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23 Dicembre 2024 09:51

State contenti, umana gente, al quia

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di Fausto Carratù

Tutte quelle teorie hanno intasato i testi scolastici di intere generazione di studenti, omettendo inspiegabilmente una questione che nel merito appare di primaria rilevanza, la sottesa questione della libertà dell'uomo e della fede. 
Alla luce di questo requisito, fondamentale per la comprensione del problema della esistenza o inesistenza di Dio, non senza qualche imbarazzo osserviamo che tutti quei pensatori si sono spremuti le meningi nella più sorprendente inutilità.
    L'errore di quei pensatori consiste proprio nell'ignorare che l'ipotetica dimostrazione della esistenza o inesistenza di Dio avrebbe privato l'uomo di quella suprema  libertà che proprio il suo Creatore gli aveva concesso, di "credere" o "non credere" alla Sua esistenza o inesistenza, e con questa avrebbe ucciso ogni fede. 
    Ancora recentemente è stato pubblicato un libro, "Dio, la scienza e le prove. L'alba di una rivoluzione", con la prefazione di un premio Nobel, la cui propaganda sostiene essere ormai "provata" l'esistenza di Dio. Arrivato alla 5° edizione, pubblicato nel 2024 anche in Italia, è pubblicizzato con la tesi secondo cui "Anche la scienza crede in Dio". Attenzione alle parole! Neppure la propaganda, da sempre incline al raggiro, dichiara che la Scienza prova l'esistenza di Dio. Si limita a dire che anche la Scienza ormai "crede" in Dio. Con quel "crede", si salvano infatti libertà dell'uomo e fede.
    Ricordo che da bambino sentivo gli interminabili e sempre inconcludenti dibattiti tra credenti, dubbiosi e non credenti. Li trovavo alla lunga così noiosi che guardando il cielo mi chiedevo perché Dio non si affacciasse da quel cielo, anche una sola volta, per di-mostrarsi e mettere fine a quelle inutili discussioni. Solo da adulto ho trovato la risposta.
La impossibilità di dimostrare la sperimentabilità e la scientifica razionalità del credo religioso è requisito sostanziale ed ineliminabile della religione perché renderebbe l'uomo schiavo dell'evidenza, derubandolo della libertà dell'opzione fiduciale, di un "sentire" non in conflitto con la ragione, ma per la ragione per sempre inarrivabile. Qualora si dimostrassero scientificamente vere l'esistenza di Dio, veridicità dei Vangeli, della Sindone, dei miracoli e delle tante inspiegabilità prodotte dalla religione, o il loro contrario, che fine farebbe la libertà dell'uomo? che fine farebbe la fede, ossia l'atto con cui si sceglie di credere o di non credere? Invero è proprio la religione ad insegnare che l'uomo è e deve essere assolutamente libero, talmente libero da optare persino per l'inesistenza di Chi tanto libero lo ha creato. 
Concludiamo osservando come, pur essendo sempre legittimi gli argomenti di chi prova di dimostrare l'esistenza o la inesistenza di un Dio Creatore, sia però chiara la fondamentale natura probabilistica di simili tentativi, rinunciando a problematiche certezze.
Con questo spirito celebriamo la ricorrenza del Natale, giorno di nascita dell'unico Uomo che abbia vinto la morte e che ad un identico destino ha aperto le porte a tutti gli uomini: "chi crede in me non morirà per sempre". Buon Natale

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