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23 Agosto 2020 06:27

Didier Raoult: "Lavatevi le mani" (non come Ponzio Pilato)

1584 visualizzazioni - 0 commenti

di Doriana Goracci




Marsiglia non è Parigi ma il Coronavirus Covid-19, attacca anche questo meraviglioso accogliente porto del Mediterraneo e leggo oggi un articolo su La Provence che titola così: Coronavirus: "Questa malattia non è più mortale di altre" dice Didier Raoult.
È stato ospite di Laurence Ferrari mercoledì mattina sul canale CNEWS per fare il punto sull'epidemia di coronavirus dove in breve afferma che "essendo diventato obbligatorio in un gran numero di città francesi, indossare una mascherina è del tutto inefficace per il professor Didier Raoult, perché il coronavirus non sarebbe trasmesso dal sistema respiratorio: «une recommandation» plus qu'«une obligation».
https://www.youtube.com/watch?v=ofze8E4VXkc
Chi è Didier Raoult? È professore ordinario presso la Scuola di Medicina di Marsiglia,Direttore del Laboratorio di Microbiologia Clinica per gli Ospedali universitari, presidente dell'Universite de la Mediterranee di Marsiglia. È il co-fondatore dell'European Study Group of Rickettsia, Ehrlichia, Coxiella (EUWOG) . È anche il fondatore del National Rickettsia Reference Center, WHO Collaborative Center, che è il più grande laboratorio al mondo nel campo delle malattie da Rickettsia. È stato mentore di 66 medici e 13 dottorandi oltre a numerosi studenti post-dottorato provenienti da tutto il mondo. È autore di oltre 500 articoli scientifici e ha scritto 60 capitoli di libri in tutti i principali libri di testo di medicina e malattie infettive. Ha curato o è l'autore di 11 libri sulle malattie infettive. Ha partecipato al primo isolamento di Tropheryma whippeli, Rickettsia africae, R. mongolotimonae e R. felis e ha descritto diverse nuove malattie da Rickettsia.
Il professore di Marsiglia è rimasto sulle sue posizioni, soprattutto per quanto riguarda la gravità della malattia ritratta dai media e dai politici. Il Covid-19 "non è peggio dell'influenza", ha detto. "Siamo molto lontani dall'1% dei decessi negli ospedali", estremamente basso secondo il medico.
 
Alla domanda su una possibile ripresa dell'epidemia, il direttore dell'IHU Mediterraneo ritiene di non assumere "per il momento non quella forma. Il futuro di una nuova malattia è imprevedibile. I dati sono molto difficili da determinare. Quello che è certo è che più provi, più casi trovi ", ha continuato. "Non è la stessa malattia di febbraio. La forma è molto mite oggi."
 
Il professor Raoult ha parlato anche dell'uso della maschera obbligatoria. "La maschera protegge le persone nel campo dell'assistenza. Altrimenti, nulla è chiaro, nulla è stato dimostrato in termini di trasmissione virale". Tuttavia, riconosce il ruolo della maschera come segnale per la circolazione di una malattia respiratoria infettiva. "Ho paura della paura" ha aggiunto l'epidemiologo, preoccupato che il dirigente e la popolazione stiano puntando sulle maschere, creando tensioni. "Avrei preferito che rimanessimo sulle raccomandazioni" ha concluso.
 
La vera soluzione è lavarsi le mani. "Sappiamo che è vero", ha detto il professore, "il passaggio dell'acqua alcolica rende estremamente basso il rischio di trasmissione. Tutto passa per le mani, e poi per gli oggetti inanimati".
 
Didier Raoult ha anche messo in dubbio la legittimità del confino, ricordando che gli studi avevano dimostrato che a livello di individui, quelli rinchiusi erano stati più contagiati di quelli che avevano continuato a uscire.
 
Per i test PCR, il medico marsigliese ha confermato che "è meglio fare i test che non farli". Su quest'ultimo chiede tuttavia calma: "Non potremo testare 65 milioni di persone una volta alla settimana. Non combatteremo, è una malattia virale come le altre". Il professor Raoult ha inoltre dichiarato che "quest'anno a Marsiglia non ci sono stati più morti che negli anni precedenti".
 
Alla fine dell'intervista, ha ripetuto la sua incomprensione sul divieto dell'idrossiclorochina lodando il suo record. "Abbiamo una mortalità dello 0,45%, abbiamo curato 4.000 pazienti, non potremo mai fare di meglio. Come spiegare questa guerra completamente folle contro l'idrossiclorochina? Come un farmaco assunto da due miliardi di persone è diventato tossico durante la notte?" era indignato.
 
Didier Raoult si è interrogato sul divieto di trattamento mentre i laboratori di tutto il mondo gareggiano per il vaccino. "Non so se sarà utile. Se la malattia persiste, non vedo chi vorrà essere vaccinato contro qualcosa che non uccide".
Philippe Faner in altro articolo della Provence scrive. "Marsiglia: questa sporcizia, la mancanza di spirito civico, risorse inadeguate, il trattamento dei rifiuti... esaspera gli abitanti e di fronte a questo, i cittadini reagiscono..." A proposito del lavaggio delle mani è interessante cosa ne pensa il genovese, Guglielmo Valobra che da sempre sostiene la superiorità del classico sapone di Marsiglia rispetto ai vari detersivi oggi in uso, a partire dai saponi liquidi. Il sapone di Marsiglia, precisa, in realtà nacque a Genova. Maestri saponificatori genovesi lo insegnarono ai francesi nel '600 quando Jean-Baptiste Colbert, padre dell'economia francese moderna, volle sviluppare a Marsiglia e dintorni un polo industriale del sapone. "Il sapone classico, chimicamente sale di acidi grassi con una base forte come soda o potassa, è il mezzo d'elezione per lavarsi le mani e allontanare gli agenti patogeni", ribadisce Valobra. Anche se di questi tempi non basta: "Oltre al sapone, bisogna usare anche lo spazzolino su tutta la mano e sullo spazio tra l'unghia e il polpastrello".Nessuno dovrebbe usare la varecchina per lavarsi: "Tuttavia bisogna ricordare che la prima vera igiene generale e dell'ambiente è stata ottenuta grazie alla sintesi del cloro dal sale marino e l'introduzione della "eau de javel" (candeggina) verso la fine del settecento". Le parole di Valobra trovano riscontro in un articolo di Sarah Gibbens pubblicato dal National Geographic americano. "Per circa 5.000 anni, gli uomini hanno inventato dei prodotti per la pulizia, ma la semplice combinazione di acqua e sapone rimane una delle armi più potenti contro le malattie infettive, incluso il nuovo coronavirus".Accade però, riconosce, "che quando si verificano epidemie come Covid-19 e si scatena il panico, le persone si affrettano a comprare tutti i tipi di detergenti chimici, molti dei quali non sono necessari o inefficaci a contrastare i virus".
E noi?
A Marsiglia vivono da anni mia figlia e mio figlio che sono diventati ora "soggetti a rischio" per la fascia di età, nuova e in qualche modo colpevole, anche se loro la movida la fanno praticando sport all'aria aperta e in mare e insegnano a minorenni e adulti la lingua italiana.
Doriana Goracci
(riferimenti con video e foto da lunedì visibili spero su Agoravox Italia agoravox.it/Doriana-Goracci,7859)
 

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