13 Luglio
Le vittime della strage di Filetto (AQ) hanno dovuto attendere quasi 80 anni perché qualcuno chiedesse almeno perdono! Il 6 giugno 1944 le truppe tedesche in ritirata, come rappresaglia dopo un'imboscata partigiana che vide anche due soldati tedeschi uccisi, fucilò 17 persone e saccheggiò le case, distruggendo e incendiando una parte del paese. A comandare l'operazione c'era il giovane capitano Matthias Defregger. Terminata la guerra quel capitano studiò teologia e fu ordinato prete e, nel 1968, fu consacrato vescovo, assumendo l'incarico di ausiliare della Diocesi di Monaco. L'anno successivo il settimanale Der Spiegel pubblicò un'inchiesta giornalistica rivelando i fatti accaduti in Italia. Da quel momento i familiari delle vittime non hanno mai smesso di chiedere una qualche forma di pentimento da parte del vescovo-ex capitano, ma il massimo che hanno ricevuto è stata una lettera in cui Defregger si giustificava dichiarando d'aver solo obbedito agli ordini ricevuti. Nel 1970 Pax Christi scelse proprio Filetto per realizzare la terza edizione della Marcia della pace di inizio anno. Ma finalmente ieri il card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco, si è recato a Filetto per incontrare i congiunti delle vittime e chiedere perdono non solo per l'eccidio ma anche per le mancanze della chiesa. "Chiedo perdono - ha concluso il cardinale - è fondamentale guardare sempre alla verità per andare avanti". E noi ripetiamo con don Milani che "l'obbedienza non è più una virtù ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti a Dio, né davanti agli uomini, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto".