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7 Aprile 2010 09:11

La ceiba

344 visualizzazioni - 0 commenti

di Tonio Dell'Olio

Un albero immenso e maestoso. Solenne e forte. Fino a 50 metri di
altezza e retto da un tronco che può essere anche di due o tre metri di
circonferenza. È uno dei cinque simboli del Guatemala. I Maya gli
attribuivano una ricca simbologia. Lo consideravano sacro al punto da
sceglierlo come luogo ai cui piedi consumare i riti più importanti e
assumere le decisioni vitali per la comunità. Guardandolo, penso alla
nobiltà di questo Paese umiliato oggi sotto il peso di una miseria
insopportabile come i bambini che incontro lungo le strade dei
villaggi. Carichi di legna da ardere trasportata tenendo una corda
sulla fronte. Come le donne che trasportano l’acqua in anfore di
plastica sulla testa. Pesi che sono anche simboli di un'economia
mondiale che ha scelto chi sovraccaricare e chi alleggerire. La ceiba,
muta, rimane a guardare. Ai suoi piedi non c’è più l’odore d’incenso
dei riti antichi, ma la miseria di un popolo che sembra rassegnato. La
ceiba si difende con le sue spine dure e acuminate. La gente che abita
il Guatemala sembra aver perso anche le unghie. Poi mi distraggo un
attimo e scorgo un gruppo di uomini e donne di un villaggio vicino che
nel frattempo si sono seduti in cerchio e hanno cominciato a parlare.
Stanno descrivendo un altro futuro. La ceiba resta muta ma adesso
sembra commossa.



FONTE: http://www.peacelink.it/mosaico/a/31508.html

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