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23 Maggio 2010 17:55

ANCHE LA FILO-IMPERIALISTA O.S.A CONFERMA I BROGLI NELLE ELEZIONI LEGISLATIVE DELLO SCORSO MARZO IN COLOMBIA

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di Associazione nazionale Nuova Colombia

Dopo le denunce dello scorso mese di marzo, la OSA , Organizzazione degli Stati Americani, ha confermato la compravendita di voti nelle elezioni legislative colombiane.
In un comunicato, diffuso giovedì 13 maggio dal direttore del Dipartimento per la Cooperazione e Osservazione Elettorale della OSA, vengono segnalate la compravendita di voti in 6 dipartimenti (Atlántico, Bolívar, Cundinamarca, Magdalena, Nariño e Norte de Santander) e diverse irregolarità in 15.000 seggi, dislocati in 18 dipartimenti.
Nel segnalare le debolezze del sistema elettorale, il comunicato, con il consueto cerchiobottismo dell'OSA, dichiara che sebbene ci siano stati episodi di violenza si può considerare un buon risultato l'abbassamento del livello di violenza generale, pur raccomandando, per evitare in futuro questo tipo di “inconvenienti”, di aumentare la formazione dei giurati, semplificare i meccanismi di voto e migliorare la trasmissione dei dati relativi ai risultati elettorali.
Allo stesso tempo, muove una richiesta al governo colombiano per rafforzare gli sforzi per garantire esiti migliori nelle elezioni presidenziali, che si celebreranno il prossimo 30 maggio.
Tuttavia, aldilà dei “ma” e dei “però” del comunicato OSA, il livello della violenza e delle pressioni esercitate dai paramilitari di Stato in diverse regioni del paese, come denunciato da diversi osservatori indipendenti e da numerose ong, è in realtà altissimo; non si contano i voti di scambio, le irregolarità, i morti che votano, i voti “multipli”, l’impossibilità di garantire la segretezza del voto e le urne fatte sparire nelle aree in cui più forte è il movimento popolare.
Basti pensare alla denuncia di  Jorge Rojas,  rappresentante di una ong per l’osservazione elettorale in Colombia, che ha dichiarato che gruppi di narcotrafficanti armati avevano fatto pressione su molti elettori  affinché votassero candidati di estrema destra.
Il sistema elettorale nel regime colombiano non può garantire il diritto al voto ai cittadini colombiani, perché è una macchina preposta da almeno cinquant'anni alla spartizione del potere fra liberali e conservatori, rappresentanti dell'oligarchia e, negli ultimi tempi, per consegnare con la violenza ed attraverso brogli il potere in mano alla cricca del narcopresidente Uribe, o del prossimo fantoccio filo-statunitense utile a dilapidare le preziose risorse del paese a tutto vantaggio delle multinazionali e dell'oligarchia.
 

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