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18 Maggio 2009 09:21

Maurizio Chierici: Grandi opere, ponte di barche sul Po

1179 visualizzazioni - 0 commenti

di Maurizio Chierici

Bisogna riconoscere che Berlusconi mantiene le promesse. Nonostante il terremoto e la crisi nera ( “ ormai  alle spalle “ ), la prima delle grandi opere sarà pronta a ferragosto. Un ponte di barche riannoderà Piacenza alla sponda lombarda, e la via Emilia, ossatura della Padania,  tornerà agli splendori. La piena del Po ha sgretolato il ponte ristrutturato appena due anni fa. Cose che capitano; pazienza per gli automobilisti precipitati nel fango. Ma il grande fiume è diventato il muro che sfinisce i commerci di Piacenza: chi vive dall’altra parte compra a Lodi o a Milano, strada lunga ma strada normale. Nella città emiliana si allargano gli immensi capannoni di uno dei poli logistici più imponenti del nord. I camion che vanno e vengono sono  obbligati a labirinti interminabili, o a girovagare alla ricerca di ponti lontani. Non garantiti, perché trenta chilometri in là l’altro passaggio che unisce Cremona a Parma sta per essere chiuso: piloni che si sgretolano, quel cemento armato così poco armato, debolezza dei costruttori prima e seconda repubblica. Il ponte dell’ autostrada è in piedi e sono rimaste impassibili le arcate novecento della ferrovia, ma il su e giù dall’A1 code ai caselli per andare e tornare, ufficio e fabbrica, nel ghirigori di un traffico  imperforabile, snerva i più tenaci. Ci sarebbero i treni pendolari: per carità. Ritardi e docce disinfettanti appena in stazione. Decisione quasi presa: gli olandesi allungheranno le loro barche in attesa del mea culpa dell’Anas impegnata a riportare la normalità nel 2015, expò di Milano. Questa Piacenza dalle cento caserme in disarmo, resiste il Genio Pontieri allenato a far passare carri e cannoni su pontili di guerra. Forse gli olandesi sembrano più affidabili. Senza contare che il nostro ministro dei militari  combatte su altri fronti: sta guidando l’offensiva contro le Nazioni Unite sorde all’urgenza di impacchettare come bestie infette le facce nere dei clandestini. La scelta delle barche rivela una certa nostalgia per il tempo perduto. Il governo si avvicina remando alle meraviglie che il mondo ci invidia: ponte di Messina e metrò giocattolo di Parma. E il passaggio che attraverserà il fiume riporta alle rovine del dopoguerra. Attraversamenti guardinghi. Le corriere smontavano i viaggiatori: non si sa mai. Processioni di signori che trascinavano valigie. Ecco che torna il folclore delle foto ricordo per stranieri in visita all’ottava potenza del mondo. Tornano i passaggi lenti che permettono di osservare senza fretta. Negli anni cinquanta, sulle alle amate sponde, tigri in agguato dipinte da Ligabue. E quadretti naif in vendita accanto ad angurie e meloni. Il muro d’acqua di Piacenza diventa un’opportunità, come ripetono i politici dopo ogni disastro, anche se i naif sono passati di moda. Tra angurie e meloni servono attrazioni più eccitanti, magari gli inserti di Libero, vita a puntate di Berlusconi con foto di famiglia.
 
mchierici2@libero.it

Cortesia dell'Unità

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