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Riproponiamo l’intervista a Ugo Adilardi realizzata da Massimo Latini nel 2013 nella sede dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

3 commenti


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10 Gennaio 2023
21:11

In un messaggio inviato la notte prima di morire al nostro piccolo gruppo di filmakers, "Opponiamoci", Ugo ha scritto un brevissimo messaggio a proposito di un paio di canzoni su cui stavamo lavorando per farci sopra un piccolo film: "Mi piacerebbe GLI ANARCHICI di Ferrè seguito da IL DISERTORE di Boris Vian. La versione di Reggiani a me sembra più bella...A domani". Ne avevamo già parlato più volte, soprattutto del Disertore, un brano contro la guerra di Boris Vian particolarmente intenso e attuale. E come sempre ne avevamo discusso. Io preferivo la versione di Ivano Fossati perché più moderna e con una bella traduzione in italiano fatta dallo stesso Fossati. Ma lui era molto legato alla versione di Reggiani e l'ha difesa, come faceva sempre, con grande passione e convinzione. Poi Ugo si è ammalato e tutto si è fermato. Poi, quando è arrivato quel piccolo messaggio, la prima cosa che ho fatto, appena mi sono ripreso dal calcio in faccia della signora in nero, è stata di andare ad ascoltare Monsieur le president cantata da l'italien che era il soprannome di Reggiani. E ho scoperto quello che un po' sospettavo: cioè una persona di una umanità straordinaria, magnifico come attore e come cantante, e tuttavia di una umiltà incredibile. Un "poeta timido dal cuore immenso", come l'ha definito Chirac al suo funerale, un artista che ha cantato e incarnato tutte le emozioni, tutte le malinconie, tutte le nostalgie. Insomma un uomo estremamente sensibile al mondo, soprattutto al mondo dei più deboli, sfortunati, sfruttati. In questo, molto vicino a Ugo. E insieme ho scoperto, su youtube, che quella memorabile interpretazione di Reggiani è preceduta dalla recitazione di un testo di un giovanissimo Arthur Rimbaud che si chiama Dormeur de valle, cioè CHI DORME NELLA VALLE. E chi dorme nella valle è un soldato giovane, sdraiato vicino a un torrente, sotto una montagna bellissima, dove l'acqua riflette i raggi del sole. Un soldato con la bocca aperta, la testa nuda appoggiata sull'acqua purissima, e i piedi nei gladioli. E dorme come un bambino nel tepore del sole, tranquillo, la mano sul petto, e sul fianco destro due buchi rossi di sangue. Che in qualche modo è la stessa situazione che trovianmo nella Guerra di Piero di Fabrizio De André. Un'altra canzone contro la guerra scritta da un autore che conosceva molto bene questo tipo di canzoni come conosceva benissimo Boris Vian e Reggiani. Nella Guerra di Piero la morte del giovane soldato è subito dichiarata, ma intorno c'è la stessa vita fortissima e intensa di una natura che cerca di compensare in qualche modo quella morte così ingiusta e crudele. Ricordate tutti l'inizio di quella ballata: "Dormi sepolto in un campo di grano Non è la rosa, non è il tulipano Che ti fan veglia dall'ombra dei fossi Ma son mille papaveri rossi. Lungo le sponde del mio torrente Voglio che scendano i lucci argentati Non più i cadaveri dei soldati Portati in braccio dalla corrente". La situazione è la stessa, vedete, la natura, l'acqua, i riflessi del sole... E Ugo amava la natura: aveva dedicato molti anni della sua attività cinemnatografica proprio alla realizzazione di una serie di documentari legati alla bellezza all'importanza della natura. E tuttavia il soldato Piero non è contento di quella morte. E spiega perché: "Ninetta mia, a crepare di maggio Ci vuole tanto, troppo coraggio Ninetta bella, dritto all'inferno Avrei preferito andarci in inverno". Invece Ugo se n'è andato in inverno, anche se in un inverno troppo mite e assolato, in un inverno troppo tenero e dolce per morire. Noi comunque non smetteremo di fare film je cantare canzoni. E soprattutto non ti dimenticheremo. Ciao, Ciccio, come mi salutavi sempre. Un saluto fortissimo a nome di tutto la banda di Opponiamoci. (gdomenico)

Giandomenico Curi

9 Gennaio 2023
17:02

Caro Ugo, caro maestro, che da stagista mi facevi usare excel x farti l'archivio di tutto il repertorio di Paneikon, che e' stato un onore, anche se al momento la tua proposta mi era sembrata noiosa... Quando e' finito lo stage c/o di voi non sarei piu' voluta ritornarme e a Milano!!! Il mio cruccio? Che tu te sia andato prima che avessi l'occasione di venirti a trovare, e salutarti. Ti voglio bene.

Mela Tomaselli

9 Gennaio 2023
15:08

Grazie, mai sentito nulla di più lucido sull'argomento

andrea guarnier