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28 Settembre 2005 06:18

Amnesty sulla tortura in Ucraina

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di Amnesty International

Le forze dell?ordine ucraine usano regolarmente la forza e spesso ricorrono alla tortura per estorcere confessioni e testimonianze ai detenuti. La denuncia è contenuta in un rapporto di Amnesty International, che descrive l?impunità di cui beneficiano gli agenti di polizia responsabili di maltrattamenti e torture.?La tortura e gli altri maltrattamenti, di qualunque genere, sono vietati in ogni circostanza dal diritto internazionale. Tuttavia, in Ucraina si indaga raramente sulle denunce di tortura e, quando ciò accade, le inchieste sono molto spesso carenti. Il risultato è che pochi agenti di polizia implicati in torture o maltrattamenti sono puniti ed è infrequente che le vittime ottengano giustizia? rilegge nel rapporto. Il rapporto di Amnesty International mette in luce alcune debolezze del sistema di giustizia penale ucraino, che favoriscono la diffusione della tortura: tra queste, le cattive condizioni dei centri di detenzione preventiva e la mancanza di garanzie per i prigionieri. Le autorità ucraine ammettono che la polizia abusa dei propri poteri per chiudere il maggior numero possibile di casi, con qualsiasi mezzo; così facendo, cerca per prima cosa di ottenere la ?confessione?, ricorrendo all?uso della forza. L?operato della polizia è alimentato anche da un alto livello di corruzione: è noto che gli agenti di polizia picchino i detenuti per estorcere loro denaro. Sebbene i dati ufficiali non forniscano un quadro chiaro ed esauriente sull?incidenza della tortura e degli altri maltrattamenti da parte della polizia, uno studio condotto dall?Istituto Kharkiv per le ricerche sociali ha rivelato che il 62,4% di un gruppo di persone precedentemente arrestate dalla polizia era stato sottoposto a maltrattamenti: il 44,6% di queste aveva riportato danni alle braccia, alle gambe o al collo, il 32,8% era stato preso a pugni e calci e il 3,8% era stato torturato con strumenti particolari. I casi segnalati ad Amnesty International dal 2001 al giugno 2005 riguardano detenuti appesi a sbarre metalliche, costretti a indossare maschere antigas fino quasi a soffocare, bastonati e presi a calci o colpiti con altri oggetti, quali libri pesanti o bottiglie piene d?acqua, che non lasciano segni sulla pelle. In altri casi, èstato fatto ricorso a pressioni psicologiche, come le minacce di stupro o di incriminazione per ulteriori reati. In un caso, una madre è stata costretta a ?confessare? sotto la minaccia di vedersi separata dalla sua piccola figlia ammalata. Molte vittime non sporgono denuncia perché hanno paura o non hanno fiducia nel sistema. ?Se il governo ucraino vuole veramente raggiungere un accordo di associazione con l?Unione europea entro il 2007, deve iniziare da subito a riformare il sistema di giustizia penale, sradicare la tortura e assicurare giustizia alle vittime? conclude il rapporto di Amnesty International.

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