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4 Ottobre 2010 14:11

Auguri Mobili allo Stato del Vaticano Italiano

788 visualizzazioni - 0 commenti

di Doriana Goracci

In Sicilia, sabato 2 ottobre a Messina,   sono  calati  non solo il papamobile  domenicale ma anche circa 10.000 italiani residenti in Italia per dire No al Ponte, dati i costi della Madre di tutte le Grandi Nefandezze”. Ma di fronte alla “mancanza del lavoro”, all’ “incertezza per il futuro”, e alla “sofferenza fisica e morale” provocata dalla “criminalità organizzata”, Benedetto XVI ha espresso ai siciliani la sua vicinanza, invitandoli a “non aver paura di testimoniare con chiarezza i valori umani e cristiani”. Le cifre dei Fedeli si decuplicano  a Palermo, come fossero miracoli di pane e pesci e si parla di 100.000 persone,  a ” guardare” estasiate il Messaggio Papale ,  con la preghiera: Santo Padre alleluja evviva eccolo è Mobile!
C’è stato un passaggio del suo discorso che mi ha colpita: “Ci si deve vergognare del male, di ciò che offende Dio, di ciò che offende l’uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce” aggiungendo poi di  “non scoraggiarsi” e a non pensare che di fronte al male “non ci sia nulla da fare…Il giusto, invece confida in una realtà nascosta ma solida, confida in Dio e per questo avrà la vita”. Il papa è ricorso all’esempio di don Pino Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia a Palermo nel 1993 come  il sindaco di Palermo, Diego Cammarata. Din Don Dan, campane a Festa come si usa la domenica: Tempi di Fede e Speranza.

Ricordo altri Auguri Scomodi come quelli di Tonino Bello don: “Dai a questi miei amici e fratelli  la forza di osare di più. La capacità di inventarsi. La gioia di prendere il largo. Il fremito di speranze nuove. Il bisogno di sicurezze li ha inchiodati a un mondo vecchio, che si dissolve,  così come hai inchiodato me su questo scoglio, stasera,  col fardello pesante di tanti ricordi.  Dai a essi, Signore, la volontà decisa  di rompere gli ormeggi.  Per liberarsi da soggezioni antiche e nuove.  La libertà è sempre una lacerazione!  Non è dignitoso che, a furia di inchinarsi, si spezzino la schiena per chiedere un lavoro ‘sicuro’.  Non è giusto attendersi dall’alto le ‘certezze’  del ventisette del mese.  Stimola in tutti, nei giovani in particolare,  una creatività più fresca, una fantasia più liberante,  e la gioia turbinosa dell’iniziativa  che li ponga al riparo da ogni prostituzione… Il Bambino che dorme sulla paglia ti tolga il sonno e faccia sentire il , guanciale del vostro letto duro come un macigno, finchè non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla ove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finchè la vostra coscienza ipocrita accetterà che lo sterco degli uomini, o il bidone della spazzatura, o l”inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa. Giuseppe, che nell” affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie…” E queste non erano solo parole ma opere, azioni che Tonino Bello metteva in atto quotidianamente  per “la chiesa del grembiule”,  senza bavaglio.

I love Milingo? Amo la Libertà  di Pensiero. Ma sembra che ci siano difficoltà ad esprimere liberamente  l’amore per altro, che non sia Uno e Trino, in Itaglia.

Ora caro Stato del Vaticano io so che nulla possiamo in questo piccolo Stivale sfondato dalla corruzione e abbiamo sempre meno diritto alla parola che mi  prendo senza permessi e mi consente, cionostante, deve rendere conto lo Stato italiano di come impiega i suoi soldi, compresi quelli per accogliere un capo di altro stato, qual’ è il vostro, Papa Benedetto XVI nato Joseph Alois Ratzinger, non nuovo ad invitare i giovani a cercare Dio , piuttosto che il posto fisso e il lavoro. E quanto al papamobile che invita a vergognarsi  ” del male che si arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce”,    lo invito io a rendere visibili e chiari i conti dello Ior, banca inaccessibile ai comuni mortali e  italiani che convive in Terra nostra non santa, l’Istituto Opere di Religione: “Il bilancio e tutti i movimenti che vengono fatti dall’Istituto sono noti solo ed esclusivamente al Papa, al collegio dei cardinali che lo gestiscono, al Prelato dell’istituto, al Consiglio di sovrintendenza, alla Direzione generale ed ai revisori dei conti”.

Non parlo di  altri Misteri Gaudiosi, perchè di gaudio non ne hanno procurato affatto a giovani corpi, con cui si sono intrattenuti molti suoi ministri.  Pace, caro lei e voi, non ne abbiamo, e ricordiamo la Malarazza che imperversa in Italia, senza pari in Europa, libera di agitare Inviti e Ponti : va trattata  tirando fuori bastoni e denti. E mi rifaccio a uno stornello del 1857, scritto da un cantastorie ( un certo Lionardo Vigo ) che per quel periodo destò così tanto scalpore da ricevere una censura dalla Chiesa. La Classe Divina e Terrena, ha molti traduttori, di seguito invio un brano della canzonetta, che viene rivisitato puntualmente. Saluti  e non scomodatevi a rispondere:  lo faremo noi e senza pregare nessuno… Grazie non dimentichiamo, con l’aiuto di Ipazia e altre altri Invisibili che sono  la Nostra Storia, anche se non vi piaccia.

Doriana Goracci

p.s. i costi della visita del Papa a Palermo, riportati nella foto, sono solo una parte di ciò che è stato speso dall’Itaglia.
FOTO VIDEO LINK SU
http://www.reset-italia.net/2010/10/04/auguri-mobili-allo-stato-del-vaticano-italiano/

Nu servu tempu fa rintra na piazza
prigavu a Cristu ‘n cruci e ci ricia:
Cristu lu me padruni mi strapazza
mi tratta comu ‘n cani pi la via
si pigghia tuttu culla so manazza
mancu la vita mia rice ch’mia?
distruggila Gesù sta malarazza
distruggila Gesù fallu pi mia
si!fallu pi mia?!
Ti lamenti.. ma che ti lamenti?
Pigghia lu bastuni e tira fora li denti


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