253 utenti


Libri.itEDMONDO E BABBO NATALELA DOPPIA VITA DI MEDORO - Gli albi della CiopiLA FROTTOLITE GALOPPANTE LINETTE – LA NUVOLETTAI RICORDI DELLA VECCHIA QUERCIA
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

31 Dicembre 2024 08:53

Futura umanità

34 visualizzazioni - 0 commenti

di Riccardo Orioles


Non sono bei tempi per la democrazia. Non per questo o quel partito (e ce ne sono di pessimi) ma proprio per il concetto di partecipazione popolare alla vita comune, nel senso cosiddetto "liberale" come in quello cosiddetto "socialista". Delusioni e sacrifici hanno portato non solo alla paralisi dei sistemi, ma anche alla rimessa in discussione di tabù (ad esempio l'infanticidio di massa) che si credevano acquisiti.
A questa crisi di civiltà - non la prima e probabilmente non l'ultima, ma la peggiore dopo i Grandi Macelli del Novecento - si aggiungono in Italia due fattori specifici, il nostro peculiare contributo alla condizione umana. Il primo è il sistema mafioso, nato nel nostro sud e dilagato al nord. Il secondo è il fascismo, calato dal nord al sud, specularmente. Entrambi hanno infettato, in forma più o meno virale, altri paesi.


* * *

Noi, qui ai Siciliani, abbiamo purtroppo qualche esperienza nell'affrontare almeno uno di essi. Abbiamo dovuto dare un'importanza decisiva alla lotta antimafia, che abbiamo presto individuato, con maestri come Pippo Fava, come un fondamentale problema sociale. Abbiamo anche capito che esso non è risolvibile da una singola forza parziale, nè dalla buona volontà di qualcuno, ma richiede movimenti di massa, unitari e decisi, di portata epocale.
La nostra insufficienza è quindi la prima scoperta che abbiamo fatto; la seconda, la necessità di unirci ad altri, di "fare rete". Che è, in questo momento difficile, con poteri e governi non certo antifascisti nè antimafiosi, il nostro appello.


* * *

Un momento difficile, ma non disperato. Non è un paese fascista, nè mafioso. È un paese disgregato e confuso, ferito da troppe delusioni e promesse, ma tutto sommato ancora sano. Un paese antichissimo e umano, fondato su valori che magari non sa più di avere ma che profondamente, a suo dispetto, possiede. Come potremmo essere dei razzisti seri, noi massa di tanti popoli fusi insieme? Possiamo certo inventare, in un momento di crisi, un fascismo; ma anche sbarazzarcene resistendo. La mafia è nostra: ma lo è di più l'antimafia. Fava non fu un isolato ma il segno, con altri simili, di una generazione. Così, noi non chiamiamo alla protesta nè alla rassegnazione, ma alla costruzione determinata e continua di un altro mondo. Un mondo umano, possibile, buono per tutti. Coraggio e tenerezza - donne e uomini, nell'ordine nuovo degli affetti - ci accompagnino insieme in questa prova di secolo, futura umanità.


https://www.isiciliani.it/

COMMENTA