230 utenti


Libri.itTILÙ BLU VUOLE BENE ALLA SUA MAMMAAMICHE PER LA VITA - Nuova edizioneSOLVEIG. UNA VICHINGA NELLA TERRA DEGLI IROCHESILA REGINA DELLE NIAGARA FALLSMIRA
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

2 Dicembre 2011 15:25

Nessun sacrifico per arricchire speculatori e sfruttatori

792 visualizzazioni - 0 commenti

di Lucio Garofalo

Nessun sacrifico per arricchire speculatori e sfruttatori

Negli ultimi anni si è assistito alla trasformazione delle società cosiddette “opulente” ed “occidentali” in masse di lavoratori proletarizzati, con la liquidazione degli strati sociali intermedi. In altre parole, siamo giunti a quella situazione storica in cui la società si è drasticamente polarizzata, come aveva previsto Engels, tra il proletariato e i cosiddetti “tagliatori di cedole”, ossia il capitale finanziario. E poiché i proletari, per mancanza di reddito, non riescono più ad acquistare tutte le merci che hanno prodotto, l’attuale risultato è semplicemente un misero (e, aggiungo, vano) tentativo di sopravvivenza del capitalismo sulla base delle sperequazioni materiali esistenti tra i vari Paesi del mondo.

Ma è una fase che durerà poco, se pensiamo che oggi sono le ex colonie a soccorrere gli ex Paesi colonialisti: ad esempio, l’Angola sta acquistando i grandi beni immobiliari di Lisbona e il Portogallo sta sopravvivendo grazie agli aiuti (in termini di risorse alimentari) forniti dal Brasile, oppure la Spagna viene soccorsa dall’Argentina. E’ evidente che le ex colonie dispongono di autentiche ricchezze materiali, infatti l’Angola possiede ingenti risorse minerali, mentre l’Argentina è assai ricca di prodotti alimentari.

Nel contempo brucia un’inimmaginabile ricchezza virtuale giocata nelle borse, che sono in preda agli andamenti schizofrenici degli indici, incluso il famigerato “spread”. Di passaggio, ricordo con il vecchio barbuto di Treviri che lo “spread”, ossia il rendimento dei titoli di stato, è semplicemente il plusvalore che il capitale finanziario estrae dai titoli di ogni Paese e la preoccupazione del capitalismo finanziario internazionale è difendere o addirittura accrescere questi profitti che non generano alcun reddito reale.

Se non si può definire fallito, impazzito, dunque in profonda crisi, un sistema economico come il capitalismo, temo si debbano rivedere concetti essenziali quali (appunto) “crisi”, “fallimento” e così via. Se queste ed altre disfunzioni strutturali, insite nella natura stessa del capitalismo, non inducono a ritenerlo un sistema che produce solo crisi, miseria, guerra e sottosviluppo, dunque un modello fallimentare e rovinoso, da cancellare definitivamente dalla scena storica, francamente non saprei aggiungere altro.

Sia chiaro una volta per tutte. Il sottoscritto (come tutti i proletari coscienti e incazzati) non è disposto a subire alcun sacrificio per salvare gli interessi e le franchigie di banche, capitali finanziari, evasori fiscali, nonché le rendite e prebende delle caste privilegiate.

Preferisco il crollo dell’euro e del capitalismo, piuttosto che pagare i debiti accumulati da un sistema di affaristi, parassiti, speculatori e delinquenti istituzionali. Monti ha annunciato provvedimenti di “equità”, ma simili promesse fanno solo ridere (o piangere) se pensiamo per un solo istante a come il nostro Paese sia scombinato, iniquo e corrotto.

E non mi riferisco banalmente al solo ceto politico, bensì all’intera classe “digerente”.

Lucio Garofalo

COMMENTA