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17 Dicembre 2024 09:21

Aprire le chiese, ma l'eucaristia dov'è?

32 visualizzazioni - 0 commenti

di Paolo Farinella, prete


RAGIONE E CONCRETEZZA
Care Amiche e Amici,
   Questa Newsletter dovrebbe essere riservata ai SANTORPETINI di Genova, ma la invio a tutte le Amiche e Amici che mi chiedono sempre di non escluderli da qualsiasi invio. Si tratta di decidere se aprire o no la chiesa di San Torpete in Genova.
   La Newsletter si compone di due pagine: la 1a riguarda una riflessione sulla natura dell'Eucaristia come io credo debba essere intesa e teologicamente ineccepibile; la 2a concerne questioni pratiche, cioè i costi dell'apertura, visto che bisogna sanificare ogni volta e attrezzarsi di strumenti ulteriori (dispenser, ecc.). A questi problemi non pensa nessuno, tanto meno i vescovi, ma occorre che un amministratore i problemi se li ponga perché alla fine c'è sempre qualcuno a cui arriva il conto.
   Ho scritto al mio vescovo in scadenza, Angelo Bagnasco, ma non ho avuto risposta. La manutenzione dei monumenti storico-artistici di grande prestigio, come San Torpete, è altissima e non se ne può non tenere conto. Non si possono usare materiali nebulizzanti perché vi sono opere d'arte (dipinti a olio, organo a canne, paramenti pregiati, ecc.) e i marmi sei-settecenteschi molto porosi esigono trattamenti particolari, ecc. Tutto è più complicato. Tenete conto che abbiamo solo due bagni che bisognerebbe curare con particolare attenzione dopo ogni uso.
   Considerato che la chiesa è piccola, se si deve mantenere la distanza prescritta, per ogni accesso, possono entrare non più di 25 persone. Significa che bisogna fare elenchi nominativi per almeno 4 gruppi che si avvicendano, uno ogni domenica, così che ogni gruppo parteciperebbe una volta al mese.
   Occorre tenere conto che nessuno dei frequentatori e frequentatrici di San Torpete risiede nel quartiere, perché San Torpete è parrocchia antica, ma senza parrocchiani, non avendo un territorio proprio. Dal sec. XI era cappella riservata della Famiglia dei Marchesi Cattaneo Della Volta e che nel sec. XIII Leone X elevò a parrocchia di famiglia. Nel 1990 i Marchesi cedettero l'incerta proprietà e relativi diritti, mantenendo la possibilità di celebrarvi battesimi, matrimoni e funerali La Parrocchia rimase Ente di Diritto Canonico, aperta al pubblico.
   Dal 2005, anno del mio rientro da Gerusalemme, l'amministro come parroco senza parrocchiani. In questo periodo sono stati fatti restauri significativi a immobili e mobili storici, avendone attenta cura. La chiesa per 13 anni è stata sede dei «Concerti di San Torpete», che grande risonanza hanno avuto a livello europeo. Collabora con la Fondazione Giorgio e Lilli Devoto, che ha acquisito la biblioteca di mio fratello Farinella Calogero e con la quale non solo abbiamo già realizzato importanti appuntamenti culturali, ma ne abbiamo di ulteriori e molto importanti e non solo per Genova.
   Chiedo ai Santorpetini suggerimenti e idee. Non per influenzare, ma per essere chiari, dico subito la mia: io aspetterei ancora. Credo che sia prudente per la maggior parte dei frequentatori e frequentatrici di San Torpete.  
   Voglio, infine, prevenire qualunque eventuale, anche se sporadico, cattivo pensiero, che potrebbe emergere sulle motivazioni di volere aprire le chiese alla svelta:  aprire per motivi economici. Chi mi conosce non ha bisogno di spiegazioni, ma è saggio lasciare che «omnia munda mundis et omnia sozza sozzis».
   Il mio è un invito, oltre la superficialità euforica, per riflettere, non romanticamente insieme, ma su dati di fatto, specialmente su preoccupazioni fondate. Con un sorriso.

Paolo Farinella, prete
APRIRE LE CHIESE?

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