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25 Febbraio 2014 23:40

CAPITANO DELL'ESERCITO AMMETTE: "HO COMMESSO OMICIDI PER URIBE"

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di Associazione nazionale Nuova Colombia

In un'intervista rilasciata dal carcere di Bucamaranga in settembre, ma resa nota solo oggi, l'ex capitano dell'Esercito Adolfo Enrique Guevara Cantillo, alias '101', fino al 2004 capo dell'intelligence del GAULA (gruppo speciale dell'Esercito contro l'estorsione ed il sequestro) ha dichiarato di essere stato, contemporaneamente, il braccio destro di "Jorge 40", spietato capo paramilitare.
Il capitano coordinava nel nord del paese la collaborazione criminale fra Stato e paramilitari, e fu esecutore di omicidi il cui mandante era il narco ex-presidente Álvaro Uribe Vélez.
Guevara Cantillo sostiene inoltre che il regime di esecuzioni extragiudiziarie dei cosiddetti "falsi positivi" è stata una spietata "politica di Stato" della quale ha fatto parte egli stesso.
In sostanza il generale Mario Montoya (pupillo di Uribe costretto alle dimissioni per gli scandali relativi al paramilitarismo) o Uribe stesso richiedevano le esecuzioni extragiudiziarie, portate avanti da Guevara, e l'allora maggiore (oggi colonnello) si incaricava della logistica e della "legalizzazione", ovvero della documentazione che attestava che le vittime civili erano "guerriglieri abbattuti in combattimento".
Se il ruolo di Uribe nel paramilitarismo è ormai acclarato, è bene ricordare che l'attuale presidente "Jena" Santos, all'epoca ministro della Guerra del narco ex-presidente, può essere considerato l'inventore dei "falsi positivi", studiati a tavolino come strumento del terrorismo di Stato e per testimoniare inesistenti vittorie sul campo.

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