27 Giugno
di Associazione nazionale Nuova Colombia
Continuano le mobilitazioni in Colombia in appoggio alle sacrosante rivendicazioni dei contadini, degli indigeni e delle popolazioni afro discendenti. Per tutta risposta il regime reprime le proteste con la violenza eludendo accordi firmati ed implementando iniziative che vanno nella direzione opposta, sia a quanto sottoscritto con il movimento che anima lo Sciopero Agrario sia a quanto accordato all'Avana.
È un film già visto quello dei governi di oligarchi, terratenenti e grandi allevatori che elargiscono promesse al momento delle proteste per poi fare orecchie da mercante quando giunge il momento di mantenere fede agli accordi strappati dalle mobilitazioni popolari con la lotta. Ricordiamo che le straordinarie mobilitazioni dell'estate 2013 portarono il governo ad assumere impegni concreti poi disattesi; nell'aprile 2014 le imponenti manifestazioni contadine dello Sciopero Nazionale Agrario e Popolare vennero coperte di sangue da una violenta repressione del regime che oggi ripropone il meccanismo rodato da decenni di terrorismo di Stato.
A due anni di distanza, immemori degli impegni presi, i funzionari del governo Santos continuano a legiferare a favore dei terratenenti e dei grandi allevatori mettendo in marcia le cosiddette ZIDRES (Zone di Interesse di Sviluppo Rurale, Economico e Sociale), buone solo per aumentare la concentrazione delle terre in poche mani e per soddisfare l'appetito vorace e neocolonizzatore degli "imprenditori delle campagne" e delle multinazionali, che pretendono di continuare impunemente a rubare terre ai contadini e agli indigeni incrementando quelle disuguaglianze che sono alla base del conflitto.
Il regime continua a reprimere e ad essere sordo alle rivendicazioni delle organizzazioni popolari, che invece da ogni sollevazione, blocco e sciopero escono sempre più rinforzate, aggiungendo ogni volta un mattone granitico nella costruzione della pace con giustizia sociale.