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8 Giugno 2010 17:48

APRITE IL SIPARIO PER L'UNITA' D'ITALIA DEI BUCATI

1517 visualizzazioni - 0 commenti

di Doriana Goracci

Lo ha detto un Don del nostro Stivale dove alberga anche lo Stato del Vaticano: prendi incassa e porta a casa il morto. E la pace sia con te. Una ballata per Maria? Cantiamo e preghiamo per loro, una musica che invita e ci dona, un canto per Maria, una Radio che non s'azzitta mai?Questa banale considerazione, è nata scorrendo la cronaca. :"Il sacrificio dei nostri militari non è vano, non solo per l'Afghanistan ma anche per l'Italia e il mondo intero". Lo ha detto l'ordinario militare, mons.Vincenzo Pelvi, nell'omelia ai funerali solenni dei due alpini uccisi lunedì scorso in Afghanistan, Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio. "Luigi e Massimiliano - ha spiegato Monsignor Pelvi - hanno vissuto per gli altri, e sono morti per gli altri: sono morti come hanno vissuto, offrendo la loro giovane vita per gli altri". Quando Luigi e Massimiliano, ha proseguito l'ordinario militare, "hanno scelto la professione militare volendo partecipare in modo attivo e creativo alla pace, hanno scelto di donare tutto loro stessi per gli altri. Sapevano bene che la vera disgrazia sarebbe stata morire per niente e per nessuno, ed è stata proprio la loro morte a rendere più evidente il vivere per gli altri". "Per i nostri giovani militari - ha sottolineato monsignor Pelvi - le missioni di pace sono una questione d'amore, per dare dignità e democrazia a chi piange, soffre nelle terre più dimenticate. Ricordiamo che il servizio reso dai nostri figli e da militari di altre nazioni resta un evento scritto per sempre nella storia della pace, un patrimonio che deve irrobustire la coscienza nazionale unitaria degli italiani". Nel mentre "La guerra in Afghanistan è diventata oggi la più lunga nella storia americana superando la durata di quella del Vietnam. Un 'record' che cade in una delle giornate più sanguinose per l'Isaf (Forza internazionale di assistenza alla sicurezza) dall'inizio dell'anno, con dieci soldati e un civile americano uccisi. L'impegno militare delle forze Usa in Afghanistan, cominciato il 7 ottobre 2001, è entrato oggi nel 104esimo mese superando per lunghezza i 103 mesi della guerra del Vietnam, che finora aveva il primato di guerra più lunga della storia statunitense. "

Si da il caso anche italiano che: "Chi ha visto le immagini non riesce a dimenticarle. Bambine piccolissime violentate e umiliate. Almeno dieci foto raccapriccianti. Erano nel telefono cellulare di un caporalmaggiore del 32° Reggimento Guastatori della Brigata Taurinense, un ragazzo di 28 anni, già impegnato in diverse missioni all’estero e all’interno del centro di identificazione ed espulsione di Torino. Gli agenti delle squadra Mobile ci sono arrivati per caso. Ma adesso l’indagine, coordinata dal pm Francesca Traverso, vuole chiarire tutto: quale sia l’origine del materiale pedopornografico, lo sfondo della violenza. Da dove arrivi e con chi sia stato scambiato. Con un sospetto pesantissimo: che possano essere fotografie scattate direttamente dal caporalmaggiore. Lui però, all’avvocato Katia Lava, ha giurato il contrario: «Mi sono ritrovato quella roba sul computer navigando su internet. Ne ho fatto una copia perché era mia intenzione consegnare tutto ai carabinieri». La polizia lo ha trovato prima. Ecco come. Un residente della zona di via Monginevro non sopportava l’odore che proveniva dal garage vicino al suo. Un odore strano, difficile da definire. Ha chiamato il 113. Sono arrivati gli agenti con un mandato di perquisizione. Dentro al box hanno trovato tre piante di marijuana ben coltivate. Sono risaliti al proprietario, quindi all’affittuario: il caporalmaggiore della Taurinense, per l’appunto. È un ragazzo originario della Sardegna, nell’esercito da dieci anni, residente in un alloggio della caserma Cavour di corso Brunelleschi. Aveva affittato il garage per tenerci le sue cose. È stato arrestato giovedì per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo due giorni di carcere è comparso davanti al gip Elena Massucco per l’udienza di convalida. Tesi difensiva: «Quella marijuana era per uso personale». Accolta. È stato scarcerato. Ma intanto, leggendo il verbale di perquisizione e sequestro, ha capito che la Procura di Torino sta indagando su un’ipotesi di reato molto più grave: detenzione di materiale pedopornografico. È successo questo. La polizia ha esteso il controllo dal garage all’appartamento del militare. Lì ha sequestrato un computer, alcuni cd rom e il telefonino. Le immagini non lasciano dubbi. Sono di qualità scadente, riprese da distanza ravvicinata. Ci stanno lavorando gli esperti della polizia scientifica. Il caporalmaggiore è stato sospeso. Ora dorme in un alloggio militare del «polo alloggiativo» Riberi di corso IV Novembre. Ieri per tutto il giorno non è stato possibile rintracciarlo. Al suo avvocato ha chiesto di non rilasciare dichiarazioni, convinto che tutto si chiarirà: «Quelle foto sono finite sul mio computer contro la mia volontà. Stavo semplicemente navigando...» Anche il pm Traverso non vuole parlare dell’indagine. Massimo riserbo ovunque. Anche un certo imbarazzo. Però la tesi del materiale scaricato accidentalmente da internet sembra convincere poco. Le fotografie erano anche sul telefonino del caporalmaggiore: perché? Gli investigatori vogliono capire innanzitutto se quelle bambine siano state incrociate personalmente dal caporalmaggiore. O magari da un amico del militare. Da dove arriva un simile orrore?"


 

E veniamo alla cronaca odierna, dei Din Don Dan: " I vescovi italiani in un messaggio rivolto ai sacerdoti che operano in Italia diffuso oggi, mentre si avvia a conclusione l'Anno sacerdotale indetto da papa Benedetto XVI, nel corso del quale è scoppiato lo scandalo della pedofilia nella Chiesa. Contro i sacerdoti sono state mosse "accuse generalizzate, che hanno prodotto amarezza e dolore", ma "noi siamo fieri di voi".Il messaggio era stato approvato il 28 maggio scorso al termine dell'ultima assemblea generale della Cei. "Incalzati da accuse generalizzate, che hanno prodotto amarezza e dolore e gettato il sospetto su tutti, abbiamo pregato e invitato a pregare per voi", si legge nel messaggio diffuso dai vescovi per la conclusione dell'Anno sacerdotale. "Non sono mancate - scrivono i presuli ai sacerdoti - occasioni di ascolto e di dialogo per condividere la grazia e la benedizione del ministero ordinato. Ora, tutti insieme vogliamo esprimervi la nostra cordiale stima e vicinanza, ispirata dalla comune responsabilità ecclesiale". "La nostra - insiste il messaggio - vuole essere, anzitutto, una parola di gratitudine". "Noi siamo fieri di voi! Il bene che offrite alle nostre comunità nell'esercizio ordinario del ministero è incalcolabile e, insieme ai fedeli - sottolineano i vescovi - noi ve ne siamo grati". IL MALE NON AVRA' MAI ULTIMA PAROLA - "Il male non avrà mai l'ultima parola", assicurano i vescovi italiani rivolgendosi ai sacerdoti in chiusura dell'Anno sacerdotale, in un messaggio di "gratitudine" al loro operato nonostante le "accuse generalizzate" mosse dopo gli scandali di pedofilia. "Ci invitiamo a vicenda - aggiunge il messaggio - a perseverare nel cammino di conversione e penitenza", ma la Cei rivolge ai sacerdoti soprattutto "una parola di incoraggiamento". La consacrazione - osservano i vescovi - "non ci mette al sicuro dagli attacchi del maligno né ci rende impeccabili, ma ci assicura che il male non avrà mai l'ultima parola, perché chi si fa carico del proprio peccato può sempre rialzarsi e riprendere il cammino". "La chiamata che ci ha afferrato e plasmato - affermano ancora i presuli - ci aiuterà a superare anche le tribolazioni di questo tempo, corrispondendo con rinnovato slancio al mandato che ci è stato affidato".

La mattinata era partita con ben altri Affari:  «A don Evaldo le tangenti per Anemone» Spuntano altri assegni al sacerdote che custodiva i soldi del costruttore sotto accusa I titoli erano stati emessi da Bruno Ciolfi della Igit, che ha vinto la commessa per l’Auditorium di Firenze FIRENZE — Non solo Bancomat, ma anche Cassa depositi. Il conto corrente di don Evaldo Biasini veniva usato in due diversi modi da Diego Anemone. In uscita, per pagare tangenti, come sospettano i pubblici ministeri. Ma anche in entrata, usando il religioso per mascherare una serie di versamenti a suo favore che i carabinieri del Ros di Firenze definiscono «di natura altamente sospetta». Dall’esame della contabilità del religioso, economo della Congregazione del Preziosissimo Sangue, sono spuntati infatti nuovi assegni emessi dall’imprenditore Bruno Ciolfi, titolare della Igit, azienda che si è aggiudicata l’appalto per il Nuovo Auditorium di Firenze. Fu proprio l’esito di quella gara a generare un epiteto che tuttora gode di una certa diffusione. Di «cricca» si parla per la prima volta, e ripetutamente proprio nell’informativa del Ros del 13 gennaio 2008 che si occupa dell’Auditorium, inserito nell’ottobre del 2007 tra le grandi opere previste per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. «Facendo così avviare— osserva il Ros— la procedura d’appalto attraverso cui si sceglierà in un sol colpo il progettista che firmerà l’intervento e l’azienda costruttrice che dovrà realizzarlo». Vince a sorpresa la Igit di Ciolfi, insieme alla Sac di Emiliano Cerasi. L’amministratore delegato della Baldassini Tognozzi Pontello, giunto terzo, si sfoga al telefono con l’architetto Marco Casamonti, inveendo più volte contro la «cricca romana». Adesso, i carabinieri alle prese con il sacco pieno di ricevute che don Evaldo ha consegnato loro, hanno trovato una lunga serie di assegni, per un totale complessivo di 345mila euro, che Ciolfi ha consegnato ad Anemone, il quale li ha poi girati al religioso, che li ha depositati in banca a suo nome. Gli investigatori hanno rilevato alcuni dettagli comuni in questa serie di pagamenti emessi a distanza ravvicinata, e divisi in tre tranche. Alcuni sono stati emessi da Ciolfi a favore di una società. Altri, per un totale di quasi duecentomila euro, erano destinati ad una lunga lista di persone, probabilmente inconsapevoli, tutte dipendenti della Igit. Operai, impiegati, segretarie, beneficiavano di cifre «sotto soglia» — l’importo singolo di questo nugolo di assegni non supera mai i 12.000 euro — che grazie a don Evaldo sono finite però nella disponibilità di Anemone. Pochi giorni dopo il deposito della terza tranche, l’imprenditore romano è passato a ritirare parte del denaro. Solo in due circostanze, annotano i carabinieri, sul conto a scalare sequestrato al religioso gli assegni vengono indicati alla voce entrata. «Per gli altri accrediti si tratta di presunti lavori edili effettuati dall’impresa Anemone in favore della Congregazione». Quel che incuriosisce i carabinieri è una coincidenza temporale. I versamenti degli assegni emessi da Ciolfi vengono effettuati il primo, il 7 e il 15 aprile 2008. «Si sottolinea che per l’esecuzione dei lavori di realizzazione dell’Auditorium di Firenze, proprio in data 7 aprile 2008 è stata costituita la consortile denominata Parco della Musica da parte della Sac (75%) di Cerasi Emiliano e della Igit spa (25%), riferita quest’ultima società all’imprenditore Bruno Ciolfi, risultato in stretti rapporti con Anemone Diego». Gli investigatori ipotizzano quindi che questi versamenti, «improvvisi» perché è l’unica occasione nella quale il fondo cassa contante di don Evaldo riceve tre versamenti in uno spazio temporale ristretto di 15 giorni, siano una sorta di ricompensa che Ciolfi ha versato all’amico Anemone per averlo aiutato, con la sua rete di conoscenze, a inserirsi nell’affare dell’Auditorium, nel quale la Igit entra successivamente alla pubblicazione del bando d’appalto. La Igit compare spesso in altre consortili insieme ad imprese del gruppo Anemone. E’ presente nel consorzio che si occupa di costruire il nuovo carcere di Sassari, in quello che deve realizzare il nuovo museo dello sport italiano a Tor Vergata, Roma. Figura anche in altri lavori che cadono sotto l’ombrello delle celebrazioni per il 150esimo dell’Unità d’Italia, come il completamento dell’aeroporto di Perugia, ed era presente nella società costituita per i lavori alla residenza dell’Arsenale che avrebbe dovuto ospitare i grandi del mondo al G8 della Maddalena. Si sa poi come è andata. E fino ad oggi Ciolfi era apparso in questa storia semplicemente come benefattore di don Evaldo. Gli investigatori sono sempre più convinti che il suo ruolo abbia uno spessore maggiore. E all’orizzonte, compatibilmente ai pesanti impegni dei magistrati fiorentini, si profila la vicenda dell’appalto dell’Auditorium, sempre più oscura."

I pezzi  tragici che ho riportato, non hanno link, se non uno o due, sono sotto gli occhi di tutti, sulla Grande Stampa, perdonate dunque la lunghezza, ma li ho cuciti oggi così, sani sani e sempre salvi, come le loro anime... e l'anima mia si appresta sempre più a ritrovare quella di certe lavandaie  popolane che gli stracci li sbattono e li torcono per far schizzare via la zozzeria.

Bucato d'Artista? A Tolfa...: "Talvolta è bene che i cittadini stendano i loro panni per le strade a testimonianza della loro presenza nel territorio."


Doriana Goracci

Piglia 'o trebbete c''a tiella
s'è 'nfucat''a furnacella
e lu mare annizza annizza
'o tuoio è mmuscio e 'o mio s'arrizza

Ah..ah..ah..ah....

Dal 2° coro delle lavandaie Nuova Compagnia di Canto Popolare La Gatta Cenerentola

http://www.youtube.com/watch?v=3k8PlqkBsxU

http://www.reset-italia.net/2010/06/08/aprite-il-sipario-per-lunita-ditalia-dei-bucati/

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