Doriana Goracci
VIDEO E FOTO SU http://www.reset-italia.net/2012/06/04/morti-piazza-rivolte-emily-davison-tiananmen-huangqi/
Emily Davison nacque a Blackheath, Londra, in una famiglia abbastanza numerosa. Ebbe due sorelle, un fratello e molti fratellastri, nati dal primo matrimonio del padre. A scuola, dove dimostrò anche doti di attrice, si dedicò con passione agli studi, arrivando sino alla formazione universitaria, presso il Royal Holloway College di Londra. Venne tuttavia costretta ad abbandonare il college perché la madre, che era rimasta vedova, non poteva più pagare le spese necessarie. Divenne quindi una insegnante di scuola, a Edgbastone a Worthing. La somma che riuscì a risparmiare col suo lavoro le permise di iscriversi al St Hugh’s College di Oxford per studiare Lingua e Letteratura Inglese, ottenendo i risultati migliori all’esame finale del suo corso, anche se alle donne, in quel momento, non era ancora consentito di conseguire la laurea in quella università. In seguito, nel 1906, ottenne l’incarico da istitutrice presso una famiglia nel Berkshire.Emily, sempre nell’anno 1906, si iscrisse all’Unione Sociale e Politica delle Donne (Women’s Social and Political Union – WSPU), di Emmeline Pankhurst. Venne arrestata e incarcerata per vari reati, tra i quali un violento attacco contro un uomo che scambiò per il Cancelliere dello Scacchiere, David Lloyd George. Nel carcere di Strangeways iniziò lo sciopero della fame e fu sottoposta ad alimentazione forzata.La notte del 2 aprile 1911, in occasione del censimento, la Davison si nascose in un armadio del Palazzo di Westminster in modo da poter legittimamente indicare sul modulo che la sua residenza, quella notte, era stata la Camera dei Comuni. Recentemente è stata collocata una targa per commemorare questo episodio. La targa riporta questa scritta. Questo è il modesto tributo ad una grande donna che si è dedicata ad una grande causa, che non ha vissuto abbastanza per vederla realizzata, ma che ha avuto un ruolo importante nel renderla possibile”. Nel 1913 sistemò una bomba nella casa di recente costruzione di Lloyd George, nel Surrey, creando grossi danni.Non è mai stato chiarito il motivo che spinse la Davison ad essere presente al Derby del 4 giugno 1913, ad Epsom. Si è parlato molto del fatto che avesse acquistato un biglietto ferroviario di ritorno e anche un biglietto per un ballo delle suffragette più tardi, quel giorno. Questo fa supporre che non avesse intenzione di cercare il martirio. Le varie ipotesi che oggi si hanno in merito alla vicenda non trovano tuttavia fonti pienamente sicure. Il fatto storicamente certo è che venne travolta dal cavallo del re, Anmer, e che con sé portava la bandiera della WSPU, ma i testimoni oculari sono stati discordi circa la ricostruzione delle sue intenzioni. Morì quattro giorni dopo l’incidente all’ospedale di Epsom, a causa di una frattura del cranio e delle lesioni interne causate dall’incidente. Herbert Jones, il fantino che cavalcava il cavallo, subì solo un lieve trauma cranico nell’incidente, ma rimase a lungo sconvolto per l’episodio, continuando a lungo a rivedere il volto della donna. Nel 1928, al funerale di Emmeline Pankhurst, Jones depose una corona “in memoria della signora Pankhurst e di Miss Emily Davison”. Nel 1951, Jones venne trovato morto dal figlio. Si era suicidato in una cucina, col gas. Il cavallo Anmer, in seguito, ritornò alle corse.La cerimonia funebre, che attirò moltissime persone, ebbe luogo a Londra, il 14 giugno 1913, e in seguito la sua bara fu portata in treno fino a Morpeth, per la sepoltura, che avvenne il 15 giugno. Emily Davison venne sepolta nel cortile della locale chiesa di Santa Maria Vergine, in una tomba di famiglia. Suo padre era morto nel 1893. Il cimitero si trova vicino a Longhorsley, dove aveva vissuto con la madre. La lapide, posta sulla sua tomba, reca lo slogan WSPU, “Atti, non parole”.
Il Rivoltoso Sconosciuto, o Tank Man, è un ragazzo cinese divenuto famoso in quanto durante la protesta di piazza Tienanmen si parò davanti a dei carri armati per fermarli.È il soprannome di un ragazzo anonimo che divenne famoso in tutto il mondo quando fu filmato e fotografato durante la protesta di piazza Tienanmen il 5 giugno 1989. Sono state scattate diverse fotografie del ragazzo, in piedi di fronte ai carri armati Tipo 59 del governo cinese, sbarrandogli il passo. La versione più diffusa della famosa immagine è quella scattata dal fotografo Jeff Widener (Associated Press) dal sesto piano dell’hotel di Pechino, lontano all’incirca 1 km, con una lente da 400 mm.Un’altra versione è quella del fotografo Stuart Franklin della Magnum Photos. La sua fotografia è più vasta rispetto a quella di Widener, e mostra più carri armati di fronte al ragazzo. Nel 2003 è stata inserita nella rubrica “Le 100 foto che hanno cambiato il mondo” della rivista Life. Varie versioni dell’immagine sono state trasmesse dalla CNN e la BBC, attraverso dei filmati, in tutto il mondo. Nel 1989 il fotografo Charlie Cole, Newsweek, vinse il premio World Press Photo con lo scatto che è diventato il simbolo della rivolta contro il governo cinese.
Questa fotografia raggiunse tutto il mondo in brevissimo tempo. Divenne il titolo di testa di tutti i giornali e delle maggiori riviste, divenendo il personaggio principale di innumerevoli articoli in tutto il mondo; nell’aprile del 1998, la rivista Time ha incluso “Il Rivoltoso Sconosciuto” nella sua lista de “Le persone che più hanno influenzato il XX secolo”. Ma come la stessa rivista scrive, citando uno dei leader del movimento pro-democratico cinese, “gli eroi nella fotografia del carro armato sono due: il personaggio sconosciuto che rischiò la sua vita piazzandosi davanti al bestione cingolato e il pilota che si elevò alla opposizione morale rifiutandosi di falciare il suo compatriota”.La protesta si è verificata proprio nell’anno in cui si sono rovesciati i regimi comunisti in Europa, avvenimento conosciuto anche come Autunno delle Nazioni.Ancora oggi le stime dei morti variano. Il governo cinese parlò inizialmente di 200 civili e 100 soldati morti, ma poi abbassò il numero di militari uccisi ad “alcune dozzine”. La CIA stimò invece 400–800 vittime. La Croce Rossa riferì 2600 morti e 30.000 feriti. Le testimonianze di stranieri affermarono invece che 3000 persone vennero uccise. La stessa cifra fu data da un sito inglese di Pechino.
Le stime più alte parlarono di 7.000 – 12.000 morti. Organizzazioni non governative come Amnesty International hanno denunciato che, ai morti per l’intervento, vanno aggiunti i giustiziati per “ribellione”, “incendio di veicoli militari”, ferimento o uccisione di soldati e reati simili. Amnesty International ha stimato che il loro numero è superiore a 1000. Nei giorni seguenti si mise in atto una feroce caccia ai restanti contestatori, che furono imprigionati o esiliati. Il governo, inoltre, limitò l’accesso da parte dei media internazionali, dando la possibilità di coprire l’evento alla sola stampa cinese.Il 9 giugno Deng si assunse la responsabilità dell’intervento e condannò il movimento studentesco come un tentativo controrivoluzionario di rovesciare la Repubblica popolare cinese. Per legittimare la repressione, la propaganda ufficiale sostenne che i manifestanti avevano attaccato l’esercito, il quale, a costo di pesanti sacrifici, era comunque riuscito a “salvare il socialismo”.A livello internazionale, la repressione di piazza Tienanmen provocò la ferma condanna da parte di numerosi Paesi occidentali, che portò anche all’imposizione di un embargo sulla vendita di armi alla Cina. Oggi il clima si è rappacificato e la Cina è stata riaccolta dagli altri paesi nella politica globale, ma gli eventi di piazza Tienanmen sono ancora un argomento sensibile per il governo comunista cinese, che non fornisce versioni ufficiali dell’accaduto ed esercita forme di censura riguardo agli avvenimenti in questione.Numerose canzoni sono ispirate a questi fatti, tra cui
Uno come noi dei Nomadi, Davide e Golia del Gen Rosso, dedicate in particolare allo studente che fermò un’intera colonna di carri armati, Il vento dei Litfiba tratta dall’album Pirata del 1989, Città proibita dei Pooh, dall’album Uomini soli del 1990 e
Tiananmen dei Kalashnikov.Si dice anche che Blood Red degli Slayer (dal disco Seasons in the Abyss del 1990) racconti le vicende di questa tragedia. Tieniamente di Claudio Baglioni è una canzone che fa parte dell’album Oltre del 1990. Il testo è unicamente composto dalle parole Tienanmen e Tieni a mente.Roger Waters (ex leader dei Pink Floyd) nel brano Watching tv incluso nell’album Amused to Death del 1992 racconta la storia di una studentessa uccisa nella strage di piazza Tienanmen. Il video del pezzo, inoltre, mostra le immagini reali della protesta e della repressione.Nell’album The Politics of Ecstasy, il secondo disco della band di Seattle Nevermore, è presente una canzone intitolata The Tiananmen Man. Nell’ultimo album dei System of a Down (Hypnotize) nella canzone Hypnotize c’è un chiaro riferimento ai giovani protestanti. Altra canzone basata su quest’avvenimento è, appunto, Tien an men dei CCCP Fedeli alla linea, contenuta nell’album Live in Punkow.Un riferimento a questi fatti c’è anche nella prima versione della canzone Il vento dei Litfiba contenuta nell’album Pirata proprio del 1989. Nel video della canzone
Chaos AD dei brasiliani Sepultura sono visibili alcune scene della protesta.Infine un riferimento agli eventi di piazza Tienanmen è presente nella brano
“Democracy” di Leonard Cohen, dall’album “The Future”. L’episodio del ragazzo davanti ai carrarmati appare anche nel cartone I Griffin, nel quale il ragazzo è con Peter Griffin.In una puntata dei Simpsons in cui Homer e famiglia vanno in Cina, passano in piazza Tienanmen dove c’è un monumento con una targa con su scritto: “in questa piazza nel 1989 non accadde nulla”. È un chiaro riferimento ironico al massacro e alla massiccia censura esercitata dal governo cinese per impedire la sua promulgazione dai media internazionali.