19 Gennaio
di Rosa Grillo
Concordo pienamente con chi afferma che i giovani, una buona parte di essi, oggi tengono in alta considerazione la dignità come senso concreto del proprio valore, della propria unicità e libertà. Ne ho conosciuti tantissimi nella scuola in cui ho operato per decenni, tantissimi ne frequento ancora. Montale, che è stato grande anche nel traghettare la poesia verso il parlato, parlava di "decenza quotidiana" e la augurava a sè e agli altri, come talismano per potere resistere alle seduzioni di una invasiva volgarità che metaforicamente definiva da "stalle di Augias". per intenderci, erano il luogo di insopportabile disgusto che il povero Ercole in una delle sue fatiche doveva ripulire da montagne di merda. Concordiamo con il nostro poeta quando dice che non era molto difficile prendere le distanze quando l'orrore stava a una parte e la decenza, anche infinitesima, dall'altra, e intendeva la dittatura fascista. "Ma dopo che le stalle si vuotarono/ l'onore e l'indecenza stretti in un solo patto/ fondarono l'ossimoro permanente/ e non fu più questione/ di fughe o ripari. Era l'ora/ della focomelia concettuale/ e il distorto era il dritto, su ogni altro / derisione e silenzio." (lettera a Malvolio, luglio 1971) Evidentemente aveva la vista acuta e lunga dei poeti. Oggi è arrivato il momento, finalmente, per tutti di prendere piena coscienza del laido orrore che ci assedia.