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24 Marzo 2010 09:57

A tutto c'è un limite

938 visualizzazioni - 2 commenti

di Tonio Dell'Olio

A tutto c’è un limite. Si può utilizzare l’ironia anche su temi particolarmente gravi e complessi per renderli più leggeri. Si può esagerare con le promesse preelettorali. Persino può succedere di non riuscire a trovare l’equilibrio del buon senso scadendo nella goffaggine e nel ridicolo, ma purché non si manchi di rispetto agli interlocutori e agli avversari. Sabato scorso invece il limite è stato superato quando, al colmo dell’euforia, il leader del PDL dal palco di San Giovanni ha dichiarato testualmente: “Vogliamo anche vincere il cancro che colpisce ogni anno 250mila italiani e che riguarda quasi due milioni di nostri cittadini”.
Davanti alla sofferenza delle persone che vivono il dramma della malattia che a volte è senza speranza, bisogna avere il coraggio di tacere se non si conoscono o non si sanno pronunciare le parole giuste per incoraggiare e consolare. Scadere nell’irrisione mai. È offensivo. Soprattutto da parte di chi ha deciso di tagliare anche i fondi per la ricerca. Le persone che vivono il cancro nella propria carne attendono le scuse. Almeno quelle!

Fonte: http://www.peacelink.it/mosaico/a/31429.html

COMMENTI

24 Marzo 2010 18:54

Chissà, forse Silvio Berlusconi è tornato a credere di essere Dio, l'unto dal Signore e di poter fare i miracoli.....! Sarebbe meglio se si preoccupasse di fare almeno quello di cui un governo serio, eletto dal popolo, dovrebbe occuparsi, invece che fare proclami assurdi!

nadia

24 Marzo 2010 12:54

Gentili amici, come uomo e cattollico del sociale sono indignato del fatto che la politica usi vergognosamente una delle problematiche esistenziali più devastanti: la sofferenza dell'ammala- to di cancro. Tutti sanno che nelle strutture pubbliche ci sono lunghissime attese per chi ha necessità di essere operato per rimuovere il male dall'organo bersaglio. da un minimo di sei mesi a un anno e più. Con i soldi contanti ci si può rivolgere alla sanità privata e il quasi il giorno dopo si entra in sala operatoria.Una discriminante non am- missibile per questa patologia: tutti sappiamo che la diagnosi precoce preluda ad un minimo di certezza di sopravvivenza e il rapido intervento chirurgico, aumenta la probabilità di una guarigione. Ora come "cristiano", come uno che intende la sua vita come "testimonianza", mi appello a quanti sono deputati a costruire una etica della sopravvivenza dell'uomo, a porsi il problema seriamente, piuttosto che farne strumentalizzazione politica ed elettorale.Questo vale per qualsiasi "colore" si rappresenti, e, soprattutto per quelli che hanno giurato con il giuramento di Esculapio, di ricondurre il loro comportamento su di un binario "etico": facendosi soprattutto carico di una precisa richiesta collettiva di potenziamento delle strutture pubbliche per portarle al livello di quelle private, e per raggiungere obbiettivi sociali come quelli raggiunti da un paese "liberista" per eccellenza e "democratico" per convinzione profonda come gli Stati Uniti d'America. prof. Antonio Tateo

Antonio Tateo

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