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2 Luglio 2009 18:46

GIUDICE ECUADORIANO CHIEDE L'ARRESTO DI SANTOS

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di Associazione nazionale Nuova Colombia

Un giudice ecuadoriano ha ordinato lunedì 29 giugno la cattura dell'ex ministro della Difesa colombiano, Juan Manuel Santos, per
l'incursione militare in Ecuador del 1 marzo 2008 nella quale morì il comandante delle FARC Raúl Reyes.
La detenzione di Santos è stata disposta dal giudice della città di Sucumbíos, Daniel Méndez, che conduce il processo per questo attacco militare.
Méndez ha richiesto la cattura di Santos, che all'epoca era ministro della Difesa e che intende candidarsi alle elezioni presidenziali del 2010, alla fine di una udienza in cui la magistratura aveva segnalato il funzionario colombiano come responsabile dell'operazione.
Il primo marzo del 2008 le Forze Armate colombiane, supportate da tecnologia statunitense e dirette dal South Com del Pentagono, effettuarono un bombardamento sull'accampamento temporaneo del comandante Reyes, in missione diplomatica per favorire lo scambio umanitario di prigionieri di guerra, che si trovava all'interno del territorio ecuadoriano, inviando poi truppe a terra che hanno ucciso i feriti (fra i quali quattro studenti messicani in visita per ragioni accademiche), commettendo un crimine di guerra ed una grave violazione alla sovranità dell'Ecuador.
A partire da quel momento il Presidente Rafael Correa ha rotto le relazioni diplomatiche con la Colombia. A distanza di oltre un anno, Santos è ora indagato per omicidio e violazione della sicurezza interna dello Stato.
La misura contro l'ex ministro colombiano è stata disposta due settimane dopo che Quito aveva chiamato Bogotá davanti alla commissione Interamericana per i Diritti Umani dell'Organizzazione degli Stati Americani (OEA), per l'omicidio di Franklin Aisalla, cittadino ecuadoriano che venne giustiziato a freddo a colpi d'arma da fuoco dai militari colombiani durante l’incursione.
Santos, appartenente alla famiglia dell'oligarchia colombiana che detiene il monopolio dei media colombiani, è stato il regista della campagna per la rielezione fraudolenta di Uribe, ottenuta per mezzo di una modifica alla costituzione resa possibile attraverso la corruzione di diversi parlamentari.
Avvezzo ai crimini di guerra più efferati (dai “falsos positivos”, omicidi di contadini fatti passare per guerriglieri, all'uso fraudolento del simbolo della Croce Rossa Internazionale), oggi viene finalmente inquisito dall'Ecuador, che intende perseguire questo criminale in giacca e cravatta, socio del narco-presidente Uribe.  Fino a quando la comunità internazionale negherà il carattere criminale del governo colombiano, evitando di sanzionare un governo che applica quotidianamente il terrorismo di Stato?

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