27 Dicembre
di paolo
Dopo "veramente" tanti anni sono riuscito ad avere la "casa" di proprietà (o di proprietà della Banca che mi eroga il mutuo!?), ma certo non sapevo che cosa potesse significare vivere ad 8 metri di distanza da un centro commerciale che non conosce orari quando provvede d'estate al condizionamento dell'aria e d'inverno al riscaldamento o quando nella cabina dei trasformatori di tensione si raggiungono temperature elevate e gli estrattori di calore entrano in funzione o quando arrivano i camion dei fornitori di merci nelle ore notturne o quando entra in schizofrenica funzione il compattatore di cartoni! Tutto questo al confine di due palazzi costruiti in convenzione di edilizia popolare, ai quali peraltro non è ancora possibile accedere, ad un anno circa dalla consegna degli appartamenti, perchè non è stata ancora conclusa la procedura di esproprio del terreno previsto per la realizzazione della stessa (attualmente si accede alle palazzine tramite una stradina privata, sterrata, impervia, utillizata per la costruzione degli edifici. Avrei molto da dire, ma mi preoccupo di annoiare chi dovesse leggermi. Mi piacerebbe chiedere alle autorità che decidono per gli altri che cosa intendono loro per qualità della vita! Ho provato a chiedere al Sindaco della mia città un colloquio per rivolgergli direttamente la domanda, ma a quattro mesi dalla richiesta non mi è stato concesso. Paolo Giacintucci