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16 Giugno 2009 11:37

Mosaico dei giorni - Elogio della dittatura

1325 visualizzazioni - 2 commenti

di Tonio Dell'Olio

Parlando ai giovani industriali e riferendosi a Gheddafi, il presidente del consiglio ha affermato testualmente: “è un uomo intelligentissimo, come dimostra il fatto che sia alla guida da 40 anni di un Paese. Vuol dire che è uno che ci sa fare”.
La regola che se ne deduce è che il criterio per valutare il valore politico di un capo di Stato è il tempo in cui riesce a restare al potere. A questo punto è bene che il presidente sappia che il record in questa classifica è attualmente detenuto da Fidel Castro che ha guidato ufficialmente Cuba per 49 anni.
In Togo Eyadema sarebbe allo stesso livello di Gheddafi (40 anni dal 1965 al 2005) ma ha dovuto abbandonare la scena politica solo perché è morto, come Mao Tse-Tung (27 anni). Mobutu Sese Seko, è stato presidente del Congo solo 32 anni! Buone speranze per Mugabe da 29 anni alla guida dello Zimbawe.
Come Gheddafi anche loro hanno truccato le elezioni, ammazzato gli oppositori politici, represso nel sangue le proteste, imprigionato e torturato per reati di opinione.
Attendiamo invano che il presidente del consiglio chieda scusa ai familiari delle vittime del regime di Gheddafi per questa “svista”.
Da parte nostra richiamiamo le coscienze vigili a tenere gli occhi aperti sui dittatori che “ci sanno fare”.

Tonio Dell'Olio
16 giugno 2009
http://www.peacelink.it/mosaico/a/29686.html

COMMENTI

17 Giugno 2009 18:06

Premesso che sono di sinistra – ma nessun partito mi rappresenta – e che Valentino Parlato non porta con se il Verbo, io non riesco a capire come si possano giustificare dei “liders” che mantengono il proprio potere con la repressione (di più, di meno, mo' non sottilizziamo) solo perché hanno fatto la “rivoluzione socialista”. E lo dice uno che se sente chicchessia parlare male di Cuba gli ricorda dell'istruzione e della sanità, tanto per dire. Ma non per questo mi schiero senza onestà intellettuale dalla parte della repressione. O si è ignoranti, o si è accecati dall'ideologia per dire in assoluto “viva Fidel, viva Mao, viva Gheddafi” senza porre una benché minima critica. Ma quante vite sono state tranciate sotto la rivoluzione culturale di Mao, che cosa ne è derivato? Tienanmen, do you remember? Bah, meno male che ho 24 anni e non ragiono con la mentalità del 1970. Daniele - Voghera

Daniele

17 Giugno 2009 12:10

Non concordo in nulla nello spirito di questa lettera. Massimo rispetto per Fidel Castro e Mao Tse Tung, grandi liders rivoluzionari, e per Muhammar Gheddafi che ha ricordato a tutti gli italiani i crimini imperialisti commessi in Libia dagli italiani durante il fascismo. La Jamāhīriyya, alias la Repubblica Araba di Libia Popolare e Socialista è un autetico esempio alternativo di sistema sociale: Valentino Parlato, nato a Tripoli nel 1931, in un'intervista a La Stampa lo definisce "Leader" e alla domanda del giornalista "Leader o dittatore?" risponde: "Leader. La connotazione occidentale di dittatore non corrisponde alla realtà libica. Dittatore è un modo per indicare un nemico. Il leader, invece, ha un grande prestigio". A questo punto il giornalista ribatte che il giorno prima Gheddafi ha detto "papale papale che per lui i partiti vanno aboliti" (ma se è per questo, anche Beppe Grillo afferma che i "partiti sono il cancro della democrazia") e Parlato risponde: "Sarei tentato di dire che sono d'accordo. I partiti sono una mediazione tra il popolo e il governo. In soldoni, rappresentano una mediazione del potere. Lui, con la sua rivoluzione verde, ha percorso la strada della democrazia diretta". E infatti, sempre su La Stampa, Igor Man afferma: "E qui va ricordato come nella Repubblica popolare sono i Comitati popolari a far da barometro, a rivelare gli umori delle «masse». Gheddafi è il leader ma lo si discute, non di rado".

Ciro Brescia

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