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28 Maggio 2014 10:30

Conferenza a Monza su "La vita dopo la morte"

747 visualizzazioni - 0 commenti

di filippo Angileri


"O Figlio dell'Essere Supremo!
Ho fatto della morte un messaggero di gioia per te. Perché ti duoli? Creai la luce perché diffondesse su te lo splendore. Perché te ne schermisci?"
 
L'Associazione di Promozione Sociale "Gianni Ballerio" ispirata ai principi baha'ì ha presentato sabato 24 maggio alla Casa del Volontariato di Monza la Conferenza "Morte, la grande finzione?" a cura del Professor Luigi Zuffada.
Alla presenza di un  numeroso pubblico molto interessato all'attualissimo argomento sulla morte, il Professor Zuffada ci ha intrattenuto su riflessioni scritte nel libro "Dove va l'anima dopo la morte" di Cesare Boni  scrittore, professore in psicologia del ciclo della vita in diverse università: Napoli, Bruxelles, Londra, California, arricchendo le considerazioni di Cesare Boni con ciò che emana la sua cultura.
Non è facile sintetizzare in poche righe ciò che emerso in due ore di parlato, interrotto diverse volte  con molti interventi perché gli ospiti i erano molto curiosi sull'argomento.
 La grande paura della morte è dovuta a un errore fondamentale e cioè che la nostra vita è iniziata con la nascita, ed è proseguita con anni di esistenza fino alla morte. La  morte quindi la vediamo come una separazione da tutto ciò che abbiamo amato, parenti, amici, oggetti e abitudini.  Il professore Zuffada ha letto diversi versetti tratti da la Bhagavad Gita, dalla Lettera di San Giovanni, dal Corano e dalla letteratura Baha'ì  e quello che mi è piaciuto moltissimo è  di Tagore: "La morte, come la nascita, fa parte della vita. Camminare consiste sia nell'alzare il piede sia nel posarlo:"
Grandi psichiatri del 900 come Raymond Moody ed Elisabeth Kubler-Ross, concordano con ciò che i Maestri Spirituali di ogni epoca e tradizione ci dicono sulla morte: la morte come ci è stata insegnata e tramandata "non esiste"; al momento della morte non vi è interruzione di flusso di coscienza. La vita e la  morte sono un solo ininterrotto flusso di coscienza. Boni nel suo libro dice che la nascita ci permette la vita su questo piano di esistenza, con degli strumenti che ci consentono di realizzare lo scopo della vita. Questi strumenti sono il corpo, con i suoi sensi e i suoi organi, la mente e l'intelletto. La morte indirizza la vita su altri piani di esistenza con altri strumenti, che ci permetteranno di realizzare lo scopo della vita, se non è stato realizzato in questo mondo.
Un grande sufi ha scritto "Abbi sempre davanti agli occhi la morte e quando sarai coricato sappi che essa riposa ogni notte sul tuo cuscino."
Con tutta la nostra paura della morte, non ci rendiamo conto che il corpo lo lasciamo ogni sera quando ci addormentiamo: infatti il corpo fisico rimane nel letto a riposare, a ricaricare le batterie, e noi saliamo su un corpo più sottile per andare a goderci il nostro stato di sogno o lo stato di sonno profondo senza sogni. Nel sonno noi viviamo una vita completamente diversa dallo stato di veglia, vedendo ,,odorando, gustando, toccando con altri sensi che si possono definire sottili in un corpo sottile. Durante lo stato di sogno il tempo e lo spazio hanno altre dimensioni.
Il Professor Boni asserisce  che il nostro soggiorno nel corpo inizia con la nascita e quella che chiamiamo morte, cioè il nostro soggiorno al di fuori del corpo fisico, sono legate da un grande filo:  lo scopo della vita. Il grande scienziato Einstein scrisse: "Noi vediamo, sentiamo, pensiamo, ma non sappiamo quale energia ci fa vedere, sentire, parlare, pensare. E quel che è peggio, non ce ne importa nulla. Eppure noi siamo quell'energia. Questa è l'apoteosi dell'ignoranza dell'uomo".
Diversi   versetti sacri  sono stati citati dal Professor  Zuffada sullo scopo della vita umana perché la realizzazione di Dio passa attraverso la realizzazione della conoscenza di se stessi: se questa vita non è utilizzata per questo scopo, allora la vita è perduta.
Boni scrive: "Ciò che dovremmo temere è il non aver utilizzato  il tempo, gli spazi, la bellezza del mondo che ci circonda, i nostri valori di nascita, la nostra intelligenza, le meravigliose possibilità della nostra mente, il nostro corpo, i nostri affetti e i nostri sentimenti, l'entusiasmo, la meraviglia, l'amore, per entrare in contatto sistematico con il nostro essere, per entrare in contatto con Dio."
Il pomeriggio è stato allietato anche dalla poesia e dalla grande musica in tema con ,l'argomento.
Ringrazio il Professor Zuffada per averci fatto trascorrere due ore molto piacevoli ed interessanti.
Maria Grazia Robiati

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