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26 Maggio 2010 08:23

Campagne globali contro l'abuso dei diritti umani in Iran.

582 visualizzazioni - 0 commenti

di filippo

Campagne globali contro l’abuso dei diritti umani in Iran

Ginevra, 24 maggio (BWNS). È stata indetta per sabato 12 giugno una giornata di mobilitazione mondiale per chiede-re l’interruzione degli abusi dei diritti umani in Iran.

Due website che annunciano la giornata di mobilitazio-ne del 12 giugno

L’iniziativa, coordinata dal gruppo per i diritti umani Uni-ted4Iran, è sostenuta da numerose organizzazioni come Amnesty International, Human Rights Watch (osservatorio per i diritti umani), l’Associazione delle donne premio Nobel, la Baha’i International Community, l’Istituto del Cairo per lo studio dei diritti umani, FIDH (Federation internationale des ligues des Droits de l’Homme) e Pen International.

«Nel sostenere questa iniziativa non-partisan, siamo fianco a fianco con semplici cittadini da ogni parte del globo, affinché si faccia attenzione alle diffuse e ripetute violazioni dei diritti umani in Iran», ha affermato Diane Ala’i, rappresentante della Baha’i International Community presso le Nazioni Unite a Ginevra.

Le suddette illustri organizzazioni non governative stanno unendo i loro sforzi a quelli di nu-merosi gruppi locali, gruppi di studenti e di utenti di Internet, affinché si svolga simultanea-mente tutta una serie di eventi in varie città e campus del mondo.

Qualche giorno fa, il 14 maggio, il secondo anniversario dell’imprigionamento dei sette ba-ha’i nella prigione di Evin a Teheran, United4Iran ha chiesto alle persone di dimostrare il loro sostegno, riproducendo le dimensioni delle celle dove sono detenuti i baha’i e scattando di una fotografia.

«La risposta è stata straordinaria», riporta il sito web di United4Iran. Sono arrivati appunti, e-mail, video, vecchie fotografie dei sette dirigenti da parte di loro ex studenti e di rappresen-tanti di comunità da tutto il mondo».

Come gesto di solidarietà era stato chiesto ai so-stenitori dell’iniziativa di riprodurre le dimensioni delle celle in cui vivono i prigionieri baha’i e poi di occupar-ne fisicamente lo spazio, in modo tale da potersi rendere meglio conto delle loro sofferenze.

In Liechtenstein il 14 maggio alcuni sostenitori della campagna di United4Iran hanno riprodotto le dimensioni delle celle dei sette dirigenti baha’i nella prigione Evin di Teheran.

Le celle dei baha’i nella prigione di Evin non hanno letti e i detenuti sono costretti a dormire

Un video è stato messo online, per mostrare alcune delle foto pervenute.

United4Iran ha anche pubblicato una vecchia fotografia di una delle baha’i detenute, Fariba Kamalabadi, assieme a una delle sue ex stu-dentesse. La studentessa ha inviato l’immagine a United4Iran, as-sieme ad alcune parole di una lettera che lei ha scritto alla sua ex in-segnante: «Adesso che Lei è in prigione... per fare del mondo un po-sto migliore... mi vengono le lacrime agli occhi. E tutto ciò che pos-so fare è pregare. Le cose che Lei mi ha insegnato, le porterò per sempre con me».

La signora Ala’i ha detto: «Siamo grati per tutta la solidarietà manifestata a tutti gli iraniani che stanno subendo oppressioni».

Anche altre organizzazioni hanno recentemente lanciato una campagna a sostegno della op-pressa comunità baha’i dell’Iran.

L’ultimo bollettino della sezione francese dell’Organizzazione cristiana per l’abolizione della tortura (ACAT-France) ha pubblicato una richiesta di interventi a sostegno dei sette dirigenti baha’i imprigionati e degli altri dodici baha’i, che sono stati recentemente incarcerati.

Il 14 marzo Amnesty International ha espresso il desiderio che, in occasione delle celebrazio-ni del capodanno persiano, fossero inviati messaggi di auguri a tutti i prigionieri di coscienza in Iran.

Il caso dei sette dirigenti della comunità baha’i iraniana è stato incluso da Amnesty Interna-tional fra sette da essa selezionati.

Al momento attuale, sono stati ricevuti 600 messaggi destinati ai prigionieri baha’i, sia indi-vidualmente sia collettivamente, da ogni parte del mondo, paesi come il Giappone, la Nuova Zelanda, i Paesi Bassi, gli Stati Uniti.

I sette dirigenti baha’i in prigione da due anni sono fra i 36 baha’i attualmente in carcere a causa della loro religione.

sul pavimento di cemento.

Per leggere l’intero articolo e vedere le fotografie:

http://news.bahai.org/story/773

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