31 Luglio
di Associazione nazionale Nuova Colombia
La ratifica del trattato di pace, la cui firma si inizia a scorgere all'orizzonte, sarà validata dalla decima Conferenza Guerrigliera, la massima istanza politica che regge la vita democratica interna della guerriglia, e che sarà convocata ufficialmente una volta giunti al termine dei dialoghi tra le FARC e il governo. Tuttavia, già nella fase attuale, i circa 80 fronti guerriglieri dislocati in tutto il paese, hanno fatto giungere alla Delegazione di Pace insorgente all'Avana il proprio appoggio a quanto accordato, nella prospettiva di dispiegare le proprie strutture nel lavoro di massa con il popolo colombiano.
Vengono quindi a cadere le speculazioni maligne effettuate dai nemici della pace, tra i quali l'oscurantista procuratore Ordoñez, circa fantomatiche dissidenze interne alla guerriglia, con lo scopo di togliere credibilità al processo di pace stesso.
L'episodio di alcuni elementi appartenenti al I Fronte delle FARC, che si erano chiamati fuori dal processo, è stato un caso isolato e tutti i fronti guerriglieri nominati a vanvera dal Procuratore Generale, si sono premurati di smentirlo direttamente e pubblicamente, mostrando, ancora una volta, che razza di cialtroni continuino a occupare abusivamente importanti cariche pubbliche; ossia baroni corrotti che vorrebbero prolungare lo stato di guerra di cui si beneficiano. Il rinnovamento del ceto politico istituzionale si configura quindi come una necessità della pace.
L'organizzazione insorgente delle FARC-EP, da parte sua, irromperà unita e granitica, con tutte le proprie bandiere di sempre, sullo scenario della politica aperta, non più in condizione di clandestinità, perché si è conquistata sul campo di battaglia e al tavolo dei dialoghi quello spazio politico che rende non più prioritaria la lotta armata, e di cui le opposizioni politiche e sociali potranno beneficiare per la prima volta nella storia colombiana.