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21 Ottobre 2005 09:45

Iraq: commento di amnesty international sulla prima udienza del processo a Saddam Hussein

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di Annalisa Strada

Baghdad, 20 ottobre 2005 ? La delegazione di Amnesty International presente nella capitale irachena ha sollecitato maggiore attenzione per le vittime delle violazioni dei diritti umani commesse sotto il governo di Saddam Hussein, quando il 28 novembre riprenderà il processo nei suoi confronti. Wesley Gryk, l?esperto legale alla guida della delegazione di Amnesty International presente all?udienza, ha apprezzato la decisione del giudice di aggiornare il processo di 40 giorni, per consentire alla difesa di prepararsi sul caso e garantire che i testimoni siano in grado di presentarsi senza timore in tribunale. ?Date le circostanze, l?aggiornamento del processo suona decisamente appropriato? ha dichiarato Gryk. ?Il rinvio consentirà alla difesa di studiare la grande mole di documentazione che, per motivi inspiegabili, è stata messa a disposizione solo poco prima dell?inizio del processo. La legittimità del tribunale verrà giudicata dall?equità delle sue procedure, per esempio dal modo in cui garantirà pieni diritti alla difesa, tra cui quello a un accesso regolare e confidenziale agli imputati. È di fondamentale importanza che questo processo sia condotto in modo corretto e sia visto dall?esterno come un processo corretto, dato che costituirà il precedente per dare giustizia a molte delle vittime dei crimini commessi sotto il dominio di Saddam Hussein e del partito Ba?ath.? Alla ripresa del processo, sostengono gli osservatori di Amnesty International, sarà necessario prestare maggiore attenzione alle vittime. ?Nell?udienza di apertura, le vittime e i loro familiari non hanno potuto essere presenti in tribunale? ha proseguito Gryk. ?Questo è un problema che va affrontato. Il tribunale deve garantire che almeno alcune di esse e i loro rappresentanti siano in aula e intervengano nel processo e che lo stesso sia consentito ai loro familiari, se lo vorranno. Garantire la sicurezza in una circostanza così unica è importante, ma questo obiettivo non può essere conseguito alle spese di coloro che, attraverso la sofferenza personale, hanno conquistato il diritto di essere presenti in un?aula di tribunale per ottenere giustizia?. Amnesty International continua a definirsi preoccupata per la norma che prevede che un?eventuale condanna a morte nei confronti di Saddam Hussein e dei suoi co-imputati verrebbe eseguita entro 30 giorni dal respingimento dell?appello. ?Si tratta di un?eventualità preoccupante, che chiediamo al governo iracheno di rivedere e annullare. Amnesty International si oppone alla pena di morte in ogni caso, per ragioni di principio. Qui, oltretutto, l?esecuzione di Saddam Hussein avrebbe l?effetto di negare giustizia a molte vittime delle violazioni commesse sotto il suo governo?.

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