18 Maggio
di Associazione nazionale Nuova Colombia
In un recente intervento, González Posso, direttore di Indepaz (l'Istituto degli Studi per lo Sviluppo e la Pace), ha fatto presente come la nuova direttiva diramata dal Ministero della Difesa colombiano - in cui si stabiliscono i lineamenti per affrontare i cosiddetti Gruppi Armati Organizzati, gli stessi che venivano fino a ieri eufemisticamente definiti Bande Criminali (Bacrim) - non vada ad intaccare in realtà gli elementi strutturali del paramilitarismo: complicità dello Stato, stretti vincoli con i poteri economici dell'oligarchia nazionale e delle multinazionali, legami evidenti con i politici regionali.
In sostanza, dice Posso, la direttiva avalla bombardamenti di Polizia, Forze Armate ed Esercito nelle zone di influenza dei gruppi armati, ma, lungi dall'intaccare le relazioni del potere politico ed economico attraverso i quali questi gruppi si articolano, tali modalità avranno come unico risultato quello di arrecare gravi danni alle comunità coinvolte. L'esperienza della falsa smobilitazione delle AUC, i cui tentacoli politici ed economici hanno permesso agli eredi di questa struttura criminale di controllare 7 municipi dell'Urabà, dimostra come la direttiva del Ministero sia del tutto inconsistente. Il fenomeno del paramilitarismo, che scientemente il governo continua a non voler vedere, prima negandone l'esistenza, poi sbandierando che esiste 'la mafia' e il crimine organizzato ma sempre eludendone i rapporti con la forza pubblica e le strutture statali, continua ad essere più che mai una presenza minacciosa per il processo in corso all'Avana e la sua mancata reale smobilitazione rappresenta senza dubbio l'ostacolo più grande al raggiungimento della pace con giustizia sociale anelata dal popolo colombiano.