198 utenti


Libri.itSOLVEIG. UNA VICHINGA NELLA TERRA DEGLI IROCHESILA PESTE SCARLATTAICOSACHI E CAPPUCCETTO GIALLO CON LE STRISCE CATARIFRANGENTIDINO PARK vol. 2GLI INSETTI vol. 2
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

23 Maggio 2024 08:59

L'attentatuni

41 visualizzazioni - 0 commenti

di Tonio Dell'Olio

I collaboratori di giustizia ci hanno indicato con precisione che la maniera dei mafiosi di riferirsi alla strage di Capaci era "l'attentatuni", letteralmente il grande attentato. Si puntava a realizzare un gesto eclatante e spettacolare e non semplicemente a liberarsi del giudice Falcone. Giovanni Falcone a quel tempo lo si vedeva girare spesso per Roma senza scorta e non sarebbe stato difficile ucciderlo. La voragine sull'autostrada segnava invece la potenza di fuoco di un'organizzazione parallela allo Stato che aveva il potere di vendicarsi, incuteva timore e non tollerava avversari che potessero contrastarne l'affermazione, il radicamento e la diffusione. Trentadue anni fa Falcone, Morvillo, Dicillo, Schifani e Montanaro divennero vittime sacrificali offerte sull'altare perverso del delirio mafioso del potere e non solo della ricchezza. Oggi le mafie di tutto il mondo perseguono gli stessi obiettivi ma spesso mostrano di aver appreso a farlo secondo modalità molto più discrete e vantaggiose. Per questo oggi contrastare le degradazioni del potere in tutte le sue forme, perseguire la prassi pervasiva della corruzione, smascherare la narrazione bugiarda secondo cui la ricchezza è il paradiso terrestre, significa contribuire a sbarrare la strada alle mafie. È la forma che anche le vittime di 32 anni fa ci avrebbero chiesto e per noi è un debito.

COMMENTA