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18 Ottobre 2011 22:46

Andrea Zanzotto se ne è andato a fare poesia e la nave va...

997 visualizzazioni - 2 commenti

di Doriana Goracci

Detto alla neve: “Non mi abbandonerai mai, vero?”.  Andrea Zanzotto, autore di questo frammento che ho riportato,  se ne è andato in una giornata che non penso ci fosse la neve, a Conegliano. Era nato a Pieve di Soligo il 10 ottobre del 1921. Se fate un po’ di conti capirete che aveva da pochi giorni  90 anni,  eppure era un ragazzino. Si racconta lui: “provavo qualcosa di infinitamente dolce ascoltando cantilene, filastrocche, strofette (anche quelle del “Corriere dei Piccoli“) non in quanto cantate, ma in quanto pronunciate o anche semplicemente dette, in relazione a un’armonia legata proprio al funzionamento stesso del  linguggio, al suo canto interno”. Ho  trovato un video bellissimo dove si sente e vede lui , ancora giovane…
“Nasce a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, il 10 ottobre 1921. Dopo l’infanzia e l’adolescenza trascorse sotto il regime fascista – cui il padre, pittore e decoratore, si oppone fin dall’epoca del delitto Matteotti – egli si trova impegnato nella collaborazione alla resistenza veneta, dalla fine del 1943 al 1945. Durante la guerra, Zanzotto comincia un’attività precaria di insegnamento, laureandosi in lettere nel 1942 a Padova. Nel dopoguerra emigra in Svizzera (1946-47) e poi riprende l’insegnamento in diverse scuole del Veneto. In quel periodo elabora la prima raccolta di poesie, Dietro il paesaggio e con questa riceverà nel 1951 il prestigioso Premio Letterario San Babila che gli aprirà un più ampio orizzonte letterario. Viene a contatto con diversi intellettuali, tra cui Diego Valeri, Silvio Guarnieri, Gianfranco Folena e poi Fernando Bandini e Pier Vincenzo Mengaldo. Collabora ad alcune prestigiose riviste letterarie (Comunità, La Fiera Letteraria, Paragone, Il Verri). Seguono scritti come Vocativo (1957), il volume IX Ecloghe (1962), La Beltà (1968), la raccolta di Pasque (1973) e l’antologia Poesie (1938-1972) curata da Stefano Agosti. La crescente fama dei suoi libri di poesia e delle sue traduzioni, si accompagna all’amicizia di poeti e critici italiani – Fortini, Pasolini, Vittorio Sereni, Giovanni Giudici, Giorgio Orelli, e alla conoscenza diretta di intellettuali di respiro internazionale – Ernst Bloch, Julien Green e Wolfgang Hildesheimer.  Nel 1976 collabora con Federico Fellini al Casanova; nel 1980 a La città delle donne; nel 1983 a E la nave va.  Nel 1976 esce Filò, nel 1978 Il galateo in Bosco, seguito da Fosfeni (1983) e Idioma (1986). Nel 1987 il Poeta riceve il premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei, nel 1993 il premio europeo della città di Münster. Nel 1999 Mondadori pubblica l’intera opera poetica.  Nel 2003 il compositore Claudio Ambrosini compone il “Trittico da concerto dai Filò di Zanzotto”, per quartetto vocale femminile e pianoforte, dato in prima assoluta all’Università di Venezia nella primavera del 2004. Di lui Montale ha scritto: “una poesia inventariale che suggestiona potentemente e agisce come una droga sull’intelletto giudicante del lettore”.

Al mondo

Mondo, sii, e buono;
esisti buonamente,
fa’ che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,
ed ecco che io ribaltavo eludevo
e ogni inclusione era fattiva
non meno che ogni esclusione;
su bravo, esisti,
non accartocciarti in te stesso in me stesso.
Io pensavo che il mondo così concepito

con questo super-cadere super-morire
il mondo così fatturato
fosse soltanto un io male sbozzolato
fossi io indigesto male fantasticante
male fantasticato mal pagato
e non tu, bello, non tu <<santo>> e <<santificato>>
un po’ più in là, da lato, da lato.
Fa’ di (ex-de-ob etc.)-sistere
e oltre tutte le preposizioni note e ignote,
abbi qualche chance,
fa’ buonamente un po’;
il congegno abbia gioco.
Su, bello, su.
Su, munchhausen.
Andrea Zanzotto

VIDEO E FOTO SU

http://www.reset-italia.net/2011/10/18/andrea-zanzotto-se-ne-e-andato-a-fare-poesia-e-la-nave-va/

L’incontro con Federico Fellini, visionario come lui, fu fervido per entrambi. Raramente ho visto un poeta riuscire a rimanere tale, per vivere…Si, Andrea Zanzotto era un intellettuale, un uomo di cultura. Ad alcuni questa parola non piace, provoca disprezzo e paura.
Ciao poeta e la nave va… Andrea Zanzotto: I versi nati dall’indignazione.
Doriana Goracci

COMMENTI

21 Ottobre 2011 07:32

Come vorrei guardarti negli occhi e abbracciarti, come vorrei che il virtuale fosse solo una possibilità che ci diamo per vivere pienamente la vita e incontrare e conoscere e allargare certi “ristretti orizzonti”…GRAZIE e Buongiorno Antonio dovunque tu sia.Doriana

Doriana Goracci

19 Ottobre 2011 18:20

\"Cos\'è che aiuta la gente a volare?\" e io rimasi a bocca aperta senza trovare una risposta..Andrea mi si parava davanti con la semplicità di un contadino che odora di terra e di stalla. Il sorriso sulle labbra e la risposta più ovvia: \"ma il sogno, il desiderio\"...Ho conosciuto Andrea-il poeta-l\'uomo che ti stende con la parola quando ti incontra. Parole  cadenzate, poche ma incisive senza tregua. Resistente al tempo e alla barbarie della politica è stato la sentinella di una terra che era bellissima, una toscana, una valle d\'Orcia tra il Piave e la montagna che dal Grappa si stende fino al Piancavallo. Era il nostro riferimento, perchè le parole di Zanzotto erano sempre \"contro\". Contro un veneto depredato, saccheggiato, sconvolto da un\'urbanizzazione criminale e selvaggia che lo ha reso sterile e brutto.

L\'unico motivo per cui valeva la pena di non vergognarsi di essere nati la era di avere per paesano uno come Zanzotto e se il poeta resiste alla puzza leghista, perchè io no?

antonio

 

 

antonio

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