30 Marzo
Non posso che considerarmi privilegiato per aver vissuto un mese nelle foreste e nelle savane del Mozambico, con solo brevi puntate nelle non sempre affollate strade delle sue città. Privilegiato perché ho vissuto con tanta umanità positiva, nonostante le difficoltà, che crede nel futuro che si sta costruendo con pochi ed essenziali mezzi e tanto impegno. Lo shock è stato causato, invece, dal ritrovarmi ad ascoltare – ieri – il telegiornale in Italia. Due le grandi notizie che l’hanno monopolizzato. La prima – anche in senso di spazi occupati – tutto il fumoso, recidivo e pomposo bla bla politico, con tanto di “canonizzazione” per acclamazione del capo, che si è sfarzosamente celebrato a Roma. La seconda è la violenza e la disperazione che sole, purtroppo, sembrano toccare davvero la vita della gente. Dai morti ammazzati – “di nazionalità italiana”, precisa il Tg – ai profughi che sbarcano a Lampedusa o muoiono schiacciati in un tir nel tentativo, solo occasionalmente coronato da successo, di trovare un rifugio e una vita migliore, da noi e con noi. Continuo a domandarmi da quale parte stia la speranza ed il futuro. Gino Barsella, Roma, 30 mqrzo 2009.