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21 Marzo 2009 12:45

VITA DA EMITTENTE PRIVATA

693 visualizzazioni - 0 commenti

di antonio giangrande

Censura, crisi economica e acquisizione illecita delle frequenze. Il cruccio delle emittenti radiotelevisive private. Alcune piccole emittenti locali radiotelevisive, attraverso l'"Associazione Contro Tutte Le Mafie", denunciano una realtà impunita e sottaciuta. L'attività imprenditoriale e l'informazione delle emittenti radiotelevisive sono condizionate da molteplici fattori: il dipendere dai sovvenzionamenti pubblici nazionali (decisi dalla politica centrale) e dalle commesse pubblicitarie dei candidati locali per le loro campagne elettorali, porta a trattare con i guanti bianchi alcune tematiche che toccano la politica di governo centrale e locale e, per forza di cose, a tacere le manchevolezze degli organi istituzionali periferici (Magistratura, Prefettura, ecc.), o gli abusi del sistema socio economico legato alla politica di riferimento. Insomma: in tempo di crisi, l'aspetto economico è la censura che blocca la libera informazione. Ma questo non è il solo cruccio che avvilisce le imprese radiotelevisive. Alcune di loro sono vittime di tentativi di acquisizione illegale delle frequenze assegnatele, con mancanza di tutela reale. Quale è il trucco ?! Ogni emittente ha una frequenza su cui è autorizzata a trasmettere con un'antenna di una certa potenza, per non disturbare le trasmissioni delle emittenti viciniori. Alcune di loro, tra cui alcuni grandi network nazionali, pensano bene di centuplicare illegalmente la loro potenza, irradiando il loro segnale di molto oltre a quello per cui sono autorizzati. In questo modo disturbano o oscurano le trasmissioni altrui, impedendo a questi l'acquisizione del mercato pubblicitario, fonte di sostentamento, che leso, porta al fallimento dell'impresa. Il Ministero, informato dalla parte interessata, comunica la data dell'ispezione alla controparte, che ha il tempo di ripristinare la legalità, per poi ripetere l'abuso ad ispezione finita. Tempi e costi dell'operazione tecnica sono ammortizzabili da chi si avvantaggia illegalmente dell'acquisizione pubblicitaria indebita. Mal che vada, comunque, la parte colta in fragrante, deve sorbire solo una piccola multa. Ma non è il solo problema che attanaglia le radio e le tv locali oneste. Il 12 settembre 2008, un'ora e mezzo di trasmissione in diretta sulla tv tarantina Studio 100, per l'occasione collegata con le emittenti Canale 7, Telebari e Teleonda Gallipoli. Argomento: la ripartizione - da parte del Corecom - dei contributi pubblici all'emittenza privata, previsti dalla legge 448 del 98. Nel corso della diretta - condotta dal direttore Walter Baldacconi con tre ospiti, due avvocati e l'editore di Canale 7, Gianni Tanzariello - una circostanziata denuncia. 13 emittenti pugliesi, su 42 ammesse ai contributi, avrebbero prodotto - in autocertificazione - documentazione non rispondente al vero in merito alla regolarità dei contributi versati all'Enpals per i lavoratori dipendenti. Ancora da accertare le posizioni con Inps e Inpgi. L'anno di riferimento è il 2006. Il puntuale versamento dei contributi previdenziali, costituisce condizione vincolante all'erogazione delle provvidenze pubbliche in questione. La denuncia è oggetto di interrogazione parlamentare del senatore di AN, Adriana Poli Bortone, che - collegata in diretta nel corso della trasmissione - ha ribadito la sua ferma intenzione di voler andare fino in fondo, nell'interesse di tutti. Nel corso del dibattito televisivo è emerso un altro dato: se quelle tv non sono in regola, non potranno sanare a posteriori la loro inadempienza. E’ al momento della richiesta del contributo che bisogna avere i titoli, come prevede la legge. Se è vero che il Corecom è tenuto ad accettare per buona l'autocertificazione sostitutiva, è altrettanto vero che quando questa dovesse risultare non veritiera - come pare nel caso di specie – sarà il ministero, erogante il contributo, a sospendere la procedura, e pare che questo stia già accadendo, con una prima richiesta di chiarimenti agli interessati. Naturalmente, va da sé che il fenomeno possa aver interessato l’intero territorio nazionale, ma che l’argomento, per ovvi motivi, sia stato censurato. Grazie dell’attenzione. Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE 099.9708396 – 328.9163996 www.controtuttelemafie.it www.malagiustizia.eu www.ingiustizia.info www.illegalita.altervista.org

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