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13 Febbraio 2017 16:16

Bologna: al 36 di via Zamboni c'è anche lei, Mirella Mazzucchi

885 visualizzazioni - 0 commenti

di Doriana Goracci

"Domani ci riproveranno, l'hanno detto. E io ho paura." Scrive così su Facebook, Mirella Mazzucchi, Coordinatore gestionale della Biblioteca di Discipline Umanistiche all'Università di Bologna: è domenica sera, 12 febbraio.Nella stessa sera ho appreso della sua dichiarazione-testimonianza, di quanto avvenuto a Bologna, inviatami da un' altra persona amica, a commento di un articolo esplicativo e "storico" che avevo messo a disposizione sulla mia pagina: A Bologna il tappo è saltato Riflessioni dopo lo sgombero del 36 di via Zamboni.
Penso sia altrettanto importante allegare questa sua testimonianza diretta, per amore di verità e sperando che si possa riaffrontare, con serenità, lo studio e la riapertura di uno spazio di cultura fondamentale, per gli studenti e i lavoratori, tutti.
Il 12 dicembre 2013, in quella Biblioteca si svolse un incontro con Carlo Ginzburg su Leggere e lettura. Leggere, da vicino e da lontano. Leggere la mente. Leggere il cinema e il teatro. Leggere e far leggere. Leggere e studiare. Si, al 36 di via Zamboni, a Bologna.
Doriana Goracci
VIDEO FOTO RIFERIMENTI TESTO SU
http://www.agoravox.it/Bologna-al-36-di-via-Zamboni-c-e.html
La verità su quanto accaduto alla Biblioteca di Discipline Umanistiche
Sono la responsabile della Biblioteca in oggetto.
La Biblioteca di Discipline Umanistiche ospita in modo ricorrente la presenza di alcuni membri di un collettivo (CUA) che la reputano propria. Più o meno una trentina di persone.
Già in passato avevamo avuto problemi e occupazioni da parte loro, con i quali, vi assicuro, abbiamo provato ma non è possibile né il dialogo né la mediazione. Sono prepotenti, violenti e squadristi. Per loro questo è un centro sociale, uno spazio di aggregazione, non una Biblioteca.
Sono tornati a reclamare attenzione con i loro metodi quando, durante le vacanze di Natale, l'Ateneo ha deciso di inserire delle bussole in vetro all'entrata, azionabili o col badge o dopo riconoscimento da citofono; chiunque puo' entrare motivando le proprie necessità di studio e ricerca. Era comunque necessario tenere fuori balordi e spacciatori che popolano la zona limitrofa. Da troppo tempo infatti i bagni erano luogo di spaccio (bustine nelle cassette dell'acqua) furti, rapine, episodi spiacevoli in sala di lettura per alcune ragazze, persone che entravano sistematicamente con pitbull, minacce al personale da delinquenti comuni etc.
In occasione della volontà di aprire questa ed altre biblioteche fino alle 24 , una delle iniziative per combattere il degrado della zona , si è reso necessario inserire queste bussole: il personale di sorveglianza avrebbe così avuto uno strumento per tenere fuori soggetti sgraditi.Il collettivo ha iniziato fin dal primo giorno ad aprire le porte di emergenza centrali vanificando tutto il sistema e facendo "picchetto" per impedirci di ripristinare.
Da quel giorno (23 gennaio) si sono susseguite continue scene di questo tipo ogni giorno, condite da scherno verso il personale, atteggiamenti intimidatori, aggressioni ad agenti in borghese che volevano darci una mano, cacciata di guardie giurate.. le abbiamo provate tutte, ma comandano loro.
L'Università ha voluto mantenere il giusto profilo istituzionale che le compete chiedendoci, pur supportati, di andare avanti, di pazientare, fino a quando non fossero arrivati i provvedimenti giudiziari.
Nel frattempo la Biblioteca ha comunque aperto fino alle 24 per mostrare la buona volontà, ma nonostante questo il personale a porte aperte era soggetto ad ancora più' pericoli. Si sono susseguite all'interno assemblee non autorizzate, uso degli spazi improprio, imbrattamenti e cartelli con "prese per il culo" .
Il tutto fino a mercoledì scorso, quando con maschera di Anonymous questi hanno smontato le porte e divelto i lettori di badge portandoli in Rettorato.
La mattina dopo, a Biblioteca ferita potevamo forse aprire?
Abbiamo chiuso, e alle ore 13 questi hanno sfondato le porte, divelto le sbarre interne dal muro e occupato.
La biblioteca e il suo patrimonio è stato alla loro mercé dalle ore 13.30 fino alle 17.30, quando la polizia è intervenuta e li ha mandati fuori.
Cosa si doveva fare?
Lasciatemi ora dire, dopo aver riferito fatti oggettivi, una cosa personale.
Della Biblioteca a questi non frega nulla: è solo un pretesto per far casino.
Quindi prima di giudicare o di dare addosso a chi ha chiamato la Polizia chiedetevi quale esasperazione abbiamo raggiunto tutti noi per dover arrivare a questo.
Mirella Mazzucchi
Coordinatore gestionale della Biblioteca di Discipline Umanistiche
Università di BOLOGNA

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