certi che non abbiano voluto colpire la Riviera, la nostra libertà, l?indipendenza con la quale il giornale affronta settimana per settimana i temi e i problemi della nostra collettività con la serietà che meritano. Allora perché anche una persona comune, senza alcuna ombra nella sua esistenza, può nel nostro territorio cadere vittima della spietatezza e della barbarie? Per quale motivo avvengono fatti così mostruosi? Non abbiamo una risposta. Qualche considerazione tuttavia la si può fare. Cominciando col ripetere quanto ricordiamo in copertina, e cioè che da una anno e mezzo a questa parte ci sono stati nella Locride 28 omicidi, con una media di uno ogni tre settimane. A essi vanno aggiunti l?attentato a Sarino, sulle cui condizioni i medici mantengono la riserva pur lasciando sperare in un esito favorevole, e il fratricidio di Messina, altro sconvolgente episodio sui moventi del quale è prudente non esprimere a caldo opinioni che potrebbero rivelarsi azzardate. Certo è che si spara e si ammazza facilmente nella Locride, più che altrove. E chi compie tali efferatezze non rischia neanche molto visto che quasi mai viene scoperto. Solo per il caso Fortugno sembra si sia arrivati a individuare i sicari e si spera che verranno trovati i mandanti. Però c?è voluta la morte dell?uomo eminente, il momento e il luogo politico in cui l?omicidio è avvenuto, la mobilitazione dei ragazzi perché magistratura e soprattutto apparati dello stato si attivassero adeguatamente. Ma al tempo stesso, anche pensando all?attentato contro il nostro Sarino, non possiamo, come giornale maggiormente diffuso e letto nella Locride, non sottolineare ancora una volta che la nostra società adulta mostra ben pochi segni di reazione. Sembra che nessuno sia più capace di indignarsi, di rifiutare questo stato di cose che in qualunque altro luogo verrebbe considerato insopportabile. Nessuno si è ancora alzato in piedi per dire basta! Consumiamo riti consueti, tacitiamo le coscienze, continuiamo nel nostro tran tran quotidiano, registriamo il nuovo omicidio o attentato e poi, subito dopo, parliamo d?altro. E? legge nota e codificata da tanti studi autorevoli sui fenomeni di criminalità, che la condizione per fronteggiarla efficacemente sino a farla sparire implica il superamento dell?arretratezza, inteso come insufficiente sviluppo economico e sociale dell?area interessata. Eppure qui da noi provvedimenti seri e fondati in questo senso non se ne avvertono. Purtroppo i nostri politici e gli amministratori locali continuano a cullarsi in improbabili sogni turistici, pensando di convogliare le risorse finanziarie disponibili su iniziative foriere di risultati pressoché infruttuosi sia in termini di occupazione che di emancipazione del territorio. Molti naturalmente, comuni cittadini e gli stessi sindaci, esprimendosi a titolo personale e privato, manifestano scetticismi, disaccordi, contrarietà; però poi questi punti di vista non emergono, non diventano cultura dell?interesse collettivo, della necessità di progredire, della speranza che un giorno questo stato di cose finisca. Pensiamo sia urgente interrogarci a fondo, scandagliare le nostre coscienze per reagire finalmente tutti, come finora non siamo stati capaci di fare. Perciò nel frattempo ci tocca prendere atto che si continua a sparare e a uccidere, nel perpetuarsi della barbarie. Questa volta il ruolo di ennesima vittima è toccato al nostro Sarino, cui inviamo un abbraccio e un augurio affettuoso. Vogliamo ringraziare tutti i lettori, i clienti e gli amministratori che in questi giorni ci hanno espresso la loro solidarietà. *Sarino Iannì, in pericolo di vita, è collaboratore de la Riviera. *un omicidio ogni tre settimane nell?ultimo anno e mezzo *i nostri politici si cullano in improbabili sogni turistici *lo sviluppo primo attore della lotta alla criminalità *urge un risveglio delle coscienze nella società civile (25.03.2006)Rosario Vladimir Condarcuri in edicola