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20 Maggio 2011 18:20

POSSO INDICARE IN OGNI MOMENTO CHI ERA L'UOMO col FUCILE SUBACQUEO....ma poicchè è un c.d."pentito", a qualcuno va bene ciò che ha già detto!

1256 visualizzazioni - 0 commenti

di giovanni pancari

Riporto, a seguire, due delle molte e-mail che inviavo al Dott. A.Sinesio, vice-prefetto antimafia di Catania, al fine di tenerlo informato di quanto mi accadeva in quel periodo. Queste si riferiscono a quanto accaduto (a ma e a mia moglie)dal 22 al 28 dicembre 2005. Successivamente, essendo venuto finalmente in possesso della copia del verbale  della mia (unica) convocazione dal Dott. Falzone, ho potuto riscontrare le numerose omissioni e inesattezze in esso contenute! Prima fra tutte faccio rilevare che  delle 3 ore e 15 minuti  di mia permanenza nell'ufficio del Dott. Falzone, fu stilato un verbale di appena una facciata e mezza (compresa l'intestazione). Dal verbale (che non so come allegare ma che invio per e-mail a chi ne fa richiesta) si rileva chiaramente l'orario di nizio (10,25) e quello di chiusura (13,10)! Inoltre, sempre in detto verbale,  manca totalmente la mia disponibilità a individuare l'uomo col fucile subacqueo...così come, dopo 5 giorni dalla mia convocazione, comunico al Dott. Sinesio, vice-prefetto antimafia di Catania. Pertanto, essendo io venuto in possesso della copia del verbale soltanto dopo circa 4 anni, la data delle sotto riportate e-mail E' DATA CERTA!
Quanto è sotto riportato è utile anche a ricostruire ciò che è inesatto o è stato omesso.

----- Original Message -----

From: giovanni b. pancari

To: DOTT. ANGELO SINESIO antimafia

Sent: Wednesday, December 28, 2005 11:20 PM

Subject: sceneggiata finale

 

RISERVATA E PERSONALE

 

Gentile Dott. Sinesio,

rifacendomi alle perplessità e alle preoccupazioni della mia del sabato 22 ottobre 2005 16.31, le comunico che i miei timori non erano infondati, anzi, alcuni si sono regolarmente verificati. A tale data il momento era per me molto propizio, essendo in atto l'attacco, a mezzo stampa, al Procuratore Dott. Agostino Fera, a causa delle archiviazioni facili della sua Procura.

All'epoca, non avendo un consiglio da nessuno, ho contattato la DNAdna@giustizia.it dna@giustizia.it ) di Roma (?). Così, la scorsa settimana, sono stato invitato telefonicamente, a presentarmi a Ragusa "per formalizzare il mio 'esposto'  fatto alla DNA". L'Ispettore che mi telefonò da Ragusa, era stato incaricato, a sua volta, dalla Procura antimafia di Catania, nella stessa persone del Giudice che poi mi ha convocato a Catania.

Dopo presentazione immediata (via fax) di un certificato medico attestante che non ero nella capacità fisica di recarmi a Ragusa, dopo qualche giorno sono stato contattato dal maresciallo Lauria (dopo ho saputo essere il segretario del Giudice Falzone, incaricato di "seguire"(?) la mia "pratica") che mi convocò per il 22-Dic.-2005 ore 10,30 alla Procura. Telefonai al Giudice e lo pregai di farmi entrare dall'ingresso secondario. Mi chiese "perchè"! Io gli dissi che non c'era bisogno di spiegarlo, e acconsentì. Quella che lui chiamò la "formalizzazzione" del mio "esposto" alla DNA, ebbe termine dopo circa 3 ore. Il Giudice era giovane (ciò mi fece picere) MA era romano, ed era all'antimafia da soli 5 anni e già aveva iniziato con due grosse sviste: non accorgersi che io abito a Catania e incaricare Ragusa, sede di chi ha archiviato la stessa denunzia!.  Non l'aveva in carpetta, nè l'aveva letta (a suo dire), pur essendo stata inviata alla DNA. Le 3 ore sono così trascorse solo a tentare di rispondere  alle domande che mi faceva a caso. Dico "tentare" perchè, oltre a sconoscere la denunzia, non mi ha fatto completare le risposte. L'unica cosa che potei raccontare fino in fondo, e alla quale si interessò, fu "la violenza privata"(o che altro?) che subimmo io e mia moglie il 31-ag-1992, già riportata in denunzia. Gli dissi che se mi sottoponeva  foto segnaletiche, anche a distanza di 13 anni, io avrei riconosciuto l'uomo che portava il fucile subacqueo carico..... Alla fine, il Giudice, fece la stesura di un verbale, lungo soltanto poco più di una facciata, che, "per fiducia", firmai senza leggerlo. Mi intimò di comunicargli  tutti gli incontri di affari che avrei avuto da allora in avanti, con gli "interessati". Incominciai a sentirmi meno solo. ILLUSIONE: perche oggi (28-12-2005), mentre cercavo di notiziarlo per telefono che mezz'ora prima, io e mia moglie,   nell' incontro (del quale il  dott. Falzone era stato informato il giorno prima -27.dic.- in gran premura),  testè avuto con un tale ing. Gianfranco Barone ( - gianfranco.barone@katamail.com),  eravamo stati protagonisti di un fatto "agghiacciante", il detto Giudice mi ha subito "bloccato",  prima che parlassi, per informarmi ufficialmente(?) che il Procuratore (?) aveva  "letto"  il  verbale da lui steso e "aveva deciso che non è mafia" e che tutto sarebbe stato  inviato a Ragusa, per competenza !!!!!!!!!!!!!!!!  Il nome di Francesco Di Martino ("u cuzzularu") riportato in denunzia, non è stato sufficiente a vedere che è  mafia? Questi, infatti, è un pluripregiudicato, con due figli (Claudio  e Roberto) killer sanguinari "pentiti" e col fratello (Giuseppe) anch'egli spietato killer  "pentito". Se tutto ciò non è bastato per dare avvio alle "indagini", avrei potuto continuare per giorni.

Appena il Giudice finì di darmi la comunicazione verbale su detta, potei  raccontargli ciò che era accaduto mezz'ora prima e, nonostante la detta comunicazione di chiusura della mia pratica con la Procura antimafia, mi mandò due agenti ( l'ispettore Nicotra e il marasciallo Licciardello) per controllare il "regalo" che "l'interessato al palazzo di Vittoria" (ing. Barone) ha pressantemente e ripetutamente voluto farmi "per il piacere di averMI conosciuto".

 Il regalo, che era stato più volte ma garbatamente da me rifiutato, l'individuo lo consegnò al portiere, dopo che ci eravamo salutati.

Ricevevo un cesto imponente da uno che non aveva voluto parlare di affari per quasi due ore e solo perchè aveva avuto il piacere di conoscerMI. Per mia moglie, che era presente, non aveva avuto lo stesso piacere! 

Ora io chiedo: è legittimo che la denunzia archiviata a Ragusa venga rimandata dalla Procura antimafia di Catania a quella di Ragusa? Ho diritto di avere una immediata e ufficiale comunicazione scritta della decisione presa dal Procuratore?

A chi lo posso chiedere senza fare tanto scalpore che arriverebbe alla mafia? Di chi mi posso fidare? Davvero non conta niente la sofferenza 30ennale di due persone oneste? La proprietà privata e la sua piena disponibilità non è forse ancora garantita dalla nostra Costituzione?

Dott. Sinesio, la prego di rispondermi. Ora le invio ciò che ho scritto senza neanche rileggerlo, perchè sono sconvolto e tremante, non di paura ma di rabbia per la violenza subita e per l'impotenza obbligata. Sappia però che conosco intimidazioni effettuate a chi si interessava a me o stava comprando di nascosto (uno è venuto di notte a Catania) e dopo qualche giorno gli andò a fuoco la cucina......

Mi dimostri la sua umanità.

Cordialmente.

Giovanni Pancari

 - che da tempo si era detto  "interessato", ma che, disse, veniva solo per conoscerMI), 

>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> 

 

SECONDO INVIO PER COMPLETEZZA:

 

----- Original Message -----

From: giovanni b. pancari

To: DOTT. ANGELO SINESIO antimafia

Sent: Thursday, December 29, 2005 5:39 PM

Subject: completezza

 

Gentile Dott. Sinesio, ieri le ho inviato l'ultimo sviluppo della mia "storia" e, non solo non le ho detto cosa è il "fatto", ma non ho neanche spiegato perchè ho usato l'aggettivo "agghiacciante" in riferimento a ciò che è accaduto nell' incontro di ieri con il detto ing. Barone (proveniente da Siracusa, dove lavora, ma vittoriese a tutti gli effetti, avendo là tutta la famiglia e anche "una" proprietà agricola), a suo dire, da tempo "interessato", assieme ad un suo amico (dr. Trigilia), all'acquisto del palazzo.

Bene: il cesto fu mandato su dal portiere, a mezzo dell'unico ascensore, alle 12,30 c.a.(subito dopo esserci lasciati con l'ing. Barone). Per prudenza, fu momentaneamente messo da mia moglie nel balcone che serve il piano dove abito (senza altri inquilini).  I due agenti in borghese (ispettore Nicotra e maresciallo Licciardello) che controllarono il contenuto e anche  il cesto, arrivarono entro mezz'ora, poco prima delle 13 e, dopo avere messo in un capiente sacco di plastica tutti i dolci e la bottiglia, lasciarono a terra il panettone tagliato, vicino al cesto vuoto e se ne andarono alla 13,30 c.a. raccomandandoci di buttare tutto. Poco prima delle 14, mia moglie si recò a prendere il tutto, ma solo il sacco, con i dolci e la bottiglia, era al posto dove erano stati lasciati poco prima dagli agenti, mentre il cesto e il panettone TAGLIATO e posato a TERRA, erano "scomparsi". Non si può dire "rubati" perchè chi viene per rubare (e come faceva a sapere che c'erano commestibbili dove si mette giornalmente l'immondizia che il pomeriggio il portiere preleva?) semmai fa al contrario: se proprio è costretto a lasciare qualcosa, lascia ciò che è più scomodo da trasportare, più ingombrante, più appariscente, più ..... consumabile, e  non lascia di certo i dolci e la bottiglia già pronti per essere trasportati. Telefonai subito al portiere al suo alloggio sito nella scala "B" (in quanto la portineria dovrebbe chiudere alle 14), che si mise a tergiversare su chi NON poteva essere stato a commettere "il furto", e si rifiutò di chiedere, all' unico inquilino del piano di sopra (6° ed ultimo piano abitato) se, in quella mezz'ora, avesse visto o sentito qualcosa. Subito dopo venne fino a casa per continuare la diatriba, usando  l'unico ascensore e, a suo dire, senza avere incontrato o visto qualcuno nè venendo in ascensore nè quando avrebbe dovuto essere in portineria. Chiarisco che a quell'ora non c'è nessuno ai piani bassi essendo tutti uffici, al piano mio (5°, scala "A") ci sono io solo, al piano di sopra c'è solo un inquilino, c'è solo un inquilino anche al piano di sotto, ma era chiuso essendo lo studio di un avvocato, anche al 3° piano c'è solo un inquilino. In tutto 2 inquilini presenti, eppure il cesto e il panettone, tagliato e lasciato a terra, sono scomparsi dopo le 13,30 e prima delle 14. Oltre all'ASSURDITA' del fatto in sè, è stupefacente il tempismo di chi ha commesso questo fatto "AGGHIACCIANTE". 

Scrivo nuovamente in quanto debbo spiegare perchè un (apparentemente) semplice regalo, e i fatti ad esso connessi, può essere un "messaggio" (o un'intimidazione) dai significati di certo inquietanti ma interpretrabile sia "dagli addetti ai lavori"( = antimafia ) e sia da qualunque siciliano poco omertoso. Ma sull'argomento "mafia" il Procuratore (?) di Catania, a dire del Giudice dott. Falzone, si era già espresso escludendola.

 Ora io a chi lo vado a dire????????????? 

Sempre con molta stima la saluto distintamente.

Giovanni Pancari

 Queste sono le Istituzioni italiane che ci dovrebbero difendere dai criminali!!!

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