4 Ottobre
Ricordo altri Auguri Scomodi come quelli di Tonino Bello don: “Dai a questi miei amici e fratelli la forza di osare di più. La capacità di inventarsi. La gioia di prendere il largo. Il fremito di speranze nuove. Il bisogno di sicurezze li ha inchiodati a un mondo vecchio, che si dissolve, così come hai inchiodato me su questo scoglio, stasera, col fardello pesante di tanti ricordi. Dai a essi, Signore, la volontà decisa di rompere gli ormeggi. Per liberarsi da soggezioni antiche e nuove. La libertà è sempre una lacerazione! Non è dignitoso che, a furia di inchinarsi, si spezzino la schiena per chiedere un lavoro ‘sicuro’. Non è giusto attendersi dall’alto le ‘certezze’ del ventisette del mese. Stimola in tutti, nei giovani in particolare, una creatività più fresca, una fantasia più liberante, e la gioia turbinosa dell’iniziativa che li ponga al riparo da ogni prostituzione… Il Bambino che dorme sulla paglia ti tolga il sonno e faccia sentire il , guanciale del vostro letto duro come un macigno, finchè non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla ove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finchè la vostra coscienza ipocrita accetterà che lo sterco degli uomini, o il bidone della spazzatura, o l”inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa. Giuseppe, che nell” affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie…” E queste non erano solo parole ma opere, azioni che Tonino Bello metteva in atto quotidianamente per “la chiesa del grembiule”, senza bavaglio.
I love Milingo? Amo la Libertà di Pensiero. Ma sembra che ci siano difficoltà ad esprimere liberamente l’amore per altro, che non sia Uno e Trino, in Itaglia.
Ora caro Stato del Vaticano io so che nulla possiamo in questo piccolo Stivale sfondato dalla corruzione e abbiamo sempre meno diritto alla parola che mi prendo senza permessi e mi consente, cionostante, deve rendere conto lo Stato italiano di come impiega i suoi soldi, compresi quelli per accogliere un capo di altro stato, qual’ è il vostro, Papa Benedetto XVI nato Joseph Alois Ratzinger, non nuovo ad invitare i giovani a cercare Dio , piuttosto che il posto fisso e il lavoro. E quanto al papamobile che invita a vergognarsi ” del male che si arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce”, lo invito io a rendere visibili e chiari i conti dello Ior, banca inaccessibile ai comuni mortali e italiani che convive in Terra nostra non santa, l’Istituto Opere di Religione: “Il bilancio e tutti i movimenti che vengono fatti dall’Istituto sono noti solo ed esclusivamente al Papa, al collegio dei cardinali che lo gestiscono, al Prelato dell’istituto, al Consiglio di sovrintendenza, alla Direzione generale ed ai revisori dei conti”.
Non parlo di altri Misteri Gaudiosi, perchè di gaudio non ne hanno procurato affatto a giovani corpi, con cui si sono intrattenuti molti suoi ministri. Pace, caro lei e voi, non ne abbiamo, e ricordiamo la Malarazza che imperversa in Italia, senza pari in Europa, libera di agitare Inviti e Ponti : va trattata tirando fuori bastoni e denti. E mi rifaccio a uno stornello del 1857, scritto da un cantastorie ( un certo Lionardo Vigo ) che per quel periodo destò così tanto scalpore da ricevere una censura dalla Chiesa. La Classe Divina e Terrena, ha molti traduttori, di seguito invio un brano della canzonetta, che viene rivisitato puntualmente. Saluti e non scomodatevi a rispondere: lo faremo noi e senza pregare nessuno… Grazie non dimentichiamo, con l’aiuto di Ipazia e altre altri Invisibili che sono la Nostra Storia, anche se non vi piaccia.
Doriana Goracci
p.s. i costi della visita del Papa a Palermo, riportati nella foto, sono solo una parte di ciò che è stato speso dall’Itaglia.